Un blog su un gruppo di persone in una relazione aperta in Europa, alla ricerca di un modo di amare e vivere con altre persone, mantenendo nel frattempo i propri diritti.
giovedì 24 marzo 2011
Un altro tipo di sex symbol
Leggo una pagina molto confusa in cui una donna attraente sogna di venire piacevolmente torturata e abusata da diverse figure pittoresche, ognuna delle quali parla una lingua diversa.
Thomas mi traduce le parti in tedesco, mentre alcune parti in francese rimangono come grossi punti interrogativi nella mia mente.
Non riesco a capire del tutto cosa si stia dicendo, ma le immagini che scorrono fra le pagine sono fin troppo esplicite.
Stiamo leggendo una raccolta di “Valentina” di Crepax.
Nata come fidanzata di un insulso supereroe italiano, Valentina ha presto soppiantato il proprio compagno ed è diventata la protagonista effettiva del fumetto che porta il suo nome.
E' bella, sexy, intelligente e fotografa: un lavoro creativo, stimolante e che richiede stile e gusto estetico.
Come non innamorarsi di un personaggio così raffinato, e che colpisce non solo la vista, ma anche i nostri desideri più profondi?
Nonostante il suo appeal, il suo sguardo profondo e le morbide linee di inchiostro che definiscono le sue ciglia, le ciocche del suo caschetto nero e le sue curve perfette, Valentina non sembra avere più di una seconda.
Come è possibile tutto ciò?
Perché a distanza di qualche decennio è così difficile trovare un personaggio altrettanto provocante e sexy, una donna che non abbia bisogno di taglie spropositate per attirare l' attenzione del pubblico?
Quando siamo diventati così malati di abbondanza?
Valentina non è l' unico né l' ultimo esempio di donna "piatta" affascinante, ma sono esempi sempre più rari nella nostra società.
La stessa Shane della serie “The L word” , così attraente nel suo mix di aspetti tormentati e androgini, è comunque una “maschiaccia” poco interessante per un target maschile e più indirizzata verso un pubblico di lesbiche, cioè donne, che comunque sono considerate naturalmente più sensibili, e abituate a non fermarsi alla superficie di una persona nel giudicarla appetibile o meno.
Anche nel porno le figure più famose hanno misure fantascientifiche, e forse quello che attira è proprio il modello poco realistico.
Molti uomini hanno la tendenza a evadere dalla loro realtà.
Spesso e volentieri percepita come noiosa o insoddisfacente in campo sessuale, questi individui si creano un mondo di fantasia dove il corpo femminile tanto ambito ed estraneo sfida le leggi fisiche, può essere maltrattato ed è sempre pronto all' uso, come un giocattolo di gomma.
Molti uomini sono più attenti all'aspetto materiale del sesso perché abituati a considerarlo un esercizio delle proprie funzioni fisiologiche, scollegato dalle emozioni.
L' unica pseudo-pornoattrice con un seno piccolo che abbia mai apprezzato finora è Liz Vicious, ma anche questa piccola succube goth-girl è da considerarsi un caso particolare e non certo un sex symbol largamente diffuso come una qualsiasi Pamela Andreson.
Insomma, resta comunque una sorta di “nicchia”.
L' importante è il carattere
Non fanno che ripetercelo tutti, con un tono semiconsolatorio, a metà tra l'autocompiacente e il caritatevole, ma sono pochi quelli che lo credono veramente.
Tutti giudichiamo gli altri e il loro corpo, fin dal primo istante in cui li incontriamo.
Io lo faccio di solito per più tempo, osservo molto i movimenti e il portamento di una persona subito dopo aver passato in rassegna la struttura fisica, le mani,la nuca e il volto, in quest' ordine, e di ogni parte annoto mentalmente cosa mi piace e cosa non mi piace di ognuno, a che distanza voglio tenere quella persona e cosa voglio approfondire di lei.
Una scansione completa, insomma.
Ma già dopo i primi 5 minuti so se voglio approfondire la conoscenza con una persona o meno.
Anche io ho una serie di pregiudizi riguardante l'aspetto fisico delle persone che vorrei attorno.
Pregiudizi che vengono regolarmente rotti dai numerosi "casi particolari" di persone superfiche che incontro ogni giorno, e che non hanno affatto il peso o la misura di reggiseno che credevo mi sarebbero piaciuti incontrare.
Eppure finiamo comunque per diventare ottimi amici, amanti o compagni per la vita.
Insomma, possiamo scrivere fiumi di inchiostro sulle dimensioni ideali che il corpo nostro o degli altri dovrebbe avere per piacerci, ma a conti fatti il corpo, con tutti i suoi limiti fisici, è davvero secondario alla personalità.
Un mero gusto estetico per certi attributi non potrà mai sostituire la profonda connessione che è possibile instaurare tra due esseri umani, una volta trovato il coraggio di far cadere tutti i miti e le barriere che ci costruiamo intorno.
Quando troverò la mia Principessa, sono sicura che, per quanto potrò trovarla sexy e fantastica, il suo corpo sarà solo una minima parte delle cose che amerò di lei.
