giovedì 24 marzo 2011

Un altro tipo di sex symbol


Leggo una pagina molto confusa in cui una donna attraente sogna di venire piacevolmente torturata e abusata da diverse figure pittoresche, ognuna delle quali parla una lingua diversa.
Thomas mi traduce le parti in tedesco, mentre alcune parti in francese rimangono come grossi punti interrogativi nella mia mente.
Non riesco a capire del tutto cosa si stia dicendo, ma le immagini che scorrono fra le pagine sono fin troppo esplicite. 
Stiamo leggendo una raccolta di “Valentina” di Crepax.




Nata come fidanzata di un insulso supereroe italiano, Valentina ha presto soppiantato il proprio compagno ed è diventata la protagonista effettiva del fumetto che porta il suo nome.
E' bella, sexy, intelligente e fotografa: un lavoro creativo, stimolante e che richiede stile e gusto estetico. 
Come non innamorarsi di un personaggio così raffinato, e che colpisce non solo la vista, ma anche i nostri desideri più profondi?
Nonostante il suo appeal, il suo sguardo profondo e le morbide linee di inchiostro che definiscono le sue ciglia, le ciocche del suo caschetto nero e le sue curve perfette, Valentina non sembra avere più di una seconda.
Come è possibile tutto ciò?




Perché a distanza di qualche decennio è così difficile trovare un personaggio altrettanto provocante e sexy, una donna che non abbia bisogno di taglie spropositate per attirare l' attenzione del pubblico?
Quando siamo diventati così malati di abbondanza?
Valentina non è l' unico né l' ultimo esempio di donna "piatta" affascinante, ma sono esempi sempre più rari nella nostra società.


La stessa Shane della serie “The L word” , così attraente nel suo mix di aspetti tormentati e androgini, è comunque una “maschiaccia” poco interessante per un target maschile e più indirizzata verso un pubblico di lesbiche, cioè donne, che comunque sono considerate naturalmente più sensibili, e abituate a non fermarsi alla superficie di una persona nel giudicarla appetibile o meno.

Anche nel porno le figure più famose hanno misure fantascientifiche, e forse quello che attira è proprio il modello poco realistico.

Molti uomini hanno la tendenza a evadere dalla loro realtà. 
Spesso e volentieri percepita come noiosa o insoddisfacente in campo sessuale, questi individui si creano un mondo di fantasia dove il corpo femminile tanto ambito ed estraneo sfida le leggi fisiche, può essere maltrattato ed è sempre pronto all' uso, come un giocattolo di gomma.
Molti uomini sono più attenti all'aspetto materiale del sesso perché abituati a considerarlo un esercizio delle proprie funzioni fisiologiche, scollegato dalle emozioni.


L' unica pseudo-pornoattrice con un seno piccolo che abbia mai apprezzato finora è Liz Vicious, ma anche questa piccola succube goth-girl è da considerarsi un caso particolare e non certo un sex symbol largamente diffuso come una qualsiasi Pamela Andreson.
Insomma, resta comunque una sorta di “nicchia”.


L' importante è il carattere
Non fanno che ripetercelo tutti, con un tono semiconsolatorio, a metà tra l'autocompiacente e il caritatevole, ma sono pochi quelli che lo credono veramente.
Tutti giudichiamo gli altri e il loro corpo, fin dal primo istante in cui li incontriamo.
Io lo faccio di solito per più tempo, osservo molto i movimenti e il portamento di una persona subito dopo aver passato in rassegna la struttura fisica, le mani,la nuca e il volto, in quest' ordine, e di ogni parte annoto mentalmente cosa mi piace e cosa non mi piace di ognuno, a che distanza voglio tenere quella persona e cosa voglio approfondire di lei.
Una scansione completa, insomma.
Ma già dopo i primi 5 minuti so se voglio approfondire la conoscenza con una persona o meno.


Anche io ho una serie di pregiudizi riguardante l'aspetto fisico delle persone che vorrei attorno.
Pregiudizi che vengono regolarmente rotti dai numerosi "casi particolari" di persone superfiche che incontro ogni giorno, e che non hanno affatto il peso o la misura di reggiseno che credevo mi sarebbero piaciuti incontrare.
Eppure finiamo comunque per diventare ottimi amici, amanti o compagni per la vita.


Insomma, possiamo scrivere fiumi di inchiostro sulle dimensioni ideali che il corpo nostro o degli altri dovrebbe avere per piacerci, ma a conti fatti il corpo, con tutti i suoi limiti fisici, è davvero secondario alla personalità.
Un mero gusto estetico per certi attributi non potrà mai sostituire la profonda connessione che è possibile instaurare tra due esseri umani, una volta trovato il coraggio di far cadere tutti i miti e le barriere che ci costruiamo intorno.


