Visualizzazione post con etichetta gelosia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta gelosia. Mostra tutti i post

mercoledì 18 luglio 2012

Il Gioco della Gelosia

Leu ed io parliamo moltissimo, è uno dei ragazzi più chiacchieroni che abbia mai avuto. Mi sento quasi come se avessi di nuovo un'amica del cuore, quando sto con lui. 

Durante le nostre chiacchierate, ogni tanto lui si lancia in quello che io chiamo "Il Gioco della Gelosia" :

Lui inventa una situazione ipotetica (di solito una situazione che se ribaltata potrebbe farlo ingelosire) e mi chiede come mi sentirei o cosa farei in quel caso. 
Io cerco di rispondere, immaginandomi la situazione e immedesimandomi il più possibile.

Lo scopo del gioco è trovare qualcosa che faccia ingelosire Beatrice.

L: "cosa faresti se mi sentissi fare l'amore con un'alta persona nella stanza accanto?"
B: "In che senso? Beh, se mi invitassi a casa tua appositamente per vederci e poi saltasse fuori all' ultimo momento che c'è anche un'altra ragazza e io 
 per vederti dovessi aspettare che tu abbia finito con una che non conosco saltata fuori dal nulla all'ultimo momento, penso che mi incazzerei!"
L: "beh sì ma quello che c'entra... Io dicevo una situazione come quella che ha fatto ingelosire Luca!"
B: "Ah! Beh, allora penso che sarei contenta per te."

L: " e se io uscissi per i Navigli con Tipa X invece che con te?"
B: "Boh? A me i Navigli fanno cagare!"

E via dicendo...

Di solito il gioco si conclude con Leu che dice qualcosa tipo: "Ah! Visto? Tu non sei mai gelosa!" e io che cerco goffamente di convincerlo del contrario. 
Gli spiego che sì, anche io sono insicura o gelosa, portando degli esempi della mia vita di tutti i giorni. 
"Sì ma quella non è  vera gelosia!" mi dice lui.

Insomma, agli occhi dei miei partner, sembra che niente possa farmi ingelosire. E io stessa ho spesso difficoltà a capire cosa renda le persone gelose. Addirittura Luca si stupisce quando gli dò consigli di relazione quando ha problemi con gli altri suoi partner!
Credo mi sia così difficile descrivere la gelosia perché io stessa non ne conosco il meccanismo e la capisco poco.

In effetti la capisco così poco da doverne cercare la definizione su wikipedia mentre scrivo:

"La gelosia è un sentimento di ansia e incertezza dell'essere umano, causato dal timore che la persona amata sia voluta da altri, o che essa preferisca altri

La conseguenza può essere di rabbia e risentimento verso chi si pensa sia più considerato dalla persona amata; più in generale è causata dalla paura di perdere quello che si pensa di possedere
Secondo Freud il sentimento della gelosia non è rivolto solo alla persona che si pensa di perdere, ma ad una terza persona, quella verso cui si sente rivalità."


Se la gelosia è davvero scomponibile come dice Reid Mihalko (il creatore dei cuddle-parties), allora forse finora ho sempre provato solo uno dei suoi aspetti per volta, o sono stata in grado di riconoscerli e identificarli prima che si ingrumassero e mi travolgessero.

Se chiedo agli altri miei partner cosa provano quando sono gelosi, mi descrivono sensazioni corporee molto nette, come una coltellata o un calcio nello stomaco. Ecco, io difficilmente provo queste cose rivolte verso qualcuno che amo, e quando lo provo, è per motivi diversi dalla gelosia.
Provo questa sensazione quando vengono violati i miei diritti da una persona di cui mi fido, per esempio. O quando la mia fiducia in loro viene minata in qualche modo.

Proviamo a tornare al discorso di Reid: 
Lui scompone la gelosia in tante parti, che chiama i tentacoli del polipo della gelosia
Queste parti sono ciascuna un aspetto separato della gelosia, e rappresentano un bisogno insoddisfatto della persona: c'è la paura di rimanere soli, la paura del rifiuto e della perdita, l' insicurezza, il bisogno di sentirsi unici, speciali, e quindi di "avere l'esclusiva" su qualcosa che sia "solo nostra" (quindi il bisogno di possesso), il bisogno di equità, il desiderio dell'altro, il senso di inferiorità e quindi la rivalità o competizione con gli altri partner o gli altri interessi del partner. Insomma, ce n'è per tutti i gusti!
In realtà se ci penso io provo tutte queste cose, come credo tutti le provino.
Però non sento di potermi definire propriamente gelosa...