E che abbia un seno abbondante o piccolo, le cose più importanti per me saranno il suo carattere, il suono della sua voce, e la luce proveniente dal suo sorriso.
mercoledì 23 marzo 2011
Armi di distrazione di massa
La
nostra cultura è permeata di seni enormi, dallo stereotipo della
povera tettona ingenua presente in ogni manga che si rispetti, a
protagoniste di videogiochi dotate di tette
antiproiettile/antigravità, come Lara Croft o le eroine dei fumetti
Marvel.
Soprattutto
la cultura geek-otaku, quindi un bacino di utenza quasi
esclusivamente maschile, si è formata attorno a questi stereotipi e
li ha alimentati per potersene a sua volta cibare.
Un
cane che si morde la coda, insomma.
“Le
mie tette sono un problema per me. La gente non mi vede, vede solo
loro. Io SONO le mie tette.”
“Ehi,
dove stai guardando? Guarda che la mia faccia è un po' più su!”
Per
quanto possano sembrare frasi prese da qualche stupida commedia
americana, episodi simili mi sono stati riferiti più di una volta
nel corso della mia vita, da amici e conoscenti.
Una
volta ho perfino assistito a un episodio del secondo tipo. Il ragazzo
in quel caso se l' è cavata con un “le labbra, sto
guardando le tue labbra” scatenando una risata di gruppo.
I
problemi legati al seno grosso non sono solo luoghi comuni o leggende
metropolitane.
Ovviamente
le ragazze più dotate non sono nate stupide, e ci sono molte ragazze
intelligenti con un bel seno grosso tra le mie amiche.
Allora
perché lo stereotipo è così diffuso? Forse perché una ragazza con
un seno prosperoso più facilmente si abitua ad essere considerata
dagli uomini più per le proprie forme che per la propria
personalità, finendo per non riuscire o non volere farsi notare per
altre qualità.
Il
problema di essere le proprie tette, o il proprio
corpo, o qualunque altra cosa risalti di noi, è dato dalla
percezione stereotipata che gli altri hanno di noi, basandosi solo su
ciò che possono vedere senza prendere in considerazione il nostro
vero io, le nostre idee, il nostro carattere, la nostra essenza più
profonda.
Una
persona non è mai stupida o intelligente quanto appare, ma per
conoscerla davvero bisogna scavare più a fondo.
Ci
viene molto più facile adagiarci nel cliché che la società ha
creato per noi, che non cercare di spiccare come singoli individui in
una folla.
Anche
se ognuno di noi si considera unico dentro di sé.
In
fondo tutte sappiamo che essere carina o sexy è molto più facile
che risultare interessante.
Interessante
vuol dire complesso, e non tutti hanno voglia di impegnarsi a capire
una persona troppo complicata, o a spiegare agli altri la propria
complessità.
Per
questo gli stereotipi sono comunemente accettati dalla nostra
società.
Molti
di noi li usano come gusci dietro cui nascondere il proprio cuore
molle e indifeso.
Un
altro fatto che pochi uomini prendono in considerazione è che le
ragazze con un seno eccessivamente ingombrante si trovano ad
affrontare tutta una serie di problemi legati alla postura, i quali,
se non vengono risolti in età puberale, possono portare a vere e
proprie malformazioni della spina dorsale.
Avete
presente la tipica ragazza col seno grosso che sta sempre china come
se portasse un peso? Ecco, una mia amica delle medie era così.
Problemi
di questo genere non possono che influire pesantemente sull'
autostima e sulla percezione che queste ragazze hanno del proprio
corpo.
L'aspetto
visuale del sesso
Spesso
la fissazione degli uomini per il seno grosso viene giustificata con
la tipica teoria che “gli uomini sono più visuali delle donne” ,
in relazione al fatto che la loro vista è predominante e nella loro
sessualità gli stimoli visivi giocano un ruolo molto importante.
La
stessa giustificazione viene applicata al fatto che l'industria del
porno sia prevalentemente indrizzata a un pubblico maschile, perché
pare che le donne trovino maggiore eccitazione nelle proprie fantasie
che nel sedersi e guardare un film. Motivo per cui esistono tanti
esempi di letteratura erotica o di romanzi stile “harmony” (se di
letteratura si può parlare, bleargh!)
Personalmente
trovo che sia vero. Quando mi trovo a guardare un video porno con
Moreno, mi soffermo a giudicarne la qualità e le inquadrature più
di quanto dovrei eccitarmi nel vedere due tizi tutti unti e depilati
che fottono come se non ci fosse un domani.
Mentre
per connettermi con i miei sensi ho bisogno di chiudermi in camera e
pensare a situazioni o persone reali, o inventate da me, ma non mi
sento a mio agio se prendo a prestito i personaggi di qualcun altro
per le mie fantasie.
E'
come sbirciare dal buco di una serratura, e non mi va di entrare dove
non sono invitata.
Ma
conosco anche ragazze che non riescono a guardare la fine di un film
porno con il loro ragazzo, perché si eccitano così tanto che hanno
bisogno di mettere subito in pratica quello che hanno visto sullo
schermo.
