lunedì 3 dicembre 2012

Il Paesino dei Poly


A volte ho un po' la sensazione che la comunità poli italiana stia diventando un paesino di provincia come quello in cui sono cresciuta io. Un paesino di quelli in cui nessuno si dice le cose in faccia e tutti hanno dei segreti su tutti, ma in realtà nessuno sa tenere un segreto, così tutti sparlano dientro a tutti e si raccomandano di non dire niente.
Così capita che tu abbia un problema e chieda conforto ad una persona, alla quale poi chiedi di non dire certe cose in giro, soprattutto non a certe persone, e quella fa quello che facciamo tutti in questi casi, e cioè mantiene il segreto con TUTTI -1.
Perché ognuno di noi ha un confidente stretto (mamma, partner, amica del cuore, parrucchiere ecc.) a cui diciamo le cose che non dovremmo star dicendo a nessuno.
Quello che però probabilmente pochi di noi mettono in conto, è che anche quel qualcuno ha qualcun altro a cui va a raccontare le cose che cominciano per "qualcuno mi ha detto..." e finiscono per "...mi raccomando però, io non ti ho detto niente!Non dirlo a nessuno!" "Certo!"

"...certo!"
"Certo."
"Certo..."

(E così via...)


Così capita che, in una comunità (in parte reale ed in parte vistuale) di qualche centinaio di persone, tutti sappiano i fatti di tutti, ma tutti facciano finta di non sapere niente di nessuno.

Non solo, ma per le persone come me, che non hanno il tempo e la voglia di imparare a mentire e ad avere segreti, la situazione inizia a presentare diversi problemi, proprio come era successo nel paesino da cui sono scappata.

1) Primo Problema: sapere anche informazioni di cui non ti frega una straceppa, di persone per le quali non riesci a provare empatia, per semplice indifferenza o perché ti stanno sui coglioni. 

Non solo metamori che magari ti stanno un po' sul cazzo perché, a tuo avviso, trattano di merda il tuo amore, o metamori a cui TU stai sul cazzo (sempre per lo stesso motivo), ma anche amici di amici di metamori di amici di amori.
Insomma, è un po' come quando ti dicono che ti è morto un tuo prozio alla lontana, sai, ti ricordi, lo zio del cugino della mamma che sta in [inserisci qui il nome di una regione italiana lontanissima e che nessuno conosce], quello che hai visto una volta a 2 anni e ti ha distrutto le guance a pizzicotti, e la cosa più onesta da dire che ti sale da dentro, mentre apprendi della sua morte, è un gutturale e ca(co)fonico "...e 'Sticazzi?" (sempre accompagnato da un rutto).

Soluzione: cerco di cambiare argomento, o quando avverto molta insistenza allo spettegolare, chiarisco subito che "Parlare della persona o dell' argomento X non mi interessa. Lo considero di scarso interesse, non mi insegna niente, non mi dà niente e non mi fa sentire meglio sapere che qualcuno che non mi sta simpaticissimo ha dei problemi." E da lì in poi considero l'argomento esaurito. Qualsiasi altra informazione al riguardo mi dovesse arrivare, la ignorerò.

2) Secondo Problema: dover fingere di non sapere niente o comunque di non avere un' opinione (spesso negativa) di suddette persone e delle situazioni in cui si vanno a ficcare con le proprie manine.
Non solo di fronte a loro, ma di fronte a chiunque potrebbe andargli a dire che tu sai, o a chi non sa e non dovrebbe sapere, ma per davvero però, perché mica tutti godono del privilegio di confidente di cui ti ha investita chi ti è andato a spifferare tutto matudevifarefintachenontihaddettognente.... Oh Mamma Saura, che fatica!

