venerdì 25 gennaio 2013

Pausa3 - Il Nostro Primo Evento!



Il 26 gennaio ci sarà il primo evento poli organizzato da me e Moreno a casa nostra (si fa per dire...)

Non vedo l' ora! Oddio sono molto emozionata... Presto arriverà Lu e ci aiuterà a organizzare. E' da Capodanno che non lo vediamo, e abbiamo perso il festeggiamento del nostro primo anniversario insieme, quindi abbiamo un bel po' da recuperare!


Ovviamente non riuscirò a bloggare, quindi ecco la consueta foto di gattini: Leo e Calcifer dormono felici accanto a Ringhio, il quale ha realizzato il suo sogno di fare il gatto baby-sitter.

Buon weekend a tutti!

venerdì 11 gennaio 2013

BLOCCO CRETINO

"Mi spiace, la latteria è chiusa. Ho bevuto tutto!"


Ok è ufficiale, ho il blocco della cazzona.
Non scriverò per un po', quindi ecco la consueta foto di gattino pazzo: Miki aveva deciso che il posto più figo in cui andare a dormire era il cartone del latte, reso ancora più appetibile da dei panni appena ritirati da stendere appoggiati temporaneamente lì sopra.
Sto cercando di mettere a frutto il regalo di quei tre pazzi dei miei amori (mi hanno regalato una tavoletta grafica con la quale dovrei iniziare a fare il webcomic... peccato che non so da dove cominciare!) 

Quindi quando sarò a corto di foto di gatti, alternerò con qualche obbrobrio (perdonatemi, davvero, non è per cattiveria, è che devo fare pratica...)

La settimana prossima dovrei essere in liguria, ciò significa niente internet. Questo weekend è incerto cosa farò. dal 24 al 26 sarò abbastanza impegnata, quindi è probabile che non scrva niente.
Alla peggio mi rifaccio viva a febbraio!

Baciozzi

mercoledì 9 gennaio 2013

Stanze dei Ricordi



Che ci crediate o no, sto per fare di questo disastro una camera da letto... Carina, vero?
Peccato che sia completamente inagibile, fredda e umida.
E' una stanza piena di roba non nostra, quindi il massimo che possiamo fare è infilare tutto ciò che non ci serve in cima a un armadio e dimenticarcene.
Le cose erano già così da quando sono venuta a stare da Moreno, ma la cosa è un po' peggiorata, visto che ci abbiamo aggiunto le nostre cose che non ci servono più.


L' abbiamo soprannominata "La Stanza della Morte" perché ricorda un po' quelle vignette in cui c'è l'ultimo posto dello scuolabus o la stanza in cui nessuno va da anni e il protagonista arriva e ci va uno scheletro pieno di ragnatele.
E anche perché quando si entra, c'è il rischio di inciampare su qualcosa e ammazzarsi.
Sembra una stanza piena di rumenta inutile, eppure guardando meglio ci si trova album di foto di matrimonio, completini per neonati finemente ricamati, roba ancora in perfetto stato e di buona fattura.
Quella stanza mi ricorda un po' la "stanza dei tesori" che c' era a casa di mio cugino, dove c'erano tutti i cimeli, giocattoli e aggeggi possibili. Pure una culla in ferro battuto, realizzata con uno stranissimo meccanismo a sospensione pericolosissimo e che mai userei per metterci un neonato. Sono sicura che ora roba così è illegale in diversi stati!
Mi sa che l'artigiano che l'ha fatta non amava molto i bambini...


C' è da chiedersi perché la gente si lasci alle spalle cose che dovrebbe considerare così importanti per la propria vita, e che magari sono costate anche parecchio (le foto dei matrimoni che io sappia costano parecchi soldi, e chi si sposa di solito le espone orgogliosamente, no?).
Oppure non capisco l'abbandono di oggetti di uso quotidiano: se non te ne fai più niente, di quella roba, perché non la regali o non la butti via?
Queste domande mi solcano la mente ogni volta che ci metto piede, e pian piano io e Moreno abbbiamo deciso di sbarazzarci di tutto quello che non sia essenziale.
Dico pian piano, mooolto molto piano, perché io stessa ho difficoltà a sbarazzarmi di tutte le cose che ho.
Tengo sempre tutto perché mi fa peccato buttare via, perché mi affeziono agli oggetti, e perché "non si sa mai"....
Ma sto lentamente iniziando a capire che non ha senso occupare lo spazio vitale con cose che non usi e che sta solamente lì a prendere polvere. Razionalmente lo capisco bene. ma è emotivamente, che faccio ancora fatica a staccarmi dalle cose materiali...