Spesso mi sento insicura, ma raramente vedo negli altri la causa della mia insicurezza. Di solito me la prendo con me stessa per la mia inadeguatezza.

Il bisogno di sentirmi unica lo sento sempre, ma è più che altro un bisogno di non essere assorbita in una massa informe di persone anonime e di conservare un briciolo di individualità e personalità, più che di primeggiare sugli altri.
Sono un po' hipster, in questo...

So che la relazione che ho con Moreno è diversa da quella che ho con Luca e da quella che ho con Leu, e non ho paura di non poter "essere unica" per loro, perché so di non essere uguale a nessuna persona che loro frequentano. 
"Io sono unica, proprio come chiunque altro!" 
(Non ricordo chi l' ha detto, ma mi piace questa frase!)

Quello che non sento, invece, è il bisogno di essere considerata migliore.
Rifuggo la competizione come la peste, non credo nel binomio "giusto vs. sbagliato" o "il migliore vs. tutti gli altri", e quando mi accorgo che ci si aspetta che io competa con qualcuno, sento il bisogno di abbandonare il campo. Come in qualsiasi altro caso in cui mi viene imposto qualcosa dall'alto.
Forse sono ingenua in questo, ma spero un giorno di poter vivere in un mondo in cui abbiamo tutti la stessa importanza e siamo tutti sullo stesso piano, e proprio per questo ci sentiamo liberi di essere diversi e di non doverci per forza omologare né competere, ma di collaborare e portare ognuno la propria esperienza personale per arricchire il dialogo e lo scambio di idee.

Questo purtroppo mi porta a rimanere profondamente delusa quando qualcuno si dimostra peggiore di me in qualcosa, piuttosto che compiaciuta. 
Non trovo niente di bello nel fallimento degli altri, neanche di chi mi sta sul cazzo, perché è un fallimento che potrebbe riflettersi negativamente sulla collettività.
E so perfettamente che forse invece non dovrei aspettarmi che gli altri decidano di porsi sul mio stesso piano ed accettare le stesse responsabilità, nemmeno qualora venisse davvero data loro questa possibilità.

Sentirmi sola e depressa, di tanto in tanto, fa parte di me. Ormai ho imparato ad accettarlo come un lato della mia personalità, e non a considerarlo qualcosa che va corretto. Quando mi capita, posso chiedere ai miei partner di starmi vicini, nei limiti delle loro possibilità. Ma questa mia sofferenza non ha niente a che fare con la presenza di altri metapartners.

Sentirmi rifiutata è qualcosa su cui non sono in grado di lavorare, e quando succede semplicemente tutto il rapporto viene distrutto, come se non fosse mai esistito. 
Quindi il motivo per provare gelosia semplicemente decade:
Se ho già perso una persona, non posso più avere paura di perderla, quindi la definizione di gelosia che dà wikipedia non si applica molto facilmente. Il sentimento che provo verso gli ex che mi abbandonano è più simile a un lutto che a quello che normalmente viene descritto come gelosia: per me il partner è come se fosse morto, poco importa determinare a posteriori quale sia la causa della morte. Sapere che mi ha lasciata per un' altra persona non lo rende più o meno doloroso di sapere che mi ha lasciata per altri motivi. 
Se decido di indagare sulle cause arrivati a quel punto, ormai è solo per poter fare tesoro dei miei errori, e assicurarmi che non vengano più ripetuti in futuro.

Sul senso di possesso hanno sempre prevalso l'amore per l'altro e l'incapacità di arrogarmi il diritto di decidere per gli altri, perché la considererei una prevaricazione, mentre per quanto riguarda l' equità, trovo la questione molto complicata e non esauribile tramite un post di blog.

Ricordo la gelosia di mio fratello e le sue continue accuse di essere "di parte" o di "preferire me" rivolte ai nostri genitori, accuse forzate ai limiti dell' assurdo, come lo sono spesso i discorsi dei bambini, e ricordo il mio disagio di fronte a questi attacchi rivolti a loro, ma diretti verso di me. 