Quando troverò la mia Principessa, sono sicura che, per quanto potrò trovarla sexy e fantastica, il suo corpo sarà solo una minima parte delle cose che amerò di lei.
E che abbia un seno abbondante o piccolo, le cose più importanti per me saranno il suo carattere, il suono della sua voce, e la luce proveniente dal suo sorriso.

mercoledì 23 marzo 2011

Armi di distrazione di massa


La nostra cultura è permeata di seni enormi, dallo stereotipo della povera tettona ingenua presente in ogni manga che si rispetti, a protagoniste di videogiochi dotate di tette antiproiettile/antigravità, come Lara Croft o le eroine dei fumetti Marvel.

Soprattutto la cultura geek-otaku, quindi un bacino di utenza quasi esclusivamente maschile, si è formata attorno a questi stereotipi e li ha alimentati per potersene a sua volta cibare.

Un cane che si morde la coda, insomma.



Le mie tette sono un problema per me. La gente non mi vede, vede solo loro. Io SONO le mie tette.”

Ehi, dove stai guardando? Guarda che la mia faccia è un po' più su!”


Per quanto possano sembrare frasi prese da qualche stupida commedia americana, episodi simili mi sono stati riferiti più di una volta nel corso della mia vita, da amici e conoscenti.
Una volta ho perfino assistito a un episodio del secondo tipo. Il ragazzo in quel caso se l' è cavata con un “le labbra, sto guardando le tue labbra” scatenando una risata di gruppo.

I problemi legati al seno grosso non sono solo luoghi comuni o leggende metropolitane.
Ovviamente le ragazze più dotate non sono nate stupide, e ci sono molte ragazze intelligenti con un bel seno grosso tra le mie amiche.
Allora perché lo stereotipo è così diffuso? Forse perché una ragazza con un seno prosperoso più facilmente si abitua ad essere considerata dagli uomini più per le proprie forme che per la propria personalità, finendo per non riuscire o non volere farsi notare per altre qualità. 

Il problema di essere le proprie tette, o il proprio corpo, o qualunque altra cosa risalti di noi, è dato dalla percezione stereotipata che gli altri hanno di noi, basandosi solo su ciò che possono vedere senza prendere in considerazione il nostro vero io, le nostre idee, il nostro carattere, la nostra essenza più profonda.
Una persona non è mai stupida o intelligente quanto appare, ma per conoscerla davvero bisogna scavare più a fondo.
Ci viene molto più facile adagiarci nel cliché che la società ha creato per noi, che non cercare di spiccare come singoli individui in una folla.
Anche se ognuno di noi si considera unico dentro di sé.

In fondo tutte sappiamo che essere carina o sexy è molto più facile che risultare interessante.
Interessante vuol dire complesso, e non tutti hanno voglia di impegnarsi a capire una persona troppo complicata, o a spiegare agli altri la propria complessità.
Per questo gli stereotipi sono comunemente accettati dalla nostra società.
Molti di noi li usano come gusci dietro cui nascondere il proprio cuore molle e indifeso.

Un altro fatto che pochi uomini prendono in considerazione è che le ragazze con un seno eccessivamente ingombrante si trovano ad affrontare tutta una serie di problemi legati alla postura, i quali, se non vengono risolti in età puberale, possono portare a vere e proprie malformazioni della spina dorsale.
Avete presente la tipica ragazza col seno grosso che sta sempre china come se portasse un peso? Ecco, una mia amica delle medie era così.
Problemi di questo genere non possono che influire pesantemente sull' autostima e sulla percezione che queste ragazze hanno del proprio corpo.

L'aspetto visuale del sesso
Spesso la fissazione degli uomini per il seno grosso viene giustificata con la tipica teoria che “gli uomini sono più visuali delle donne” , in relazione al fatto che la loro vista è predominante e nella loro sessualità gli stimoli visivi giocano un ruolo molto importante.
La stessa giustificazione viene applicata al fatto che l'industria del porno sia prevalentemente indrizzata a un pubblico maschile, perché pare che le donne trovino maggiore eccitazione nelle proprie fantasie che nel sedersi e guardare un film. Motivo per cui esistono tanti esempi di letteratura erotica o di romanzi stile “harmony” (se di letteratura si può parlare, bleargh!)

Personalmente trovo che sia vero. Quando mi trovo a guardare un video porno con Moreno, mi soffermo a giudicarne la qualità e le inquadrature più di quanto dovrei eccitarmi nel vedere due tizi tutti unti e depilati che fottono come se non ci fosse un domani.
Mentre per connettermi con i miei sensi ho bisogno di chiudermi in camera e pensare a situazioni o persone reali, o inventate da me, ma non mi sento a mio agio se prendo a prestito i personaggi di qualcun altro per le mie fantasie.

