martedì 3 aprile 2012

POLINTERVISTA (fine)

Kat, Leon & Daneel

D: Luca, ti senti (ti sei sentito) escluso dalla relazione per i suoi caratteri biografici e geografici?

Bea: nuoooo! se ti senti escluso dimmelo! ti faccio tante coccole!

rispondo anche alle domande non rivolte a me, da perfetta rompicoglioni: credo che per luca sia molto più difficile che per noi, sia perché lui è "solo soletto" a casa sua con una figlia che non lo capisce, mentre io e Daneel possiamo consolarci a vicenda quando lui va via, sia perché io sento meno l'esigenza di sentirci tutti i giorni per molto tempo, mi basta una parolina dolce o un sms ogni tanto, e avendo avuto da sempre relazioni più virtuali che reali sono più abituata alle grandi distanze, alla mancanza di contatto fisico, verbale e visivo prolungato (un mio ex viveva in Baviera, e stavamo anche 6 mesi senza vederci nella vita reale). 

Da parte mia mi crea un po' di disagio avere come partner un uomo di poco più giovane di mia madre, perché ho dei complessi edipici irrisolti con mio padre, con cui non parlo da tempo, e la paura che i miei problemi personali vadano a minare il nostro rapporto, o che mia madre e mio fratello abbiano un infarto vedendolo, è tanta.
Poi però ci penso razionalmente, e mi rendo conto che "age is just a number", come si dice, e che [Luca] è una persona interessante e fantastica a prescindere dalla sua data di nascita, e so che qualunque problema ci dovesse essere lo risolveremo insieme, quindi chissene!


Luca: No, Bea, non mi sento escluso, perché sentirmi escluso presumerebbe una volontà di esclusione da parte di Bea e Moreno, cosa che assolutamente non c'è. 
Allo stesso tempo, sì, mi pesa moltissimo la distanza che c'è fra noi: sicuramente la nostra relazione sarebbe diversa se potessimo frequentarci con più continuità.
Per i caratteri biografici: guarda, è ovvio che la differenza di età crea "distanza" un un certo senso, ma ci sono distanze ben peggiori. 
Preferisco un milione di volte stare con persone con le quali condivido tanto (e quel che condividiamo non si limita al nostro modo di vivere le relazioni) ma non l'età piuttosto che trovare qualcuno con cui condivido l'età... e basta.



D: l'Italia, ammettiamolo, è "giovine": il vostro rapporto si snoda alla luce del sole fra di voi o anche nel sociale in cui vivete, lavorate? 

Bea: "lavorate" sigh... magari! 
La mia esperienza personale lavorativo-studentesca si riassume in due semplici parole: mobbing e ostracismo. 
Di solito su un campione di 20 colleghi/compagni di corso, 1-2 rimangono miei amici, dicendo "figo, non fa per me ma se ti fa stare bene, io tifo per te!" mentre gli altri si dividono in : maschi allupati che ci provano con te e si stupiscono che non gliela dai di default (perché chiaramente tu sei una che la la dà a tutti, no?) e per ripicca ti sparlano dietro; donnine indignate per la tua "mancanza di vergogna" (= invidiose perché tu cucchi molto e loro no) che ti sparlano dietro, e donnine bi-curiose con regolare noiosa storia con fidanzatino mono modello "stoccafisso", che vogliono fare di te la loro "esperienza giovanile" , e che quando non gliela dai ti sparlano dietro. 
Uomini che non ci provano e che ti sparlano dietro e basta non ne ho ancora trovati, a parte alcuni amici di quelli con cui già stai , per una qualche perversa combinazione di lealtà amicale e paura che io provoco in loro e che stento a comprendere.

Esperienza sociale: i parenti con cui sono ancora in contatto sanno più o meno tutto di me, il mio account facebook è pubblico e mia madre, mia nonna e mio fratello sanno che tipo di vita faccio, anche se sentendoli così poco non ho occasione di dare loro molti dettagli. 
Ad agosto sono andata a trovarli in vacanza e ho presentato loro Daneel, chee sembra proprio aver fatto loro una buona impressione.

D: come vi rapportate alle reazioni -se ce ne sono- di chi forse non comprende il vostro "modo" di amare? 

Bea: rapportarci? AHAHAH! no, grazie. Sto cercando di smettere.
Io seguo la linea dura. 