Credo
ci sia solo una maggiore tendenza a interiorizzare le proprie
fantasie da parte delle donne, perché fin da piccole viene insegnato
loro a “fare le brave ragazze” e a non esternare i propri bisogni
fisiologici.
Che è
lo stesso motivo per cui una ragazza che rutta o dice parolacce
risulta molto più scioccante e sgradevole di un uomo.
Certe
cose vanno tenute nascoste, perfino a sé stesse, e ciò ne risulta
in una repulsione per tutto ciò che è sessualmente esplicito.
Legami
con l'allattamento
Una
volta spiegato il principio secondo cui gli uomini hanno bisogno di
stimoli visivi, può risultare più tollerabile per la fidanzata
piatta di turno, che il proprio partner fissi qualche ragazza meglio
carrozzata di lei, per la strada.
E'
relativamente facile, per una donna, capire che nell' uomo lo stimolo
sessuale e l' amore siano concetti ben separati da una grossa linea
di demarcazione.
Più
difficile invece è accettare che gli istinti sessuali sono
fortemente legati all' inconscio, alla figura materna e al complesso
edipico.
Perché
queste questioni sono più fortemente radicate e profonde di un mero
“prurito” sessuale o del semplice gusto estetico.
Ogni
uomo ha avuto un rapporto privilegiato con la propria madre, e quindi
anche con il seno della propria madre.
Recentemente
ho letto in un articolo che si sta cercando di capire se c'è un
collegamento tra la fissa per il seno grosso e problemi avuti durante
l' allattamento, come uno svezzamento precoce o tardivo, che abbia
creato un atttaccamento eccessivo del neonato verso questa parte del
corpo materno così ambita e al tempo stesso così proibita.
Quello
che le donne eterosessuali tendono a rimuovere, però, è che anche
le donne hanno avuto con la propria madre questo rapporto così
speciale.
Un
rapporto di amore in piena regola.
Le
insicurezze di molte donne legate alle dimensioni del proprio seno
sono legate al bisogno di confrontarsi con quella figura materna che
per molti anni è stato un esempio da seguire, raggiungere, e infine
superare, proprio come la figura paterna per un uomo ossessionato
dalle dimensioni del proprio pene.
Non
si tratta mai di complessi provocati da questioni pratiche o
razionali. Infatti non sta scritto da nessuna parte che una donna con
una prima o una seconda non possa allattare i propri figli quanto una
superdotata, e come si è già detto le dimensioni degli organi
sessuali non influenzano le prestazioni né la fertilità.
Quindi
il problema è semplicemente legato all' identità e alla propria
autostima, non a questioni pratiche. L' unico modo in cui le
dimensioni di certe parti del nostro corpo influenzano la nostra vita
è nel modo in cui questo ci fa percepire noi stesse e il modo in cui
gli altri ci percepiscono.
Nonostante
sia solo un aspetto superficiale di noi, per molte donne la
scollatura conta più di un bilgietto da visita, perché parla non
solo del nostro corpo, ma anche del nostro carattere e del nostro
coraggio di mostrarci al mondo.
(segue nell' ultima parte!)
(segue nell' ultima parte!)
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stereotipi
martedì 22 marzo 2011
Botti piccole e vino buono
E' vero, lo
ammetto, ho un problema con le tette grosse.
No, non è quello
che pensate voi, non sono ossessionata dalle tettone come la maggior parte degli
uomini, né invidiosa come la maggior parte delle donne.
Io trovo le tette
al di sopra della terza un po' esagerate, e mi fanno impressione allo
stesso modo in cui una persona obesa o anoressica mi fa provare un
misto di repulsione e compassione. Diciamo che soffro un po' per loro.
L'importanza
delle proporzioni
Io stessa non
conosco le cause di questo mio rifiuto.
Forse è solo una
posa perché tendo a snobbare tutto ciò che è anche solo
leggermente popolare, e le tette grosse lo sono.
O Forse è appunto
qualcosa che associo al peso corporeo, in fondo se ci pensate il seno
non è altro che un deposito di materia adiposa attorno alle
ghiandole mammarie.
Forse è dovuto al
mio inconscio tutto incasinato, e a problemi irrisolti con la figura
materna.
Vengo da un liceo
artistico, in cui siamo sempre stati abituati a ore ed ore di copia
dal vero con tanto di modella, e l'immagine di un corpo nudo, di per
sé, non è mai stato un problema.
La nostra modella era davvero molto attraente, e se al tempo avessi capito che mi piaceva forse sarei stata troppo imbarazzata per disegnarla correttamente, ma non mi sarei impressionata né scandalizzata.
Un bel corpo è sempre piacevole da guardare.
Ma quando si comincia a cambiare le proporzioni e a discostarsi dal mio ideale di corpo perfetto, altre sensazioni si fanno strada in me.
Un bel corpo è sempre piacevole da guardare.
Ma quando si comincia a cambiare le proporzioni e a discostarsi dal mio ideale di corpo perfetto, altre sensazioni si fanno strada in me.