E' come sbirciare dal buco di una serratura, e non mi va di entrare dove non sono invitata.
Ma conosco anche ragazze che non riescono a guardare la fine di un film porno con il loro ragazzo, perché si eccitano così tanto che hanno bisogno di mettere subito in pratica quello che hanno visto sullo schermo.
Credo ci sia solo una maggiore tendenza a interiorizzare le proprie fantasie da parte delle donne, perché fin da piccole viene insegnato loro a “fare le brave ragazze” e a non esternare i propri bisogni fisiologici. 
Che è lo stesso motivo per cui una ragazza che rutta o dice parolacce risulta molto più scioccante e sgradevole di un uomo.
Certe cose vanno tenute nascoste, perfino a sé stesse, e ciò ne risulta in una repulsione per tutto ciò che è sessualmente esplicito.

Legami con l'allattamento
Una volta spiegato il principio secondo cui gli uomini hanno bisogno di stimoli visivi, può risultare più tollerabile per la fidanzata piatta di turno, che il proprio partner fissi qualche ragazza meglio carrozzata di lei, per la strada.
E' relativamente facile, per una donna, capire che nell' uomo lo stimolo sessuale e l' amore siano concetti ben separati da una grossa linea di demarcazione.
Più difficile invece è accettare che gli istinti sessuali sono fortemente legati all' inconscio, alla figura materna e al complesso edipico.
Perché queste questioni sono più fortemente radicate e profonde di un mero “prurito” sessuale o del semplice gusto estetico.

Ogni uomo ha avuto un rapporto privilegiato con la propria madre, e quindi anche con il seno della propria madre.
Recentemente ho letto in un articolo che si sta cercando di capire se c'è un collegamento tra la fissa per il seno grosso e problemi avuti durante l' allattamento, come uno svezzamento precoce o tardivo, che abbia creato un atttaccamento eccessivo del neonato verso questa parte del corpo materno così ambita e al tempo stesso così proibita.

Quello che le donne eterosessuali tendono a rimuovere, però, è che anche le donne hanno avuto con la propria madre questo rapporto così speciale.
Un rapporto di amore in piena regola.
Le insicurezze di molte donne legate alle dimensioni del proprio seno sono legate al bisogno di confrontarsi con quella figura materna che per molti anni è stato un esempio da seguire, raggiungere, e infine superare, proprio come la figura paterna per un uomo ossessionato dalle dimensioni del proprio pene.
Non si tratta mai di complessi provocati da questioni pratiche o razionali. Infatti non sta scritto da nessuna parte che una donna con una prima o una seconda non possa allattare i propri figli quanto una superdotata, e come si è già detto le dimensioni degli organi sessuali non influenzano le prestazioni né la fertilità.
Quindi il problema è semplicemente legato all' identità e alla propria autostima, non a questioni pratiche. L' unico modo in cui le dimensioni di certe parti del nostro corpo influenzano la nostra vita è nel modo in cui questo ci fa percepire noi stesse e il modo in cui gli altri ci percepiscono.

Nonostante sia solo un aspetto superficiale di noi, per molte donne la scollatura conta più di un bilgietto da visita, perché parla non solo del nostro corpo, ma anche del nostro carattere e del nostro coraggio di mostrarci al mondo.

(segue nell' ultima parte!)

martedì 22 marzo 2011

Botti piccole e vino buono



E' vero, lo ammetto, ho un problema con le tette grosse.
No, non è quello che pensate voi, non sono ossessionata dalle tettone come la maggior parte degli uomini, né invidiosa come la maggior parte delle donne.
Io trovo le tette al di sopra della terza un po' esagerate, e mi fanno impressione allo stesso modo in cui una persona obesa o anoressica mi fa provare un misto di repulsione e compassione. Diciamo che soffro un po' per loro.

L'importanza delle proporzioni
Io stessa non conosco le cause di questo mio rifiuto.
Forse è solo una posa perché tendo a snobbare tutto ciò che è anche solo leggermente popolare, e le tette grosse lo sono.
O Forse è appunto qualcosa che associo al peso corporeo, in fondo se ci pensate il seno non è altro che un deposito di materia adiposa attorno alle ghiandole mammarie.
Forse è dovuto al mio inconscio tutto incasinato, e a problemi irrisolti con la figura materna.
Vengo da un liceo artistico, in cui siamo sempre stati abituati a ore ed ore di copia dal vero con tanto di modella, e l'immagine di un corpo nudo, di per sé, non è mai stato un problema.
La nostra modella era davvero molto attraente, e se al tempo avessi capito che mi piaceva forse sarei stata troppo imbarazzata per disegnarla correttamente, ma non mi sarei impressionata né scandalizzata.
Un bel corpo è sempre piacevole da guardare. 
Ma quando si comincia a cambiare le proporzioni e a discostarsi dal mio ideale di corpo perfetto, altre sensazioni si fanno strada in me.