Ci sono poi due tipi di persone che non comprendono: i "buoni" che: "io non ci riuscirei mai, ma sono felice per te!" e i "cattivi" che ti giudicano. Con i buoni nascono anche belle amicizie durature (quasi tutte le mie migliori amiche sono mono, e ci rispettiamo a vicenda). 
I cattivi... boh, non sono incline a frequentare persone che non mi accettano per quello che sono. Se dopo un' iniziale discussione sull' argomento vedo che non recepiscono e non mi rispettano, neanche dopo che ho spiegato loro il mio punto di vista, semplicemente mi stanco di parlare al vento, comincio a perdere interesse per il rapporto, a evitarle il più possibile e a limitare le interazioni al minimo indispensabile, mantenendo in alcuni casi dei rapporti di cortesia, qualora non sia proprio possibile troncare del tutto per cause di forza maggiore (ad esempio mia nonna, che mi dice in continuazione "eh, due ragazzi sono troppi" poveretta, non ho cuore di litigarci...Oppure colleghi o conoscenze che dovrò comunque continuare a frequentare). 

D: in quali tempi e termini lasciate sapere ai vostri interlocutori che voi vi amate in tre?

Bea: Non ho regole precise al riguardo: sono dichiaratamente poly e bi,e chiunque mi chieda l'amicizia su facebook può capirlo dal mio profilo (anche se la maggior parte della gente non legge i profili, purtroppo). 
Ovviamente non faccio l' esibizionista e non vado in giro a dire "ciao! Piacere, io sono Kat e ho due morosi!" perché sarebbe stupido, e implicherebbe che credo che a tutti quelli che incontro importi qualcosa della mia vita sessuale.

In generale, la mia parlantina e voglia di comunicare le novità o i fatti miei sono direttamente proporzionali al livello di confidenza che ho con la persona in questione. 
Se si tratta di un'amica d'infanzia che non vedo da tempo, appena mi succede qualcosa le scrivo subito. 
Con mia madre magari lo faccio ma con meno urgenza, perché in famiglia abbiamo avuto dei trascorsi non proprio ottimi e faccio un po' più fatica a fidarmi. 
Con conoscenti di cui mi fido meno, potrei abbozzare dapprima delle battute a tema, e poi lasciare che si presenti l'occasione di parlarne senza pubblicizzare la cosa, ad esempio con "Alla festa di X posso portare un ragazzo solo o due?" e in base alla reazione cerco di impostare il discorso e di capire quanto la persona coinvolta riuscirà a capire di noi senza giudicare. Mi rendo sempre disponibile per chiarimenti in merito. 

In genere non mi faccio problemi a tenere entrambi i miei partner per mano in giro per strada, e finora non ho mai incontrato reazioni negative, al massimo un po' di stupore e curiosità. 
La maggior parte delle persone ha un' espressione buffa a metà tra confusione e stupore se mi vede baciare prima uno e poi l' altro, pochi osano fare domande, i più si convincono di aver visto male, credo...
Dopo le recenti aggressioni a coppie omosessuali, la paura che lo scambio di effusioni poly in pubblico possa disturbare qualcuno al punto di essere aggrediti o cacciati da un locale, in un paese omofobo, sessuofobo e qualsiasiofobo come il nostro è sempre maggiore. Mi piace pensare che siamo semplicemente troppo carini per essere odiati! ^^ (o forse scambiano luca per nostro nonno :P)

D:da quando ognuno di voi si è sentit@ incline a vivere personalmente il fenomeno del poliamorismo?

Bea: personalmente non sapevo neanche che questo concetto esistesse, credevo solo di avere qualcosa di "sbagliato" (come essere ninfomane o incapace di sufficente costanza in un rapporto) .
Temevo che non mi sarei mai adattata al paradigma della nostra società che ti vuole per tutta la vita legata a un uomo solo, così mi sono trovata a fare quello che temo molti di noi facciano, prima di aprire gli occhi: tradire. 
All'inizio ho cercato di essere una monogama seriale, cioè appena mi accorgevo che mentre stavo con X, mi piaceva anche Y, cercavo di capire con quale dei due stessi meglio, e lasciavo l'altro perché mi sembrava la cosa più corretta da fare. 
Ma mi sentivo in colpa per aver scaricato una persona per un'altra, e sentivo la mancanza dell'altra persona, portando me stessa e il partner scelto a dubitare dell' autenticità dei miei sentimenti. 
Ho impiegato molto tempo ad ammettere a me stessa che i sentimenti per X non escludevano quelli per Y, e che questa convinzione era solo frutto di un condizionamento culturale, ma non avevo gli strumenti per farlo capire ai ragazzi che frequentavo, i quali mi lasciavano e mi evitavano, bollandomi come "infedele" e "promiscua". 