Loro sbagliavano nel preferirmi, quindi io ero la pietra dello scandalo.
Io ero ciò per cui stavano facendo i "cattivi genitori".
Essere neutrali e completamente "equi", quando ci sono di mezzo i sentimenti, non solo è impossibile, ma può essere dannoso. 
Io mi sentivo molto più insicura e bisognosa di protezione di mio fratello, che vedevo come un esempio di autonomia e di forza, e dare a entrambi lo stesso ammontare di attenzione e di cure, avrebbe probabilmente creato problemi altrettanto gravi. 

Stessa cosa può valere per i rapporti sentimentali fra non consanguinei. 
Uno dei miei partner potrebbe avere bisogno di più attenzioni dell'altro, e io potrei essere naturalmente portata a dare più attenzioni a uno invece che all'altro, e quindi ogni singolo caso va analizzato separatamente, e chi si sente trascurato ha certamente il compito di farlo notare, perché nessuno di noi sa leggere nel pensiero. 
Ma c'è una sottile differenza tra "far notare" le cose con serenità e "rinfacciarle gratuitamente".

Non credo che ne farei una questione di "equità e giustizia" se uno dei miei partner volesse passare più tempo con altri partners che con me, credo ci si dovrebbe accordare meglio in modo da non far sentire nessuno trascurato, certo, ma non conterei il numero di ore che passa con le altre persone per rinfacciargli che è più di quanto passi con me.
Ognuno di noi fa quello che può con il tempo e le risorse a propria disposizione!

Solitamente in un rapporto, con il passare del tempo, si tende a desiderarsi e a volersi vedere sempre di più, per riempire i buchi e permeare sempre più nella vita dell' altro. Questo percorso, se fatto in maniera sana può dare molto alla coppia, ma non è detto che lo si possa o voglia fare con tutti, o che abbia per tutti la stessa velocità, e soprattutto non ha senso pretendere che l'altro elimini gli altri per dedicarsi a voi a tempo pieno. 
Proprio come non mi aspetto che la persona che amo si licenzi per stare sempre con me, non mi aspetto neanche che rinunci agli altri partner, a vivere da sola (se lo preferisce) , a vedere amici e parenti, o ai propri hobby e alle proprie passioni per me. 
E mi aspetto che gli altri mi rispettino allo stesso modo.


Forse in fondo non riesco a essere gelosa nel senso classico del termine ( vale a dire far scenate, lamentarmi, mettere veti eccetera) perché sono stufa di gente che si sente il diritto di farlo con me, e ho ormai un rifiuto così radicato verso certe limitazioni che mi è capitato di subire, da non poter concepire di imporle a qualcuno che amo.

Per questo stesso motivo, non riesco a prendere troppo sul serio la gelosia, né a comprenderne del tutto il funzionamento.
Ma dire che io non sono mai gelosa di niente, oltre che impreciso, è anche molto pericoloso: 
Io non sono infallibile, e questa falsa percezione che io sia immune alla gelosia può indurre gli altri a sopravvalutarmi. 
La mia paura è che quando sarò davvero gelosa, nessuno se lo aspetterà, nemmeno io , e finirò per combinare un casino. Quindi vigilo restare vigile e tenere sempre d' occhio i miei sentimenti, per prevenire la catastrofe.





venerdì 30 marzo 2012

Polyintervista! parte prima

Luca, Bea & Moreno


Questa è l' intervista che abbiamo fatto per un forum online. 
Purtroppo nel forum per esigenze di spazio hanno dovuto tagliuzzare un po' le mie risposte logorroiche, quindi abbiamo pensato per amor di correttezza di pubblicarle qui in versione integrale. Enjoy!
b


"Beatrice, Moreno e Luca condividono una relazione poly: vivere più di una relazione nello stesso periodo e alla luce del sole.


Domanda: Beatrice, Moreno e Luca, quando vi siete conosciuti? 

Bea: Ho conosciuto Moreno circa due anni e due mesi fa su Okcupid, un sito di dating poly-friendly e gratuito, o almeno allora lo era. All'epoca vivevo a Mestre e frequentavo già altri due ragazzi, i quali però non erano del tutto a loro agio con la mia idea di rapporto... 