Ci trasciniamo dietro molte cose del passato: I videogiochi finiti, vecchi, che ormai il nostro pc di nuovissima generazione non legge più, i cd musicali, i libri cartacei. Cose, tantissime cose, roba che usi una volta e poi non ti serve più, e allora devi comprare librerie in cui mettere libri che non rileggerai mai, se no si impolverano, ma tanto così si impolverano lo stesso, solo ci mettono un po' più di tempo. E a un certo punto devi andare a vivere in una casa più grande perché hai troppa roba, ma è sempre roba che non ti serve. Qual'è l' utilità di avere una stanza piena di libri? per poterli esporre, per mostrarli agli amici?
Una persona a me molto cara ha una vastissima collezione di libri, fumetti, videogiochi e album musicali.
Le mensole di casa sua si sono letteralmente piegate sotto il peso di tutti questi oggetti, e molte di queste hanno un aspetto abbastanza pericolante.
Ho sempre fatto fatica a capire l'attitudine dei geek a riempirsi la casa di roba, che è in aperto contrasto con l'altra attitudine che hanno, quella di viaggiare moltissimo.
Forse le cose che hanno fanno da contrappeso e impediscono loro di spiccare il volo per sempre e di non tornare mai più a casa?
Forse per questo hanno bisogno di tutta quella massa di roba? Ogni tanto mi viene da immaginarmi questo mio amico che si stacca dalle sue cose e se ne vola via per sempre, in Canada, dove dice sempre di voler andare a vivere.

Non riesco ancora a leggere qualsiasi cosa in formato digitale, mi piace l'odore della carta, sentire i diversi tipi di colla usati, sono un po' come la Prosivendola di Pennac, io.
Mi piace sentire il fruscio delle pagine tra le dita, sentirle leggere come foglie secche, e come le foglie in autunno ogni pagina che sfoglio segna lo scorrere del tempo.

Ma dopo aver finito il libro, sento il bisogno di regalarlo, farlo sparire. se potessi "zippare" i libri cartacei per tenerli tutti dentro lo spazio di una pennetta usb lo farei.
Ma non potendo, ho deciso che leggerò il libro cartaceo ove possibile, poi cercherò la versione digitale, e "libererò" il libro di carta da qualche parte, magari in qualche caffetteria con uno scaffale per il book-crossing.
Benedetto il book-crossing.
E benedetto lo scambio di idee!

C'è una piccola parte di libri che ho particolarmente apprezzato, però, che voglio tenere per me. Sogno un giorno di avere dei figli a cui leggerli ad alta voce, come mia madre ha fatto per moltissimo tempo, prima di metterci a letto.
Rimango sempre stupita quando gli altri da piccoli si addormentavano guardando la tv. Come facevano senza la lettura della buonanotte?

martedì 8 gennaio 2013

Famiglia e Relazioni


La mia percezione dei partner è influenzata dal mio vissuto e dai modelli che ho avuto a disposizione nella mia infanzia.
Ho avuto tre modelli centrali: papà, mamma, fratello.
Quattro, se contiamo anche mia nonna.
Da quando ho lasciato casa, tendo a cozzare contro questi  stereotipi, innescando ogni volta dinamiche simili a quelle che mi hanno accompagnato nell' infanzia:


(tutti i vari modelli possono arrivarmi sia al femminile che al maschile)

Fratello: l'uomo scettico e criticone, ingegnoso e un po'  alternativo. (un esempio di partner è Moreno)
Papà: un po' immaturo e sfuggente, non prende molte cose sul serio, ma compensa con intelligenza e brillante senso dello humor. 
Mamma: intellettualoide e interessante, ha un carattere forte, che però a volte tradisce una certa ingenuità e una insicurezza di fondo quando fa la "voce grossa".
Nonna: una figura saggia, buona e tranquilla, che però non si fa rispettare e si tiene tutto dentro "per amor di pace". (un esempio di partner è Lu)