Lo strip club
In una delle
nostre esplorazioni notturne, io e Moreno abbiamo passato una serata
alternativa in uno strip club, pieno di modelle e ballerine molto
sexy.
Oltre al disagio
di essere l' unica ragazza che non lavorasse lì dentro, ho provato
anche una sensazione sgradevole nel leggere un sentimento di noia
misto a indifferenza nella maggior parte di quelle ragazze, mentre si
esibivano attorno al palo.
Compassione per
quei corpi sfruttati a parte, da un punto di vista puramente estetico
mi accorgevo di guardare prevalentemente le ragazze con un seno di
dimensioni pari o inferiori al mio, ed erano veramente poche le
spogliarelliste "tettone" che potessero anche vantare un corpo snello e
perfetto.
L'amica del
liceo
“vedi? Il mio
problema non è che ho le tette grosse, sono i capezzoli che sono
enormi e non mi piacciono. Sono orribili!!”
Questo succedeva
un' estate che ero ancora al liceo, davanti a una mia compagna di
classe che si stava mettendo il costume da bagno di fronte a me.
In quell'
occasione non era stato impressionante né disgustoso trovarmi di
fronte a una quinta o forse sesta abbondante con tanto di capezzolo
“orribilmente enorme”, come lei lo definiva.
Un po' perché
all' epoca non ero nemmeno consapevole di essere bisessuale, o non
volevo ammetterlo, e cercavo di restare composta e di non arrossire di fronte a un'amica
che mi offriva uno spaccato del suo corpo tanto ambito tra i nostri compagni di classe maschi, e mi confessava qualcosa di così delicato come la repulsione che
provava per il proprio seno.
Ma non ci ho trovato niente di strano anche e
soprattutto perché quella ragazza era alta oltre un metro e ottanta,
ed era in grado di prendermi in braccio e sollevarmi in qualunque momento.
Su di lei delle
forme prosperose erano più che gradevoli alla vista.
Quindi anche la
mia percezione di cosa sia esteticamente gradevole è alterata dai
sentimenti che provo per quella persona, in questo caso la forte
ammirazione e amicizia, e dal resto del corpo.
Continuo a pensare
che, su di una ragazza della mia stazza, un paio di tettone
risulterebbe semplicemente ridicolo, ma non lo penserei mai di quella
mia amica dalla faccia d'angelo e dal corpo di valchiria.
(Ah e per chi si facesse strane idee sulla mia amica, ehm... se l' è "aggiudicata" mio fratello, quindi non rompetemi le palle: non ho storie lesbo legate al liceo da raccontarvi!)
Sensibilità e
terminazioni nervose
L' aspetto però
meno affrontato, delle dimensioni del seno, è un aspetto prettamente
pratico legato alla sfera sessuale, ma non solo.
Non è una gran
scoperta che un organo più grande sia generalmente meno sensibile
di uno più piccolo. Come si è già detto per le dimensioni del
pene, le terminazioni nervose tendono ad essere più concentrate in
un unico punto in caso di organi piccoli, mentre un membro molto
grande risulterà conseguentemente meno sensibile e necessiterà di
un maggior lavoro di stimolazione.
Lo stesso concetto
si applica alle dita o ad altre parti del corpo, ed è soprattutto
vero per gli organi sessuali e le zone erogene.
Quindi anche per
il seno.
L' areola e il
capezzolo sono estremamente sensibili in una donna proprio perché
ricchi di terminazioni nervose, le quali permettono alla donna di
provare molto piacere sia durante i preliminari, che durante
(addirittura) l'allattamento!
Ma questo tabù è a sé stante e andrebbe affrontato a parte.
Basti sapere che
sì, allattare è un' esperienza piacevole, e non nel senso più “casto”
del termine.
Quindi a letto, a
meno di non avere un partner particolarmente esperto, o a meno di non
far parte di una rara eccezione di donne prosperose ma ipersensibili,
sembrerebbe più comodo e conveniente avere un seno piccolo. Diciamo
che su questo ho una certa esperienzapersonale, anche se non ho mai letto studi che dimostrino un collegamento tra le dimensioni del seno e la sensibilità, quindi il mio "campione" non è abbastanza vasto da costituire uno studio vero e proprio. E' solo una cosa che ho notato tra le persone che conosco:
Ttutti i ragazzi e ragazze a cui ho chiesto mi confermano che in linea generale sono le ragazze con il seno più piccolo ad essere più sensibili.
E le poche esperienze che ho avuto con delle ragazze sembrano confermarlo...
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stereotipi culturali
domenica 20 marzo 2011
Saperlo usare
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Che il proprio attrezzo sia grande o piccolo, la grossa sfida resta comunque non farne un uso improprio.
Troppo spesso
sento gente millantare chissà quali prestazioni da urlo, senza magari conoscere nemmeno le nozioni elementari di anatomia. Gente che neanche si accorge della differenza tra orgasmo vero o simulato.
Troppe volte
capita di sentire i racconti del "dotato" di turno, che forte della
convinzione che basti avere un grosso attrezzo non si cura di
imparare ad usarlo.