Ma come succede spesso in questi casi, avevano iniziato entrambi a frequentarmi (separatamente) senza impegno solo per il sesso, e una volta che la storia è diventata più seria e ci stavamo innamorando, è venuta a mancare da parte mia la disponibilità a diventare monogama per uno di loro, anzi avevo iniziato a parlare loro di Moreno come una potenziale nuova relazione,e loro si devono essere sentiti "traditi" perché mi hanno lasciata quasi contemporaneamente. 
Uno ha finito per tediarmi con continue scenate di gelosia e insulti, lasciandomi e rimanendoci male del fatto che non abbia cercato di riconquistarlo, mentre l' altro è passato da "potrei chiedere alla ditta di trasferirmi nella sede qui vicino, per vederci più spesso" a "restiamo amici" (che ovviamente nel linguaggio maschile significa "adesso sparisco dalla tua vita senza spiegazioni").

In quel periodo sono anche stata ricoverata in ospedale per un problema all'utero e ho scoperto di avere l' endometriosi. 
Moreno è stato l' unico a rimanermi vicino e a prendersi cura di me per tutto il periodo della mia convalescenza, e più o meno dopo qualche mese di quella che sembrava essere partita solo come una bella amicizia virtuale, ci siamo innamorati e abbiamo quasi subito deciso di andare a vivere insieme, complice forse anche la situazione.
All' inizio temevo che mi compatisse per i problemi di salute che avevo e ero convinta che presto anche lui sarebbe tornato alla monogamia,ma col tempo mi sono resa conto che lui "faceva sul serio" e mi sono sentita finalmente a casa.
Abbiamo avuto altre storie mentre stavamo insieme, tutte hanno seguito più o meno le stesse dinamiche di cui sopra con piccole variazioni, e poi abbiamo (finalmente) incontrato [Luca].


D: la vostra relazione è iniziata come triade?

Bea: No, io e Moreno abbiamo iniziato come coppia aperta, lui con una maggiore tendenza a cercare anche rapporti occasionali o trombamicizie, io con la voglia di formare una famiglia poly di persone che si amano, dato che ho sempre sentito la mancanza di una famiglia stabile nella mia vita a partire dall'adolescenza, e dato anche il mio minore interesse per il sesso fine a sé stesso, siccome ora l' endometriosi mi dà problemi (che poi diciamocelo,secondo me il sesso non è mai solo fine a sé stesso, è una balla che le persone che hanno paura di impegnarsi si raccontano per scaricarsi la coscienza). 

D: avete figli?

Bea: No, magari! Mi piacerebbe averne un giorno, ma sia io che Moreno abbiamo avuto problemi agli organi riproduttivi e non sappiamo se siamo ancora fertili, e Luca ne ha già 3, e forse a 45 anni non ha voglia di metterne altri in cantiere... 
Io personalmente troverei più etico adottare dei bambini che produrne altri in un pianeta già sovraffollato e al collasso, ma credo che sperare nell'adozione di bambini per una coppia di fatto di bisessuali atei poly , in Italia, sia pura utopia, e che lo sarà ancora per molte generazioni. 
Ovviamente anche il fattore economico giocherà sempre un ruolo fondamentale: il fatto che nessuno di noi abbia un lavoro fisso né un'entrata sufficiente a mantenere un* figli* è ancora un grosso limite
Quindi speriamo che un giorno, forse, quando i pianeti saranno allineati, chissà...


D: attualmente vivete tutti insieme? se no, come vi organizzate per incontrarvi? 

Bea: Io e Moreno viviamo insieme nel vicentino, mentre Luca vive a Roma. 
Il suo lavoro gli permette di viaggiare molto, e cerca di incastrare i voli per lavoro con delle visite da noi, la cui frequenza dipende da quanti corsi gli assegnano, quindi non abbiamo ancora una regolarità nel nostro rapporto. 
Noi possiamo andarlo a trovare meno spesso, e purtroppo dobbiamo fare anche un fastidioso discorso materiale: ogni volta che dobbiamo spostarci noi, le spese sono da raddoppiare (2 biglietti del treno ecc.). 
Casa nostra è più spaziosa, quindi finora abbiamo trovato più pratico ospitarlo noi. 
Ma mi piacerebbe molto anche andarlo a trovare. 
Tra l'altro ho anche un altro amico poly a Roma che non vedo da tempo e mi piacerebbe fare una bella rimpatriata...