Lo strip club
In una delle nostre esplorazioni notturne, io e Moreno abbiamo passato una serata alternativa in uno strip club, pieno di modelle e ballerine molto sexy.
Oltre al disagio di essere l' unica ragazza che non lavorasse lì dentro, ho provato anche una sensazione sgradevole nel leggere un sentimento di noia misto a indifferenza nella maggior parte di quelle ragazze, mentre si esibivano attorno al palo.
Compassione per quei corpi sfruttati a parte, da un punto di vista puramente estetico mi accorgevo di guardare prevalentemente le ragazze con un seno di dimensioni pari o inferiori al mio, ed erano veramente poche le spogliarelliste "tettone" che potessero anche vantare un corpo snello e perfetto.

L'amica del liceo

“vedi? Il mio problema non è che ho le tette grosse, sono i capezzoli che sono enormi e non mi piacciono. Sono orribili!!”

Questo succedeva un' estate che ero ancora al liceo, davanti a una mia compagna di classe che si stava mettendo il costume da bagno di fronte a me.
In quell' occasione non era stato impressionante né disgustoso trovarmi di fronte a una quinta o forse sesta abbondante con tanto di capezzolo “orribilmente enorme”, come lei lo definiva.
Un po' perché all' epoca non ero nemmeno consapevole di essere bisessuale, o non volevo ammetterlo, e cercavo di restare composta e di non arrossire di fronte a un'amica che mi offriva uno spaccato del suo corpo tanto ambito tra i nostri compagni di classe maschi, e mi confessava qualcosa di così delicato come la repulsione che provava per il proprio seno.

Ma non ci ho trovato niente di strano anche e soprattutto perché quella ragazza era alta oltre un metro e ottanta, ed era in grado di prendermi in braccio e sollevarmi in qualunque momento.
Su di lei delle forme prosperose erano più che gradevoli alla vista.
Quindi anche la mia percezione di cosa sia esteticamente gradevole è alterata dai sentimenti che provo per quella persona, in questo caso la forte ammirazione e amicizia, e dal resto del corpo.
Continuo a pensare che, su di una ragazza della mia stazza, un paio di tettone risulterebbe semplicemente ridicolo, ma non lo penserei mai di quella mia amica dalla faccia d'angelo e dal corpo di valchiria.
(Ah e per chi si facesse strane idee sulla mia amica, ehm... se l' è "aggiudicata" mio fratello, quindi non rompetemi le palle: non ho storie lesbo legate al liceo da raccontarvi!)

Sensibilità e terminazioni nervose
L' aspetto però meno affrontato, delle dimensioni del seno, è un aspetto prettamente pratico legato alla sfera sessuale, ma non solo.
Non è una gran scoperta che un organo più grande sia generalmente meno sensibile di uno più piccolo. Come si è già detto per le dimensioni del pene, le terminazioni nervose tendono ad essere più concentrate in un unico punto in caso di organi piccoli, mentre un membro molto grande risulterà conseguentemente meno sensibile e necessiterà di un maggior lavoro di stimolazione.
Lo stesso concetto si applica alle dita o ad altre parti del corpo, ed è soprattutto vero per gli organi sessuali e le zone erogene.

Quindi anche per il seno.
L' areola e il capezzolo sono estremamente sensibili in una donna proprio perché ricchi di terminazioni nervose, le quali permettono alla donna di provare molto piacere sia durante i preliminari, che durante (addirittura) l'allattamento!
Ma questo tabù è a sé stante e andrebbe affrontato a parte.
Basti sapere che sì, allattare è un' esperienza piacevole, e non nel senso più “casto” del termine.