La maggior parte
delle persone crede che gli unici problemi che un uomo e una donna
possano affrontare, durante il rapporto, sia che lui duri troppo
poco, o abbia il pene troppo piccolo.
O che lei sia troppo restia a raggiungere l' orgasmo per problemi di pudore e/o repressione.
Invece spesso e
volentieri noi affrontiamo il problema opposto:
Quando ancora non
stavo molto bene, il sesso per me era qualcosa di complicato e
doloroso.
Essendo io una ragazza fisicamente ed emotivamente troppo
sensibile, non ho mai avuto molti problemi a provare piacere, una
volta a mio agio e con la persona giusta.
Ma la mia scarsa
resistenza fisica e il dolore durante il rapporto finivano per
intromettersi più di una volta, costringendoci a lasciare tutto a
metà.
Non si tratta
certo della situazione ideale, quando hai la fortuna di avere due
ragazzi con "prestazioni" da far invidia a chiunque:
Mentre uno è
normodotato ma dura molto più della media, l' altro è di dimensioni
spropositate e ha comunque una durata allungata dall' ansia da
prestazione.
Per mesi mi sono
sentita inadeguata alle persone che mi era capitata la fortuna di
avere attorno, ed ero sempre frustrata e piena di rabbia per non
essere in grado di ricambiare adeguatamente e soddisfare i miei due
uomini.
Detesto sentirmi inutile.
Se si fosse
trattato di qualunque altro ragazzo, probabilmente sarebbe corso via
da una ragazza emotivamente e fisicamente così complicata da
“gestire”, e mi sarei ritrovata sola in poco tempo.
Ma come più volte
ho avuto il piacere di constatare, i miei ragazzi sono speciali tra
le persone speciali!
Nonostante le
difficoltà di questo anno, non ci siamo fatti mancare le coccole, l'
affetto, il dialogo e la comunicazione, soprattutto quella
comunicazione non verbale fatta di sguardi, di gesti e di silenzi
profondi, così importante tra gli amanti per rafforzare il rapporto.
Con il tempo, il
dolore durante il rapporto è diminuito, e siamo stati in grado di
alzare nettamente la qualità della nostra vita sessuale.
Ho scoperto io
stessa di avere dei pregiudizi sulle dimensioni del pene, che non
credevo fossero pregiudizi: credevo semplicemente di non essere
fisicamente “compatibile” con uno dei miei partner, visto che io
sono piccolina per costituzione, e quindi proporzionata al mio fisico
in ogni mia parte.
Invece dopo le ultime settimane mi sono accorta che è solo una questione di impegno, di rilassarsi e di sentirsi a proprio agio e al sicuro, e di riempire la nostra intimità di coccole, preliminari, parole dolci e seducenti che aprano la via per tutto il resto.
Invece dopo le ultime settimane mi sono accorta che è solo una questione di impegno, di rilassarsi e di sentirsi a proprio agio e al sicuro, e di riempire la nostra intimità di coccole, preliminari, parole dolci e seducenti che aprano la via per tutto il resto.
Leggendo questo articolo, poi, ho trovato la conferma a quanto già avevamo scoperto per conto nostro, più tante informazioni utili sulla praticabilità del sesso, anche con un superdotato che crede di avere una “maledizione” terribile.
Credevo che sarei
sempre stata condannada a una vita sessuale dolorosa e inappagante, a
causa dei miei problemi, e invece già a distanza di un anno dal
ricovero ci sono stati enormi progressi, e la situazione sembra non
possa far altro che migliorare!
Anche le
femminucce, però, devono stare attente a maneggiare con cautela i
loro uomini:
Spesso da un uomo
all' altro può esserci una enorme differenza di sensibilità, e
quello che può essere eccitante per uno, può essere doloroso o
fastidioso per altri.
Anche qui, sembra
che la sensibilità di certi organi sia direttamente legata alle
dimensioni, forse per una maggiore o minore densità di vasi
sanguigni o terminazioni nervose a seconda che questo sia grande o
piccolo.
Le stesse
abitudini sessuali o “fisse” del partner possono portarlo a
sentire come piacevoli cose che altri giudicherebbero strane, e
provare indifferenza o addirittura ansia per altri
gesti che credevate “funzionassero” solo perché ai partner
precedendi piacevano.
Quindi certi miti,
sotto le lenzuola, si possono sfatare solo facendo una cosa che la
maggior parte di noi è troppo imbarazzata per fare, a letto: fare
domande. E dare risposte.
Niente può essere
dato per scontato, in amore e nel sesso.
E niente dovrebbe essere lasciato sottinteso, se vogliamo essere capiti chiaramente.
E niente dovrebbe essere lasciato sottinteso, se vogliamo essere capiti chiaramente.
Il bello di essere
poly è che è una sfida continua ad imparare di più sui propri
partner, saper gestire più cose alla volta e annotare mentalmente i gusti e
il “funzionamento”, sia fisiologico che emozionale, di tutti.