La cosa che più mi faceva male, oltre all'abbandono, era ogni volta rendermi conto di quanto fosse stupido che due persone dovessero sentirsi in competizione per una terza persona, quando in circostanze diverse forse sarebbero anche diventate amiche. 
Questo pensiero mi ossessionava, e lo applicavo sia a me ("perché dovrei essere gelosa della ragazza del mio ex? Non posso essere solo felice per loro?") sia a chi era geloso di me.

Sono cresciuta come una ragazza etero e mono, e mi sono scoperta bisessuale e poly verso i 23 anni. 
Voglio subito chiarire che i miei genitori si sono sempre premurati di crescermi secondo valori di uguaglianza e solidarietà, e che mai sono stata influenzata da nessuno a discriminare per razza, orientamento sessuale o genere. 
Da piccola ero inconsapevole di poter provare attrazione anche per le femmine, e quindi mi limitavo ad avere amicizie platoniche per mancanza di consapevolezza della mia sessualità. (vedi la classica "amica del cuore").
Mi sono resa conto di provare attrazione per le donne molto tardivamente, forse anche perché non ho mai trovato una ragazza che mi piacesse anche fisicamente prima dei 18-20 anni. 
Verso i 22 anni ho inizato a frequentare okcupid, il sito di cui ho già parlato, e lì ho conosciuto parecchie persone poly, e mi si è aperto un mondo. 
Purtroppo un mondo molto lontano, dato che in Italia siamo davvero solo quattro gatti. 

Pensavo che il mio sogno di poter amare più di una persona per volta non si sarebbe mai realizzato, perché ero circondata di persone gelose, possessive e giudicanti, e credevo che mi sarei sempre sentita sola e incompresa, finché un giorno finalmente ho conosciuto Moreno. 
Poi però tutti i miei partner successivi a lui erano intimiditi dalla sua presenza e forse pensavano che non sarebbero mai stati al pari di lui, e quindi abbiamo finito per essere solo una coppia con delle idee "un po' strane", e pur essendo in due ci siamo sentiti di nuovo isolati e tenuti a distanza. 

E poi Luca è stato la conferma che non siamo dei poveri pazzi, ma che è davvero possibile essere felici in più di due!
Ora sogno il giorno in cui troverò anche una ragazza in grado di capirmi, dato che da quando ho fatto coming out non ho ancora trovato la mia Principessa...
chissà cosa ci riserva il futuro!

D: avete altri amici o conoscenti in Italia che vivano unioni multiple? 

Bea: Sì, conosco alcuni membri del gruppo di facebook, e speriamo di incontrare molte altre persone come noi! 
Soprattutto spero che il nostro blog aiuti altri come noi a "scoprirsi", a capire che non hanno niente che non va, e a farsi trovare!
Ogni tanto ricevo email da perfetti sconosciuti che mi ringraziano di come i miei post li abbiano spinti a fare coming out con amici e parenti, e la cosa mi dà una gioia immensa!

domenica 1 aprile 2012

POLINTERVISTA (segue...)

Luca, Bea & Moreno herping-derping

D: nell'affettività e nell'intimità, insorge mai competizione fra voi due uomini?