Quindi a letto, a meno di non avere un partner particolarmente esperto, o a meno di non far parte di una rara eccezione di donne prosperose ma ipersensibili, sembrerebbe più comodo e conveniente avere un seno piccolo. Diciamo che su questo ho una certa esperienzapersonale, anche se non ho mai letto studi che dimostrino un collegamento tra le dimensioni del seno e la sensibilità, quindi il mio "campione" non è abbastanza vasto da costituire uno studio vero e proprio. E' solo una cosa che ho notato tra le persone che conosco:
Ttutti i ragazzi e ragazze a cui ho chiesto mi confermano che in linea generale sono le ragazze con il seno più piccolo ad essere più sensibili.
E le poche esperienze che ho avuto con delle ragazze sembrano confermarlo...

domenica 20 marzo 2011

Saperlo usare

TOOL


Che il proprio attrezzo sia grande o piccolo, la grossa sfida resta comunque non farne un uso improprio.
Troppo spesso sento gente millantare chissà quali prestazioni da urlo, senza magari conoscere nemmeno le nozioni elementari di anatomia. Gente che neanche si accorge della differenza tra orgasmo vero o simulato.
Troppe volte capita di sentire i racconti del "dotato" di turno, che forte della convinzione che basti avere un grosso attrezzo non si cura di imparare ad usarlo.

La maggior parte delle persone crede che gli unici problemi che un uomo e una donna possano affrontare, durante il rapporto, sia che lui duri troppo poco, o abbia il pene troppo piccolo.
O che lei sia troppo restia a raggiungere l' orgasmo per problemi di pudore e/o repressione.
Invece spesso e volentieri noi affrontiamo il problema opposto:

Quando ancora non stavo molto bene, il sesso per me era qualcosa di complicato e doloroso.
Essendo io una ragazza fisicamente ed emotivamente troppo sensibile, non ho mai avuto molti problemi a provare piacere, una volta a mio agio e con la persona giusta.
Ma la mia scarsa resistenza fisica e il dolore durante il rapporto finivano per intromettersi più di una volta, costringendoci a lasciare tutto a metà.
Non si tratta certo della situazione ideale, quando hai la fortuna di avere due ragazzi con "prestazioni" da far invidia a chiunque:
Mentre uno è normodotato ma dura molto più della media, l' altro è di dimensioni spropositate e ha comunque una durata allungata dall' ansia da prestazione.

Per mesi mi sono sentita inadeguata alle persone che mi era capitata la fortuna di avere attorno, ed ero sempre frustrata e piena di rabbia per non essere in grado di ricambiare adeguatamente e soddisfare i miei due uomini.
Detesto sentirmi inutile.
Se si fosse trattato di qualunque altro ragazzo, probabilmente sarebbe corso via da una ragazza emotivamente e fisicamente così complicata da “gestire”, e mi sarei ritrovata sola in poco tempo.
Ma come più volte ho avuto il piacere di constatare, i miei ragazzi sono speciali tra le persone speciali!
Nonostante le difficoltà di questo anno, non ci siamo fatti mancare le coccole, l' affetto, il dialogo e la comunicazione, soprattutto quella comunicazione non verbale fatta di sguardi, di gesti e di silenzi profondi, così importante tra gli amanti per rafforzare il rapporto.

Con il tempo, il dolore durante il rapporto è diminuito, e siamo stati in grado di alzare nettamente la qualità della nostra vita sessuale.
Ho scoperto io stessa di avere dei pregiudizi sulle dimensioni del pene, che non credevo fossero pregiudizi: credevo semplicemente di non essere fisicamente “compatibile” con uno dei miei partner, visto che io sono piccolina per costituzione, e quindi proporzionata al mio fisico in ogni mia parte. 
Invece dopo le ultime settimane mi sono accorta che è solo una questione di impegno, di rilassarsi e di sentirsi a proprio agio e al sicuro, e di riempire la nostra intimità di coccole, preliminari, parole dolci e seducenti che aprano la via per tutto il resto.


Leggendo questo articolo, poi, ho trovato la conferma a quanto già avevamo scoperto per conto nostro, più tante informazioni utili sulla praticabilità del sesso, anche con un superdotato che crede di avere una “maledizione” terribile.
Credevo che sarei sempre stata condannada a una vita sessuale dolorosa e inappagante, a causa dei miei problemi, e invece già a distanza di un anno dal ricovero ci sono stati enormi progressi, e la situazione sembra non possa far altro che migliorare!

Anche le femminucce, però, devono stare attente a maneggiare con cautela i loro uomini:

Spesso da un uomo all' altro può esserci una enorme differenza di sensibilità, e quello che può essere eccitante per uno, può essere doloroso o fastidioso per altri.
Anche qui, sembra che la sensibilità di certi organi sia direttamente legata alle dimensioni, forse per una maggiore o minore densità di vasi sanguigni o terminazioni nervose a seconda che questo sia grande o piccolo.

Le stesse abitudini sessuali o “fisse” del partner possono portarlo a sentire come piacevoli cose che altri giudicherebbero strane, e provare indifferenza o addirittura ansia per altri gesti che credevate “funzionassero” solo perché ai partner precedendi piacevano.
Quindi certi miti, sotto le lenzuola, si possono sfatare solo facendo una cosa che la maggior parte di noi è troppo imbarazzata per fare, a letto: fare domande. E dare risposte.
Niente può essere dato per scontato, in amore e nel sesso. 
E niente dovrebbe essere lasciato sottinteso, se vogliamo essere capiti chiaramente.