E' un modo di
vivere che abitua a considerare normale la diversità, e anomala la
normalità, e che porta la mente a dover sempre migliorare ed
evolversi per trovare soluzioni sempre diverse ma che mettano
d'accordo tutti.
E' un amore sempre
in movimento, e non per questo meno autentico.
sabato 19 marzo 2011
Le dimensioni..CONTANO!
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It's good for you! |
"Ma tu trovi che io ce l' abbia piccolo?"
"Beh, per i miei standard sì."
Ricordo quando
alle medie girava questa voce che i miei compagni di classe andassero
in bagno a misurarselo col righello, per fare a gara a chi ce l' aveva
più grosso.
Io non ho mai capito certe dinamiche del cervello maschile, e mi limitavo a
liquidare certi atteggiamenti perché troppo stupidi per il mio modo di sentire e di essere.
Me ne servivo come
indicatori per distinguere il vero uomo dall' uomo-scimmia, già in tenera età.
Quello che non
avevo la sensibilità per capire, è che le dimensioni del pene, per
un uomo, contano. Spesso troppo. A volte anche più di ogni altra
cosa.
La percezione
maschile del pene
La maggior parte
degli uomini è convinta di avere un pene più piccolo della media,
anche quando rientra esso stesso nelle misure standard.
Non si tratta di scarsa autostima, ma di una percezione falsata della realtà, dovuta a
un fenomeno chiamato in inglese “foreshortening”, ovvero la
deformazione prospettica che abbiamo del nostro corpo guardandolo
dall'alto.
Ovviamente il foreshortening non si applica quando invece vediamo il pene di qualcun altro, da un' angolazione differente e senza deformazioni prospettiche, e quindi percepito come più grande di quello di chi osserva.
L' impressione che il pene sia piccolo può anche essere
dovuta a accumuli di ciccia proprio alla base del pube, che fanno quindi sembrare più corto il membro.
La convinzine di
avere un pene di dimensioni pari o superiori alla norma è
strettamente legata all' autostima della maggior parte degli uomini,
perché dall' età puberale in poi il bambino inizia a scoprire il
proprio corpo e a provare piacere tramite esso, ma è costantemente
messo a confronto con il corpo di altri uomini per cui prova timore,
affetto e rispetto, ma verso cui si sente anche in competizione: il papà,
i fratelli maggiori, i compagni di classe o i compagni di giochi.
Il pene diventa
un metro per misurare il proprio livello sociale rispetto agli altri, una vera e propria clava con cui fronteggiare questa
competizione cavernicola.
la percezione
femminile del pene
In tutti gli studi
evidenziati finora, le donne etero hanno mostrato di essere la categoria di persone meno interessate alle dimensioni del pene, e anche quando
esprimono una preferenza si parla più di larghezza che di lunghezza,
per una questione meramente pratica legata alla stimolazione generata dall' attrito durante
il rapporto.
Soprattutto nel caso di uomini gay, le dimensioni sembra contino di più, dicono certe indagini.
Solo nel caso di donne etero che abbiano da poco partorito, si ha un aumento di interesse nelle dimensioni del partner, semplicemente perché dopo il parto si ha una sensazione di minore elasticità e l'utero cambia leggermente forma.
Solo nel caso di donne etero che abbiano da poco partorito, si ha un aumento di interesse nelle dimensioni del partner, semplicemente perché dopo il parto si ha una sensazione di minore elasticità e l'utero cambia leggermente forma.
Se
un pene grosso non soddisfa la propria donna più di quanto non
faccia uno normale, da dove deriva allora tutta questa fissa degli uomini - gay o etero che siano- per la
grandezza del pene?
L'ansia
delle dimensioni
Si tratta di
un'ansia indotta dalla società, che fa leva sulle insicurezze di ogni
uomo e collega inconsciamente le dimensioni del pene alla virilità
o alla prestazione sessuale, ed è quindi un' estensione della famosa
ansia da prestazione che molti vivono non solo a letto, ma in ogni
altro ambito della vita: lavoro, amici, studio e famiglia.
Sentiamo sempre di essere messi alla prova e di dover dimostrare qualcosa a qualcuno, siamo chiamati in ogni momento a esibirci, a dire "io guadagno di più, scopo di più, prendo voti migliori".
Le donne devono mostrasri versatili e saper gestire lavoro e famiglia, gli uomini devono distinguersi per fermezza, forza, inamovibilità, potere e potenza.
Per grossezza, insomma.
Le persone superficiali e con una
bassa autostima tendono a soffermarsi su dettagli fisici altrui e
denigrarli, perché così possono deviare l'attenzione dai loro problemi, che riguardano insicurezze più profonde, e mettere in luce le loro qualità, che sembreranno maggiori comparate al fallimento di un altro.
Appiattire il
discorso a livelli elementari spesso è la scappatoia per non doversi
lanciare in discussioni più complesse e articolate in cui potrebbe
risultare difficile uscire “vittoriosi”.
Perché il fine ultimo di una discussione tra adulti è che alla fine tutti imparino qualcosa di nuovo e trovino un terreno comune, mentre la discussione tipicamente adolescenziale è quella di chi vuole prevalere.