Bea: non ho molto il diritto di rispondere a questa domanda specifica e lo faranno i due "ometti", ma vorrei portare all'attenzione quella che è stata finora la mia esperienza in fatto di competizione maschile: 
Da quando ho avuto relazioni aperte, spesso sono stata il perno di relazioni a V tra 2 uomini etero e una donna. 
Essendo io l'unica cosa che collegava i due uomini, alcuni dei quali marcatamente omofobi e pieni di blocchi, ho notato che spesso mi toccava mediare tra loro, rassicurarli, far capire loro che non c'era motivo perché dovessero competere, perché io non avrei "scelto" uno solo di loro, alla fine, e dovevo anche far capire loro che, per quanto due uomini che si scambiano effusioni sia bello da vedere, soprattutto se entrambi mi piacciono, NON ERA un requisito dello stare insieme in 3. 
Questa è una dinamica molto comune principalmente tra gli uomini etero, mentre quando si hanno due uomini bisessuali, anche se non attratti l'uno dall'altro, la competizione e il disagio risultano quasi assenti, e se c'è un contrasto è molto più velato, e si riduce a una preoccupazione del partner che l'altro "non sia adeguato" o non sia "all'altezza". 
Nel caso di Luca e Moreno sono felice di notare che (forse anche perché tutta la cosa è nata prima tra loro due che con me) non solo non sentono il bisogno di competere per il titolo di partner "migliore" o "più adatto", ma anzi spesso collaborano per prendersi cura di me, e sono in grado di risolvere le loro questioni da soli, senza che io faccia da tramite.
Ciò è reso possibile dal fatto che io non sono mai stata il fulcro della loro interazione, anche se ho giocato un ruolo sicuramente importante perché ho messo loro la "pulce nell' orecchio" di provare a frequentarsi. E Questo mi rende molto felice e mi toglie un grosso peso. ^^
(spesso scherziamo sul fatto che "mi devono una ragazza", visto che io ho trovato loro un ragazzo...)



D: vi capita di litigare a tre?

Bea: finora non è mai capitato, ma io non sono una di quelle persone buoniste convinte che "se ci amiamo davvero non litighiamo". Ho vissuto da sorella minore per anni e sono consapevole del fatto che litigare è una delle forme di comunicazione primarie tra membri della stessa famiglia.
Ne ho capito il valore negli anni, e se è vero che da piccola mi chiudevo in camera per non dover affrontare mio fratello o anche solo per non ascoltare quando veniva sgridato, ora penso che una sana litigata ogni tanto serva ad "arieggiare" il rapporto.

Però preferisco chiamarle discussioni, perché appunto tra persone adulte si tende a discutere quando si è in disaccordo per giungere a un punto in comune, mentre i fratellini litigano anche violentemente e promettendosi di non parlarsi più per affermare il proprio ego,richiedendo spesso un intervento esterno dei genitori per risolvere le loro questioni. 
Spero che quando il momento arriverà, saremo abbastanza maturi da discutere da adulti anziché litigare come bambini, ma in ogni caso la cosa più bella dei litigi è che dopo si fa pace con tante coccole, oltre ad avere molta energia da sfogare in tanto sesso animalesco!


D: nel dizionario del poliamore compaiono termini come "gerarchia" e "secondario": qual'è la vostra esperienza pratica in merito?

Bea: la mia eserienza in merito è l' orticaria. No, seriamente, per quanto capisca che alcune persone debbano mettere certe etichette, o addirittura arrivare ad accordi di qualche tipo, a contratti e a veti per sentirsi al sicuro, io boh, non ne sento particolarmente l' esigenza, e soprattutto credo che le relazioni, a parte quel minimo di manutenzione di cui hanno bisogno, andrebbero lasciate crescere e prendere la forma che vogliono. 

Quando io e Daneel ci siamo messi insieme, non ci siamo mai detti frasi tipo "ti voglio come Primary" o "sei al top della mia gerarchia, baby!" . Non mi ci trovo in questi schemi, perché sono schemi. 
E sono molto, troppo simili agli schemi che molti mono si impongono ("ho tanti amici, ma l'amore è uno solo"). 
Trovo che molte di queste divisioni gerarchiche manchino di rispetto a molti partner per proteggere gli interessi di uno solo, oltre al fatto che non rendono l'idea di come io mi sento davvero verso i miei partner.
Se la mettiamo su un discorso di tipo pratico, direi che posso considerare Moreno il mio (ugh!) "primary" per il semplice fatto che è la prima persona con cui sono riuscita ad avere un vero rapporto aperto, che non mi ha mai imposto limiti al numero o tipo di altri partner che potessi avere. Mi trovo bene con lui come con nessun altro finora, e finora è la mia relazione poly attiva da più tempo. Ma appunto, "finora".
Probabilmente mi sento così con lui semplicemente perché lo conosco da più tempo, vivendo insieme a lui lo vedo tutti i giorni e abbiamo uno scambio d'affetto e di opinioni costante. 

