Il
caldo a Ferragosto è insopportabile. Io per fortuna ho avuto di che
distrarmi, anche se l' effetto è stato di avere ancora più caldo.
Un
ragazzo meraviglioso è venuto a dormire a casa nostra, ieri sera.
Sento
ancora il suo odore sul cuscino e sulle lenzuola, che purtroppo
dovremo mettere a lavare perché in agosto si suda veramente
troppo, in tre su un matrimoniale.
Ho
provato una forte stretta al cuore quando ci siamo salutati con un
bacio in stazione, con il proposito di rivederci presto, impegni vari
permettendo.
Ancora
non mi capacito di avere trovato una persona con cui vado così
d'accordo e che mi piace così tanto, e soprattutto che pare proprio
ricambiare i miei sentimenti con la stessa intensità.
Se
penso che fino a una settimana fa non riuscivo neanche a fare mezzo
discorso sensato in sua presenza, poter appoggiare la testa al suo
petto e sentire il battito del suo cuore ha qualcosa di miracoloso.
Mi
riporta a quando ho iniziato a frequentare Moreno. Sembra davvero
troppo bello per essere vero. Solo che con Moreno avevo praticamente
già vinto, perché mi aveva chiaramente detto, prima via mail e poi
di persona, che io sono il tipo di ragazza con cui vorrebbe stare.
Lui
invece aveva detto sì che ero bella, ma la cosa mi è stata riferita
da altri.
Io
invece, come sempre quando incontro le persone che mi prendono di
più, non avevo avuto chissà quale prima impressione grandiosa, di
lui. Mi sembrava una di quelle persone che non capisci se sono
stanche o incazzate. Non male fisicamente, ma non è che per me sia
mai stato importantissimo.
Sempre
da altri, mi era stato spiegato che tipo di persona era, e mi era
stata messa una pulce nell' orecchio: sembrava una persona degna di
nota, non solo per le sue idee o per ciò che faceva. Pare fosse uno
di quei poly “naturali” che sembra solo gli altri incontrino, e
mai tu.
Insomma,
un essere interessante sotto molti punti di vista. Una bestia rara.
Era davvero così?
Ero
curiosa.
Volevo
conoscerlo.
Non
frequentando molti posti o persone in comune, ed essendo io una
terribile imbranata in posti pieni di gente che conosco poco, ho
deciso di provare a comunicare in un ambiente neutrale e asettico
come la rete.
Una
scelta vigliacca, lo so, ma necessaria. La gente crede che le persone
ricorrano a internet per supplire una più o meno marcata distanza
fisica, mentre invece spesso può servire a rompere il ghiaccio anche
col vicino di casa...
E'
stato strano, ma anche bello, avere un “approccio virtuale” con
una persona che avevo già incontrato nella realtà, ma che per una
serie di motivi mi sembrava poco accessibile nella vita di tutti i
giorni.
Mi ha
permesso di mettere da parte un po' delle mie paure, di parlare di me
con la possibilità di rileggere e correggere prima di spedire
qualche minchiata, ma con molti meno tempi di attesa di una lettera,
e senza i silenzi un po' imbarazzanti delle telefonate.
Ho
provato molta rabbia verso me stessa nel constatare che, nonostante
questa agevolazione, quando lo guardavo non ero comunque in grado di
sostenerne lo sguardo, e non sapendo come comportarmi in sua presenza
cercavo di rilassarmi coccolando animali domestici a caso, invece di
parlargli.
Gli
interessavo davvero? In fondo trovarmi attraente non vuol dire
niente, non sapeva nulla di me, e scrivermi “mi piacerebbe parlare
di queste cose con te” non equivale sempre a “mi piaci”.
La
verità è che dopo le brutte esperienze legate a Capodanno, non
volevo più correre il rischio di illudermi che qualcuno potesse
corrispondere i miei sentimenti.
Anche
quando ormai era palese che anche io gli piacevo, ero comunque
bloccata dal semplice fatto che lui fosse lì.
Un muro invisibile mi sbarrava la strada e mi impediva di avvicinarmi a lui.
Un muro invisibile mi sbarrava la strada e mi impediva di avvicinarmi a lui.
Per
quanto possa suonare assurdo a chi mi conosce in altri frangenti, io
sono una Timida con la T maiuscola.
Mentre
ero in campeggio in Croazia ho letto un libro sull' argomento. Non
uno dei soliti manuali che insegnano metodi per vincere la timidezza,
ma un libro che semplicemente indaga le cause evoluzionistiche e
biologiche, oltre che ambientali e psicologiche, che stanno dietro a
questa caratteristica.
E
sapere che la timidezza non è qualcosa da “curare” o “superare”,
ma qualcosa che va semplicemente accettato, mi ha tolto un mattone
dal petto.
Mi
sono sempre sentita difettosa per non essere in grado di affrontare
determinate situazioni, come dover parlare in pubblico, dover
sostenere un esame orale o delle conversazioni con persone che
conoscevo poco, dover parlare con franchezza di quello che provavo,
dover interagire con persone che trovavo attraenti o per cui provavo
ammirazione.