Il bello di essere poly è che è una sfida continua ad imparare di più sui propri partner, saper gestire più cose alla volta e annotare mentalmente i gusti e il “funzionamento”, sia fisiologico che emozionale, di tutti.
E' un modo di vivere che abitua a considerare normale la diversità, e anomala la normalità, e che porta la mente a dover sempre migliorare ed evolversi per trovare soluzioni sempre diverse ma che mettano d'accordo tutti.

E' un amore sempre in movimento, e non per questo meno autentico.

sabato 19 marzo 2011

Le dimensioni..CONTANO!

It's good for you!

"Ma tu trovi che io ce l' abbia piccolo?"
"Beh, per i miei standard sì."

Ricordo quando alle medie girava questa voce che i miei compagni di classe andassero in bagno a misurarselo col righello, per fare a gara a chi ce l' aveva più grosso.
Io non ho mai capito certe dinamiche del cervello maschile, e mi limitavo a liquidare certi atteggiamenti perché troppo stupidi per il mio modo di sentire e di essere.
Me ne servivo come indicatori per distinguere  il vero uomo dall' uomo-scimmia, già in tenera età.

Quello che non avevo la sensibilità per capire, è che le dimensioni del pene, per un uomo, contano. Spesso troppo. A volte anche più di ogni altra cosa.

La percezione maschile del pene
La maggior parte degli uomini è convinta di avere un pene più piccolo della media, anche quando rientra esso stesso nelle misure standard.
Non si tratta di scarsa autostima, ma di una percezione falsata della realtà, dovuta a un fenomeno chiamato in inglese “foreshortening”, ovvero la deformazione prospettica che abbiamo del nostro corpo guardandolo dall'alto. 
Ovviamente il foreshortening non si applica quando invece vediamo il pene di qualcun altro, da un' angolazione differente e senza deformazioni prospettiche, e quindi percepito come più grande di quello di chi osserva.
L' impressione che il pene sia piccolo può anche essere dovuta a accumuli di ciccia proprio alla base del pube, che fanno quindi sembrare più corto il membro.

La convinzine di avere un pene di dimensioni pari o superiori alla norma è strettamente legata all' autostima della maggior parte degli uomini, perché dall' età puberale in poi il bambino inizia a scoprire il proprio corpo e a provare piacere tramite esso, ma è costantemente messo a confronto con il corpo di altri uomini per cui prova timore, affetto e rispetto, ma verso cui si sente anche in competizione: il papà, i fratelli maggiori, i compagni di classe o i compagni di giochi.
Il pene diventa un metro per misurare il proprio livello sociale rispetto agli altri, una vera e propria clava con cui fronteggiare questa competizione cavernicola.

la percezione femminile del pene
In tutti gli studi evidenziati finora, le donne etero hanno mostrato di essere la categoria di persone meno interessate alle dimensioni del pene, e anche quando esprimono una preferenza si parla più di larghezza che di lunghezza, per una questione meramente pratica legata alla stimolazione  generata dall' attrito durante il rapporto.
Soprattutto nel caso di uomini gay, le dimensioni sembra contino di più, dicono certe indagini.
Solo nel caso di donne etero che abbiano da poco partorito, si ha un aumento di interesse nelle dimensioni del partner, semplicemente perché dopo il parto si ha una sensazione di minore elasticità e l'utero cambia leggermente forma.
Se un pene grosso non soddisfa la propria donna più di quanto non faccia uno normale, da dove deriva allora tutta questa fissa degli uomini - gay o etero che siano- per la grandezza del pene?

L'ansia delle dimensioni
Si tratta di un'ansia indotta dalla società, che fa leva sulle insicurezze di ogni uomo e collega inconsciamente le dimensioni del pene alla virilità o alla prestazione sessuale, ed è quindi un' estensione della famosa ansia da prestazione che molti vivono non solo a letto, ma in ogni altro ambito della vita: lavoro, amici, studio e famiglia. 
Sentiamo sempre di essere messi alla prova e di dover dimostrare qualcosa a qualcuno, siamo chiamati in ogni momento a esibirci, a dire "io guadagno di più, scopo di più, prendo voti migliori".
Le donne devono mostrasri versatili e saper gestire lavoro e famiglia, gli uomini devono distinguersi per fermezza, forza, inamovibilità, potere e potenza. 
Per grossezza, insomma.