D: Nessuno di voi tre prova (o ha provato) mai gelosia? 

Bea: Io credo che tutti in certa misura provino gelosia, anche se non per tutti si esprime come desiderio di esclusività verso l' altro, e non per tutti viene soddisfatta da criteri monogami. 

Nel mio caso, essendo io una persona dall' indole molto insicura e apprensiva (peggiorata anche a seguito di alcune mie brutte esperienze passate) può capitarmi di sentirmi trascurata se per esempio resto a casa da sola mentre Moreno o Luca vanno a trovare qualche altro loro partner, come può anche solo capitarmi di sentirmi triste se una persona che amo è troppo presa dal lavoro o da altre attività per darmi cenni di vita. 
Anche se non sono particolarmente ossessiva e non pretendo di sentirci tutti i giorni alla stessa ora, in generale una volta che viene stabilito il livello di comunicazione abituale con cui siamo a nostro agio, prendo l' interruzione della stessa come un campanello d'allarme.
Per esempio con un mio ex ero abituata a sentirci tutti i giorni su skype e lui ogni tanto mi mandava sms con frasi affettuose. Quando ha smesso bruscamente, ho capito subito che qualcosa non andava e ho sofferto molto. Di lì a poco, infatti, la relazione è finita.
Ma credo che capiti un po' a tutti di reagire così in questi casi! 

Un sentimento che ho scoperto di provare, soprattutto quando ho a che fare con delle persone che mi lasciano per seguire la via della monogamia, è di sentirmi esclusa e "scartata" per qualcun altro, e la cosa mi fa soffrire, perché in quanto poly io non ne capisco le ragioni, dato che non sento mai l'esigenza di "scegliere"tra due persone, ma le mie relazioni iniziano e finiscono per motivi indipendenti dagli altri miei partner. 
Non capire le motivazioni degli altri mi fa sempre male.
In questo io provo un tipo di gelosia più tendente all' inclusività che all'esclusività (il classico "anch'io, anch'io!" dei bambini):
La mia reazione, quando qualcuno che amo ha un'altra, è di voler partecipare, di volerne sapere di più, magari anche di farci amicizia, insomma di non voler essere lasciata fuori, piuttosto che di voler competere con l'altra persona o di volerla "eliminare". 
Se l'interazione con gli altri partner della persona che amo mi viene preclusa o diventa ostile, soffro molto.

Per questo devo anche stare sempre molto attenta a non impelagarmi con persone in relazioni di tipo "don't ask, don't tell".

sabato 9 ottobre 2010

I gatti liguri: un progetto di riunificazione

Pepe, il gatto di Satana...
Pepe e Leo si sono ambientati nella nuova casa con una rapidità promettente. Sono anche stati bravissimi nel viaggio da incubo, per il quale ho ancora male alle spalle... Promemoria: emigrare in un Paese dove i treni funzionano!!!
Mi sento sollevata all' idea di averli di nuovo qui con me, anche se faccio ancora un po' fatica a non sentirmi una merdaccia per averli lasciati da soli in Liguria per un anno intero.

Di tutti i gatti che avevamo io e R prima di lasciarci, ne sono rimasti 5. Amelie è morta in modo orribile mentre ero via, un anno fa, e Mascherina e il suo fratellino sono scomparsi nel nulla dopo il trasferimento in Liguria. Una parte di me pensa "almeno non ero presente quando è successo", mentre l'altra mi accusa proprio di non essere stata con loro, a vigilare che non si facessero male.
Quando ho lasciato l' appartamento dove vivevo con R, l' unico posto che ho trovato, in tutta fretta, era una minuscola singola al terzo piano di un palazzo in centro a Mestre, un posto in cui non ho nemmeno osato chiedere se potessi tenere un singolo gatto, perché sapevo già quale sarebbe stata la risposta.
Ora Moreno, dopo attenta analisi, mi ha proposto di portare qua i miei gatti, un po' alla volta, in modo da capire se siamo in grado di mantenerli con quello che abbiamo.
Abbiamo sempre avuto tanti animali in Liguria, e ci sono sempre stati dei vicini ignoti che li avvelenavano, li picchiavano, li investivano o li facevano sparire. Ricordo ogni singolo trauma infantile regalatomi da questi individui, ogni gatto morente trovato in cortile, più o meno corredato di pozzetta di sangue, ogni gatto scomparso e mai più ritrovato. A coronare l' incubo c' è una ferrovia da un lato e un cane che se li mangia dall' altro. Morire di vecchiaia è davvero raro per i gatti, da quelle parti.