Le
persone, prese una alla volta, mi piacciono e mi incuriosiscono
molto, mi piace l' idea di poter imparare cose nuove da loro. Starei
ore ad ascoltarle, osservarle, addirittura studiarle. Ma la gente, la
gente invece no, non mi piace affatto. La gente mi esaurisce.
E per
me, anche solo un gruppo maggiore di 3-4 persone alla volta, è già
“gente” ....
Spesso
dentro di me si consuma una spietata lotta all' ultimo sangue tra
curiosità e timidezza, che mi lascia segni molto profondi.
Ho
sempre sofferto molto per non essere all'altezza delle aspettative
altrui, ma ancor più strano e terribile era volermi nascondere per
gli elogi, per i buoni voti, per le attenzioni ricevute, per i
complimenti. Ero lo stereotipo della bambina che affonda la faccia
nella gonna della mamma appena uno sconosciuto le rivolge la parola.
Ed
eccomi lì, a 27 anni sdraiata su un tappeto in una sera d'agosto, ad
affondare la faccia nella felpa di un ragazzo che mi piace come se
fosse la gonna di mia madre. Aggrappata come un cucciolo di koala ad
un ragazzo più giovane di me di qualche anno, ma davanti al quale mi
sento così piccola..mi sentivo al sicuro e terrorizzata al tempo
stesso.
Mi ci
è voluta un'infinità per sbloccarmi. Cercavo la sua pelle sotto i
vestiti, cercavo le coccole, volevo fargli capire in qualche modo che
mi piaceva, volevo dare e ricevere conferme, ma non riuscivo ad
alzare lo sguardo per incrociare il suo.
Perché
se lo avessi fatto, avrei dovuto parlargli.
Mi
mancava il coraggio e non respiravo quasi, per paura di esistere.
Vedere
che Moreno, invece, era abbastanza “ben avviato” sul divano con
un' altra ragazza, non solo non mi aiutava, ma anzi, mi riempiva di
invidia: perché per loro era così facile? Perché per le persone
come me è così difficile anche solo dire “mi piaci” , ed è
invece così facile capirlo osservandomi? Perché dovevo sentirmi
così impotente, e subire passivamente le mie emozioni, senza poterle
esprimere?
“Non
è giusto..” pensava la bambina con la faccia dietro la gonna della
mamma.
Ricordo
che ho preso un po' di coraggio, ho riempito i polmoni di lui, e ho
alzato la testa, cercando il suo viso, incrociando il suo respiro, e
finalmente, dopo un tempo interminabile, ho sfiorato la sua guancia
con un sussulto.
Ci
siamo baciati a lungo prima che io riuscissi a muovermi di nuovo.
Prima solo a stampo, come due ragazzini, poi baci sempre più intensi
e profondi.
Le
nostre mani ci scorrevano addosso, esplorandoci, sfiorandoci,
cercandoci, graffiandoci per ricordarci di essere vivi, qui e ora.
Quando
alla fine siamo arrivati a spogliarci, l' aurora filtrava dalle
finestre.
Non
so come descrivere quello che ho provato in quei momenti.
Le
parole sono così imperfette quando si tratta di raccontare i
sentimenti che ci legano agli altri...
Ero
felice, ero incredula, ero euforica, ero serena. Mi sentivo
spaventata e coraggiosa, fragile e forte insieme.
Il
pavimento mi levigava le ossa, ma non mi importava. Quel momento
bellissimo in cui ho fatto l'amore con un ragazzo fantastico su di un
tappeto, una notte di agosto, non me lo scorderò mai. Perché io non
riesco a dire che abbiamo fatto sesso, quando ci penso, quando ne
parlo, quando ogni tanto mi torna in mente e mi stringo in me stessa
per l' emozione. Per me quella notte abbiamo fatto l'amore. Per
quanto possa fare paura dirlo di una persona che conosco ancora così
poco...
L'alba
era già sorta prima che qualcuno suggerisse di spostarci tutti e 4
su una superficie più morbida.
La
lavatrice ha finito il suo ciclo. Anche se quello che c'è stato
viene lavato via, i nostri ricordi non sbiadiscono al sole e il loro
odore ci rimane dentro.
Spero
che molti altri ricordi ancora potranno formarsi sopra a quelli,
visto che non ho nessuna intenzione di perdere l'occasione di
costruire un rapporto con una persona che mi fa stare così bene.
Buon
Ferragosto a tutti!
Spero
che lo abbiate passato bene come me...
mi immedesimo tanto nella tua Timidezza (anzi la mia è tutta maiuscola sopratutto con chi nn conosco). Condivido la tua filosofia di amare l'essere(incondizionato, libero e senza pregiudizi). Ammiro il tuo coraggio di parlarne e manifestarne le emozioni più profonde. Sarai davvero una xsona speciale ... misteriosa da scoprire....che mi piacerebbe conoscere ...in profondità..... 6 sempre + attraente ... Con affetto.
RispondiEliminaPaolo Rossi
ma porcaccia la miseria, com'è che vedo 'sto post datato 15 agosto solo oggi??? e sì che ogni pochi giorni torno a vedere se x sbaglio viene pubblicato qualcosa. grrrrrrrr
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