Le persone superficiali e con una bassa autostima tendono a soffermarsi su dettagli fisici altrui e denigrarli, perché così possono deviare l'attenzione dai loro problemi, che riguardano insicurezze più profonde, e mettere in luce le loro qualità, che sembreranno maggiori comparate al fallimento di un altro.
Appiattire il discorso a livelli elementari spesso è la scappatoia per non doversi lanciare in discussioni più complesse e articolate in cui potrebbe risultare difficile uscire “vittoriosi”.
Perché il fine ultimo di una discussione tra adulti è che alla fine tutti imparino qualcosa di nuovo e trovino un terreno comune, mentre la discussione tipicamente adolescenziale è quella di chi vuole prevalere.
Inoltre è particolarmente facile individuare un uomo che ha problemi di autostima, perché sarà il primo, in un gruppo, a millantare doti da amatore o dimensioni spropositate, forte del fatto che nessuno dei presenti avrà modo di verificare.
Le donne, invece, preferiscono lamentarsi e criticare i propri rivali, piuttosto che vantare apertamente qualità proprie ed esporsi così al giudizio altrui.


Il problema delle dimensioni è così diffuso nella nostra società, da aver dato vita a tutta una serie di miti, metodi e rimedi miracolosi per allungare il pene, che sfruttano l' insicurezza degli uomini superficiali di cui sopra, e che costituiscono il 90% dello spam che ricevete ogni giorno nella vostra casella di posta elettronica.

Cultura e culture del pene
Questa psicosi del pene non è una novità dei giorni nostri, né un' esclusiva della cultura occidentale: già la figura di Priapo nell' antichità era considerata segno di buon auspicio e di fertilità, e a tutt' oggi in Giappone si festeggia quel fantastico kanamara matsuri a cui un bel giorno dovrò presenziare!

In alre culture, più che sulle dimensioni grandi o piccole dei genitali, si mette molto l' accento sulla compatibilità: ho letto che nel Kamasutra si dividono le misure di uomini e donne in diverse grandezze, e per assicurare un giusto equilibrio nella coppia viene suggerito di non discostarsi mai troppo dalle proprie dimensioni nella scelta del partner.
Lo stesso concetto è ribadito da un libro molto interessante che vorrei leggere insieme ai miei partner, e che finora purtroppo ho trovato solo in italiano, che è una versione addomesticata e occidentalizzata di alcune tecniche tantriche, mescolate con sciamanesimo e altre cosine simpatiche, e in cui si dividono le tipologie di persone in base a come i loro genitali e la loro struttura fisica si presentano.


Il problema è che nell' antichità l' uomo era giustificato a volersi circondare di peni grossi perché, nella sua ignoranza, li considerava simbolo di maggiore fertilità.
Ma adesso la riproduzione e il sesso sono slegati grazie ai contraccettivi, e nessuno studio ha evidenziato un collegamento tra la fertilità e le dimensioni dei genitali.
Quindi non c'è più nessun motivo per mettere in atto la battaglia dei peni, se non come forma di competizione dell' ego maschile che reclama la sua fetta di attenzione.


Insomma, le dimensioni contano, ma solo nella testa degli uomini!

lunedì 14 marzo 2011

OH MIODDIOH! LE COSE A TREH!



L' ultimo weekend con Thomas è stato un trionfo di amore e di coccole!
Sabato Moreno si è trovato coi ragazzi a casa del suo Migliore Amico, graziandoci dalla loro presenza speciale per una giornata intera.
Né io né Thomas volevamo suonare troppo egoisti nel chiederlo espressamente, ma a Moreno è bastato uno sguardo per capire che avevamo bisogno di passare quegli ultimi due giorni insieme, per conto nostro e il più possibile privi di vestiti...

E' questo che mi piace, del nostro rapporto a tre: anche se Moreno e Thomas sono solo amici, e ciò che più li accomuna sono io, sanno capirsi senza bisogno di tante spiegazioni.
Ormai non solo come coppia, ma come triade, abbiamo raggiunto un livello di intesa invidiabile pure per molte coppie sposate e navigate.
E il tutto in un annetto circa!

Il sabato notte, tuffatosi a letto con noi, Il nostro nerd preferito ci ha raccontato i piacevoli aneddoti e gli strafalcioni della serata tra amici.

And the winner is...
A:“Porca puttana, [segue discorso sensato] porca puttana porca puttana!”
B:“Dai smettila di dire queste cose, che c'è Il Minorenne!”
[lasso di tempo passato a giocare e sparare cazzate]
A:“Ah, ma quindi voi fate anche le cose a tre??”
C:“Orcoiddio!” (vuol dire “sì” nel gergo di Moreno)
B:“Meno male che c'è Il Minorenne: in due frasi siamo riusciti a parlare di cose a tre e bestemmiare!”
Bravi ragazzi: Fail!