Qui non c'è neanche la stazione, e passano poche macchine di giorno e quasi nessuna di notte. Non mi risulta ci siano cani aggressivi, mentre molti gatti del vicinato interagiscono regolarmente con Miki e Lulù.
Mi chiedo come sia la situazione nella ridente cittadina in cui viviamo.. chissà se l' antica tradizione vicentina dei "magnagati" esiste ancora in qualcuno di questi paesini!
I discorsi del padre di Moreno sui suoi gatti avvelenati in un paese vicino erano poco incoraggianti, e non me la sento di affrontare altri vent' anni di lutti e frustrazione. Frustrazione, perché non ci sono difese contro queste persone, e non mi risulta che a nessuno interessi aprire indagini in casi di animali avvelenati. In Italia è già tanto se si risolvono i casi di omicidio! Figuriamoci chi mai muoverebbe il culo per un paio di palle di pelo. I miei gatti sono tutti sterilizzati, e quelli di Moreno lo saranno presto, appena Miki finisce di allattare. Speriamo che almeno così diventeranno più casalinghi e staranno lontani dai guai!

Leo, il figlio di Pepe, ha subito un brutto incidente qualche mese fa. Non ero là al momento, come sempre, ma mia madre mi ha raccontato che sembrava fosse stato investito, magari di striscio, o preso a bastonate. Inizialmente trascinava le gambe dietro e non le muoveva, aveva una chiara interruzione della spina dorsale dove era stata colpita, poi ha recuperato molto, e ora cammina quasi normalmente, anche se ha qualche difficoltà a saltare e correre.

Ma di sicuro non gli manca l' appetito! Ieri qualcuno,credo Miki, ha portato in casa un merlo, e lui se ne è appropriato, letteralmente divorandolo crudo (che schifo!!).
Pino in compenso si è fregata un paio di penne da un' ala, e le difendeva strenuamente da chiunque si avvicinasse a lei, ringhiando e soffiando. E' il batuffolino più buffo, pazzo e adorabile che abbia mai visto!

Anche la convivenza tra i gatti ospiti e i padroni di casa sembra ingranare: Leo non soffia più alla gattina, e lei non cerca più di farlo arrabbiare. A volte li troviamo addormentati sulla panca, quasi vicini.
Pepe soffia a tutti, specie quando vengono coccolati al suo posto.. è molto gelosa, e non accetta che io possa volere bene anche agli altri. Decisamente un atteggiamento non poly! ma almeno non picchia nessuno. Ovviamente da brava puttanaccia ha subito iniziato a fare le fusa a Moreno, mentre mi degna a stento di uno sguardo >:(

Leo è il gatto più dolce che abbia mai avuto, ha ancora l' abitudine tenerissima di fare il pane sulle mie gambe quando lo coccolo, e di mordicchiarmi con affetto il polso quando si emoziona per le coccole. Anche se sa che sua madre lo respingerà, continua a ostinarsi ad andarle incontro contento, e ha scambiato Lulù per Louna, la sua nipotina a cui ha fatto da bay-sitter per tanto tempo, accogliendola con tante feste e avvicinandosi tanto da prendersi qualche bella soffiata. Si è già scelto i suoi posti preferiti in casa: la panca in cucina e il letto, bassi e di facile accesso anche per lui. Pepe ha la sua base operativa sopra il frigo.

Mentre guardo Leo e la stanza è pervasa dalle sue fusa, mi riesce difficile credere che qualcuno possa voler spezzare la schiena ad un gatto così pacifico.

Qualunque cosa gli sia successa, ora è qui con noi, e ci prenderemo cura di lui. Non voglio più perderlo di vista per un bel po' :)