Se un giorno un'altro mio partner dovesse raggiungere un livello tale di confidenza e comunicazione con me, non posso certo escludere a priori che potrei considerarlo allo stesso livello di Moreno, solo perché qualche intelligentone ha deciso che i rapporti poly devono per forza essere organizzati come la brutta copia dei rapporti mono. 
E allora che cosa avrei, due primary? Non ha molto senso. 
Io cerco di non dire che moreno è il mio primary, perché questo implica che ce ne possa essere solo uno per volta, e io non mi riconosco in questo schema. 
Credo che un giorno potremmo avere anche 2,5 10, infiniti altri primary a testa. l'unica cosa che ci frega è il limite spazio-tempo-pecunia, purtroppo! 

In linea generale lascio che siano gli altri a decidere il loro livello di coinvolgimento con me, anche se per me invece le relazioni sono vissute come delle progressioni che seguono tutte delle tappe fisse: frequento una persona, scopro se mi piace fisicamente o meno, introduco l' elemento "sesso" nel nostro rapporto, la frequento meglio, se ci sto bene insieme mi innamoro e la considero parte integrante della mia vita, la presento ad amici e parenti, cerco di renderla partecipe del mio vissuto e spero di invecchiarci insieme. 
Notare che non ho messo tra le tappe i classici "vivere insieme-avere figli-sposarsi-diventare mono-essere mantenuta da loro" e le altre cose che per la maggior parte delle donne costituisce un rapporto "serio". 
(anche se non ho mai capito questa definizione: per me tutti i rapporti sono seri, non è che sto con un* per scherzo!)

Posso capire se loro vogliono un ruolo più secondario, e li lascio liberi di decidere quanto aspettarsi dal nostro rapporto. L' unica cosa che considero veramente irrinunciabile è una buona comunicazione da parte loro di queste loro aspettative. 
Un possibile deal braker è la mancanza di onestà, verso di me o verso gli altri su di me. 
Ci tengo a essere al corrente di cosa hanno in mente, e a non essere il "piccolo sporco segreto" di nessuno.


D: quale componente reputate fondamentale per ampliare lo Sguardo (emotivo e psicologico) oltre il leggendario binomio d'amore?

Bea: ehm, boh? mi sembra una domanda troppo vasta per rispondere con un singolo elemento... Sicuramente comunicazione e apertura mentale. 
E una buona dose di intuito nel riconoscere io propri "simili": ho notato che in generale, se una persona non sapeva già dentro di sé di essere poly, si avvicina a questa realtà solo per soddisfare qualche curiosità sessuale, o la usa come pretesto per un po' di sesso di gruppo. 
Quindi penso sia fondamentale, in qualsiasi conversazione in ambito poly, cercare di capire se l'interlocutore stia effettivamente capendo il discorso o se sia solo condiscendente/arrapato.


D: è indispensabile che in una relazione poly tutti siano Bisex?

Bea: no, ma personalmente ho sempre notato che rapportarmi con uomini etero da donna bisessuale mi faceva sentire una sorta di vuoto, come se fossero in grado di capirmi solo per la metà che riguarda il "w la figa!".
Per questo ho provato quasi una sorta di orgoglio nell'aiutare moreno a scoprire la propria bisessualità! 
Non ho mai avuto partner lesbiche, quindi non so se mi sentirei così anche con loro.

Di certo una volta entrata in una triade in cui tutti vogliono bene a tutti, mi riesce difficile pensare di tornare alle relazioni a V che avevo prima: lo percepirei come uno "scendere di grado", anche se so che ogni relazione è bella di per sé stessa, e non posso certo aspettarmi che i miei due ometti piacciano a tutti quelli a cui piaccio io! 
Non so distinguere il mio disagio derivi dal clima di maschilismo-machismo e di omofobia piuttosto diffuso che si respira nella nostra società, o se sia solo un disagio dovuto al fatto che di primo impatto mi risulta molto difficile capire come un "monosessuale" (gay o etero che sia) possa sentire pulsioni sessuali per una persona discriminando in base a cosa questa ha nelle mutande. 
Anche se poi a una più attenta analisi ovviamente il discorso non è così semplice.

D: Daneel, qual'è il motivo per cui sei felice della presenza di un altro uomo? 

Kat: (pronostico su come risponderà: io dico "il pene!" a pari merito con "così mi aiuta a prendermi cura di Bea che è un lavoraccio!" :P)