Purtroppo anche se la cosa in sé è abbastanza ridicola, in realtà c'è poco da ridere, perché ancora una volta denota due cose un po' sgradevoli:

1- il sesso è vissuto da chi non lo conosce come un morbo lontano e contagioso, di cui non si deve parlare in presenza di liceali per non turbare le loro povere menti, o di cui non bisogna parlare in presenza di genitori/persone rispettabili perché “non sta bene”.
E' trattato alla stregua di una bestemmia o di una parolaccia, non va pronunciato a tavola, va tenuto per sé, come un rutto o una scorreggia. 
Se ci tieni tanto, vai a farla in bagno, dove nessuno può vederti! 
E' una cosa sporca di cui non ci si deve occupare, se si vuole rimanere innocenti e "puliti".

2- L' unica cosa che agli altri arriva del fatto che ho due ragazzi che mi amano... è che noi “facciamo le cose a tre”. 
Indubbiamente è divertente, non sarò certo io a negarlo, ma è una visione ristretta della realtà, che riduce tutto il nostro complesso e bellissimo rapporto a qualcosa di tristemente meccanico, niente di più di un sollevamento pesi in palestra, fatto per aumentare questa o quell' abilità, per migliorare questo o quel lato del nostro corpo o anche solo per ottenere piacere come quando ci si fa una pippa un po' sovrappensiero prima di iniziare la giornata alla “American Beauty”.
Il sesso a tre è visto allo stesso modo in cui un ragazzetto alcolizzato un bel giorno beve una doppio malto per cambiare un po', invece che la sua solita birretta.

E dove sono le coccole a tre?E andare a prendere il gelato mano nella mano...nella mano? E come si dorme in tre in un letto matrimoniale? E come facciamo a giocare insieme, se siamo in 3 e abbiamo solo 2 pc? Chi cucina per chi? Chi guida, chi decide cosa fare e quando? Di cosa parliamo tutta la notte senza riuscire a smettere di ridere? Cosa ci piace l'uno dell'altra dell'altro?

Queste sono parti poco rilevanti del nostro rapporto, perché non coinvolgono niente di sporco, niente di proibito, niente che loro abbiano scelto di scartare per convenienza o di cui non possano già discutere con amici o parenti.
Quindi sono cose noiose.
Sono cose di cui non ha senso parlare, perché non è altrettanto divertente spettegolarci su.
Perché non ispirano nessun tipo di cattiveria da poter utilizzare alle spalle dei diretti interessati.
E questo atteggiamento mi lascia dentro un'infinita tristezza.

Probabilmente per alcuni amici del mio ragazzo noi non siamo neanche persone vere, uomini e una donna con le loro idee, opinioni, sentimenti.
Forse per loro io sono solo “la ragazza un po' maiala di Sarto”. E Thomas è solo l' accessorio di turno per coppie un po' pazze.

Forse sono io che mi aspetto troppo dagli altri. Il semplice fatto che qualcuno sia amico di un ragazzo che amo non vuol dire per forza che si comporterà come lui in ogni situazione, e spesso mi dimentico quanto strano il nostro mondo possa sembrare per queste persone, così abituate al regno delle scienze esatte e così poco adatte a relazionarsi con altri umanoidi, senza che tutto diventi una competizione o un gioco con regole chiare scritte su un manuale.
In fondo anche questo blog era partito con un intento vagamente manualistico, cioè quello di spiegare come funziona il nostro rapporto aperto a chi non avesse gli strumenti per capirlo da sé.

Già dalle battutine sulle dimensioni delle tette o del pene avrei dovuto farmi un' idea del livello del discorso. 
Insomma, a venti e rotti anni, ancora fissati con le dimensioni del pene?
Ma c'è davvero al mondo una donna a cui interessa della lunghezza del pene di un uomo più che del suo carattere? O è solo una competizione nata tra gli uomini per gli uomini?

Fino a che punto si può fare una colpa dell' ignoranza altrui?
Quali schemi mentali ci vengono inculcati dalla nascita senza che nemmeno ce ne accorgiamo, e quali invece vengono abbracciati consapevolmente? 
Quanto delle nostre fisse sul sesso sono istinti male indirizzati, semplici errori o mancanza di senso pratico?
E' una questione forse troppo vasta per affrontarla in un semplice blog, ma sento l' urgenza di dare il mio contributo scrivendo quello che penso su alcuni facili "Miti" legati al sesso e più largamente alla vita di coppia.
Districare un po' la matassa su queste questioni è quello che spero di fare nei prossimi post.
Stay tuned!


b