Inoltre è particolarmente facile individuare un uomo che ha problemi di autostima, perché sarà il primo, in un gruppo, a millantare doti da amatore o dimensioni spropositate, forte del fatto che nessuno dei presenti avrà modo di verificare.
Le donne, invece, preferiscono lamentarsi e criticare i propri rivali, piuttosto che vantare apertamente qualità proprie ed esporsi così al giudizio altrui.
Il problema delle
dimensioni è così diffuso nella nostra società, da aver dato vita a
tutta una serie di miti, metodi e rimedi miracolosi per allungare il pene, che
sfruttano l' insicurezza degli uomini superficiali di cui sopra, e
che costituiscono il 90% dello spam che ricevete ogni giorno nella
vostra casella di posta elettronica.
Cultura e culture del pene
Questa
psicosi del pene non è una novità dei giorni nostri, né un'
esclusiva della cultura occidentale: già la figura di Priapo nell'
antichità era considerata segno di buon auspicio e di fertilità,
e a tutt' oggi in Giappone si festeggia quel fantastico kanamara matsuri a cui un bel giorno dovrò presenziare!
In alre culture, più che sulle dimensioni grandi o piccole dei genitali, si mette molto l' accento sulla compatibilità: ho letto che nel Kamasutra si dividono le misure di uomini e donne in diverse grandezze, e per assicurare un giusto equilibrio nella coppia viene suggerito di non discostarsi mai troppo dalle proprie dimensioni nella scelta del partner.
Lo stesso concetto è ribadito da un libro molto interessante che vorrei leggere insieme ai miei partner, e che finora purtroppo ho trovato solo in italiano, che è una versione addomesticata e occidentalizzata di alcune tecniche tantriche, mescolate con sciamanesimo e altre cosine simpatiche, e in cui si dividono le tipologie di persone in base a come i loro genitali e la loro struttura fisica si presentano.
Il problema è che nell' antichità l' uomo era giustificato a volersi circondare di peni grossi perché, nella sua ignoranza, li considerava simbolo di maggiore fertilità.
Ma adesso la riproduzione e il sesso sono slegati grazie ai contraccettivi, e nessuno studio ha evidenziato un collegamento tra la fertilità e le dimensioni dei genitali.
Quindi non c'è più nessun motivo per mettere in atto la battaglia dei peni, se non come forma di competizione dell' ego maschile che reclama la sua fetta di attenzione.
Insomma, le dimensioni contano, ma solo nella testa degli uomini!
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lunedì 14 marzo 2011
OH MIODDIOH! LE COSE A TREH!
Sabato Moreno
si è trovato coi ragazzi a casa del suo Migliore Amico, graziandoci
dalla loro presenza speciale per una giornata intera.
Né io né Thomas
volevamo suonare troppo egoisti nel chiederlo espressamente, ma a
Moreno è bastato uno sguardo per capire che avevamo bisogno di
passare quegli ultimi due giorni insieme, per conto nostro e il più
possibile privi di vestiti...
E' questo che mi
piace, del nostro rapporto a tre: anche se Moreno e Thomas sono solo
amici, e ciò che più li accomuna sono io, sanno
capirsi senza bisogno di tante spiegazioni.
Ormai non solo
come coppia, ma come triade, abbiamo raggiunto un livello di intesa
invidiabile pure per molte coppie sposate e navigate.
E il tutto in un annetto circa!
E il tutto in un annetto circa!
Il sabato notte,
tuffatosi a letto con noi, Il nostro nerd preferito ci ha raccontato
i piacevoli aneddoti e gli strafalcioni della serata tra amici.
And the winner
is...
A:“Porca puttana,
[segue discorso sensato] porca puttana porca puttana!”
B:“Dai smettila di
dire queste cose, che c'è Il Minorenne!”
[lasso di tempo
passato a giocare e sparare cazzate]
A:“Ah, ma quindi
voi fate anche le cose a tre??”
C:“Orcoiddio!”
(vuol dire “sì” nel gergo di Moreno)
B:“Meno male che
c'è Il Minorenne: in due frasi siamo riusciti a parlare di cose a
tre e bestemmiare!”
Bravi ragazzi:
Fail!
Purtroppo anche se
la cosa in sé è abbastanza ridicola, in realtà c'è poco da
ridere, perché ancora una volta denota due cose un po' sgradevoli:
1- il sesso è
vissuto da chi non lo conosce come un morbo lontano e contagioso, di
cui non si deve parlare in presenza di liceali per non turbare le
loro povere menti, o di cui non bisogna parlare in presenza di
genitori/persone rispettabili perché “non sta bene”.
E' trattato alla
stregua di una bestemmia o di una parolaccia, non va pronunciato a
tavola, va tenuto per sé, come un rutto o una scorreggia.
Se ci tieni tanto, vai a farla in bagno, dove nessuno può vederti!
Se ci tieni tanto, vai a farla in bagno, dove nessuno può vederti!
E' una cosa sporca
di cui non ci si deve occupare, se si vuole rimanere innocenti e
"puliti".