Soluzione: il problema non mi interessa e non ho interesse a parlarne, giusto? bene. Allora semplicemente non lo faccio. Se vengo interpellata in proposito, a seconda del mio grado di confidenza con la persona, scelgo se parlargliene o se mandarla a parlare con qualcuno che potrebbe saperne di più, ma non prima di aver chiesto "Ma perché a te interessa parlarne? E perché vuoi parlarne proprio con me?" solitamente un pettegolo si ritrae quando sente che l'altro sta indagando le sue intenzioni, perché ha paura che venga alla luce la sua malafede e non vuole essere sputtanato a sua volta.


3) Terzo Problema: trovarti a ricevere consigli proprio dalle persone descritte nel punto 1), le quali hanno avuto, o credono di aver avuto, il tuo stesso identico problema (e lo hanno gestito col culo) ma fingono di parlare da una posizione di superiorità o da una posizione in assenza di problemi, o fingono di aver trovato il metodo universale per la risoluzione di suddetti problemi e di aver raggiunto la pace dei sensi, anche se non sanno che tu sai che hanno gestito in maniera nettamente peggiore di te il loro problema (il quale magari viene pure spacciato come "risolto", ma in realtà voci di corridoio e uccellini vari ti dicono che è ancora in corso).
In tutto questo però devi tenere fede al punto 2) perché sai che il putiferio che scaturirebbe dallo spiattellare pubblicamente in faccia alle persone il fatto che sai i loro problemi, oltre a cancellare l'illusione di segretezza, e quindi di tutela della privacy, riservatezza e altre fiabe di costrutti sociali che si è venuta a creare nell' allegro Paesino Poli, creerebbe più danni e incidenti diplomatici di quanti sei disposto ad accollarti (oltre, ricordiamolo, che a te di avere a che fare con queste persone interessa pochissimo, e cerchi quindi di non averci problemi per poterci parlare il meno possibile).

Quindi per amor di pace preferisci sopportare un po' di ramanzine da persone che stanno messe peggio di te e che non sono minimamente nella posizione di dare consigli, preferisci annuire, dire "bravo, bene, bis", fare *pat-pat* sulle loro teste, e andare avanti con la tua vita.

Soluzione:
non ce n'è una indolore. O sopporti in silenzio, o spiattelli tutto e fai un casino. Di solito non devo preoccuparmene, perché faccio così schifo a mantenere i segreti che appena qualcuno mi parla, si capisce subito cosa so e cosa non so. Quindi evito di parlare con persone verso cui provo scarso interesse o fiducia.


4) Quarto Problema: questo non colpisce te direttamente, ma può presentarsi se, come me, hai una persona cara con la SDC ("Sindrome Da Crocerossina").
Questa persona tende a farsi carico dei problemi di tutti, e poi finisce per non avere più energie per sé stessa, così quando poi sbrocca, ci vuole un' intera task force poli di amori e metamori per farsi carico dei suoi, di problemi.
Anche quando il rischio di burnout è imminente, il vostro SDC (che pare sviluppare una certa dipendenza dal sentirsi utile) non riuscirà a staccare, e continuerà anzi a dirvi che gli fa piacere essere d'aiuto e che non gli costa niente-a parte un po' si occhiaie per la mancanza di sonno, un po' meno tempo libero per stare con i propri partner, essere distratto sul lavoro perché più concentrato a trovare una soluzione a problemi non suoi che a lavorare... insomma, niente di che. O no?

Inutile cercare di dissuaderlo: otterreste solo di litigarci, o di farvi dare degli egoisti al contrario di loro che sono cosìbbuoni, o di farvi fare una ramanzina aggratis, e di avere poi voi stessi alle costole un SDC indesiderato e fanatico che vuole "aiutarvi a capire meglio dove è radicato in voi il perché di questo vostro rifiuto ad ascoltare i bisogni dell'altro" (anche noto come "farsi i cazzi propri e campare cent' anni" ) O qualcosa del genere.
Soluzione: Stategli vicini per quanto vi è possibile, e sperate che la gente intorno a voi impari in fretta a far funzionare le proprie relazioni , prima che qualcuno a cui tenete collassi per la troppa mole di 'volontariato emotivo'.


E mi raccomando, non fatevi risucchiare dal Paesino.

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