2- L' unica cosa
che agli altri arriva del fatto che ho due ragazzi che mi amano... è
che noi “facciamo le cose a tre”.
Indubbiamente è divertente, non sarò certo io a negarlo, ma è una visione ristretta della realtà, che riduce tutto il nostro complesso e bellissimo rapporto a qualcosa di tristemente meccanico, niente di più di un sollevamento pesi in palestra, fatto per aumentare questa o quell' abilità, per migliorare questo o quel lato del nostro corpo o anche solo per ottenere piacere come quando ci si fa una pippa un po' sovrappensiero prima di iniziare la giornata alla “American Beauty”.
Indubbiamente è divertente, non sarò certo io a negarlo, ma è una visione ristretta della realtà, che riduce tutto il nostro complesso e bellissimo rapporto a qualcosa di tristemente meccanico, niente di più di un sollevamento pesi in palestra, fatto per aumentare questa o quell' abilità, per migliorare questo o quel lato del nostro corpo o anche solo per ottenere piacere come quando ci si fa una pippa un po' sovrappensiero prima di iniziare la giornata alla “American Beauty”.
Il sesso a tre è
visto allo stesso modo in cui un ragazzetto alcolizzato un bel giorno
beve una doppio malto per cambiare un po', invece che la sua solita
birretta.
E dove sono le
coccole a tre?E andare a prendere il gelato mano nella mano...nella
mano? E come si dorme in tre in un letto matrimoniale? E come facciamo a giocare
insieme, se siamo in 3 e abbiamo solo 2 pc? Chi cucina per chi? Chi
guida, chi decide cosa fare e quando? Di cosa parliamo tutta la notte
senza riuscire a smettere di ridere? Cosa ci piace l'uno dell'altra
dell'altro?
Queste sono parti
poco rilevanti del nostro rapporto, perché non coinvolgono niente di
sporco, niente di proibito, niente che loro abbiano scelto di
scartare per convenienza o di cui non possano già discutere con
amici o parenti.
Quindi sono cose
noiose.
Sono cose di cui
non ha senso parlare, perché non è altrettanto divertente
spettegolarci su.
Perché non
ispirano nessun tipo di cattiveria da poter utilizzare alle spalle
dei diretti interessati.
E questo
atteggiamento mi lascia dentro un'infinita tristezza.
Probabilmente per
alcuni amici del mio ragazzo noi non siamo neanche persone vere, uomini
e una donna con le loro idee, opinioni, sentimenti.
Forse per loro io
sono solo “la ragazza un po' maiala di Sarto”. E Thomas è solo
l' accessorio di turno per coppie un po' pazze.
Forse sono io che
mi aspetto troppo dagli altri. Il semplice fatto che qualcuno sia amico di un
ragazzo che amo non vuol dire per forza che si comporterà come lui
in ogni situazione, e spesso mi dimentico quanto strano il nostro
mondo possa sembrare per queste persone, così abituate al regno
delle scienze esatte e così poco adatte a relazionarsi con altri umanoidi, senza che tutto diventi una competizione o un gioco con regole chiare scritte su un manuale.
In fondo anche questo blog era partito con un intento vagamente manualistico, cioè quello di spiegare come funziona il nostro rapporto aperto a chi non avesse gli strumenti per capirlo da sé.
In fondo anche questo blog era partito con un intento vagamente manualistico, cioè quello di spiegare come funziona il nostro rapporto aperto a chi non avesse gli strumenti per capirlo da sé.
Già dalle
battutine sulle dimensioni delle tette o del pene avrei dovuto farmi
un' idea del livello del discorso.
Insomma, a venti e rotti anni, ancora fissati con le dimensioni del pene?
Insomma, a venti e rotti anni, ancora fissati con le dimensioni del pene?
Ma c'è davvero al
mondo una donna a cui interessa della lunghezza del pene di un uomo
più che del suo carattere? O è solo una competizione nata tra gli
uomini per gli uomini?
Fino a che punto
si può fare una colpa dell' ignoranza altrui?
Quali schemi
mentali ci vengono inculcati dalla nascita senza che nemmeno ce ne
accorgiamo, e quali invece vengono abbracciati consapevolmente?
Quanto delle nostre fisse sul sesso sono istinti male indirizzati, semplici errori o mancanza di senso pratico?
E' una questione forse troppo vasta per affrontarla in un semplice blog, ma sento l' urgenza di dare il mio contributo scrivendo quello che penso su alcuni facili "Miti" legati al sesso e più largamente alla vita di coppia.
Districare un po' la matassa su queste questioni è quello che spero di fare nei prossimi post.
Quanto delle nostre fisse sul sesso sono istinti male indirizzati, semplici errori o mancanza di senso pratico?
E' una questione forse troppo vasta per affrontarla in un semplice blog, ma sento l' urgenza di dare il mio contributo scrivendo quello che penso su alcuni facili "Miti" legati al sesso e più largamente alla vita di coppia.
Districare un po' la matassa su queste questioni è quello che spero di fare nei prossimi post.
Stay tuned!
b
b
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