I miei modelli sono tutti un po' problematici.
Finora mi sono trovata bene solo in relazioni con il "Fratello"(Moreno) e la maggior parte delle mie relazioni fallimentari rientrano nello stereotipo del "Papà"(prendete un mio ex a caso).
A parte il caso di Lu, con la "Nonna" difficilmente riesco ad andare oltre l'amicizia, anche se alcune mie amiche di questo tipo durano da decenni.
Il modello "mamma" merita un discorso a sé: spesso instauro con persone di questo tipo un rapporto complesso, che può andare dall'ostilità reciproca dichiarata, alla relazione di amore-odio, o all' amicizia un po' conflittuale.

A volte ho con queste persone problemi simili ai modelli iniziali:

Il Fratello non sembra dare importanza alla mia ipersensibilità, 
se non a posteriori, oppure mi sento inferiore a lui.
Il Papà non si assume le responsabilità delle sue azioni o sembra dare più importanza alle aspettative del mondo esterno che non al nostro rapporto.
La Mamma si fa intortare da soggetti che disprezzo e/o instaura con me una relazione basata sul conflitto e sulla competizione.
La Nonna si lascia calpestare pur di non creare conflitti, o non dà valore a cose per me importanti per non mettersi contro ad altri. Un po' come il papà, sembra più preoccupata dell' accettazione sociale che di questioni più profonde.

Al contrario del Papà e del fratello, che spesso finiscono per ferirmi per mancanza di tatto, con Mamma e Nonna sono io che devo stare attenta a non offendere inavvertitamente, perché loro si prendono molto più sul serio di me, anche se in modi diversi: la Mamma reagisce con aggressività, mentre la Nonna si sente ferita a morte.

Quando penso alle mie relazioni attuali e le paragono al mio passato, ho la netta sensazione che siano molto più collegate di quanto io sia disposta ad ammettere, e che il mio inconscio mi induca a cercare persone simili tra loro. 

Mi sto convincendo che il mio compito sia ricucire le ferite che il guastarsi di questi modelli mi ha procurato, costruendo rapporti funzionanti con persone di queste categorie, per riempire una sorta di vuoto lasciato dalle delusioni infantili.

lunedì 7 gennaio 2013

I Quattro Elementi

Come vedo i miei partner? 
Nel post precedente parlavo di come ciascuno di loro abbia un ruolo ben definito, per me.
Con tutti ho un rapporto importante, ma ci sono alcune aree di influenza in cui il rapporto è più presente, e che determinano il modo in cui interagisco con loro, piuttosto che la loro importanza.

Mi spiego meglio: con tutti faccio l'amore e le coccole, con tutti vado a cena, al cinema, esco e faccio le solite cose che si fanno con qualcuno quando si sta assieme.
Ma sarà più facile che vada con Moreno all' ikea, a fare la spesa o in sala giochi; che vada con Leu in biblioteca, a una mostra o in giro per negozi; che faccia tantra o massaggi con Luca, o che gli parli dei miei problemi.
(No, non è vero, in realtà a pensarci bene parlo con tutti dei miei problemi perché sono una lagna! :P)


E' difficile trovare le parole per spiegare che questa divisione dei ruoli non rende più importante uno dei miei partner rispetto agli altri. 

Mi torna in mente un esperimento che si fa fare ai bambini delle elementari, per insegnare loro che le piante, per vivere e crescere sane, hanno bisogno di quattro elementi, tutti ugualmente importanti: terra, aria, acqua, e luce solare.
L'esperimento consisteva nel mettere dei fagioli in alcune vaschette, e privare ciascun gruppetto di fagioli di uno di questi elementi essenziali.

I fagioli senza luce avevano dato vita a germogli pallidi e mosci, privati com' erano della possibilità di avere una fotosintesi clorofilliana.
I fagioli senza terra avevano generato piantine verdi ma rachitiche e pendenti, perché private del sostegno e dei minerali necessari a crescere forti e in salute.
I fagioli senza acqua erano diventati secchi, e non hanno mai germogliato. Forse in un secondo momento, mettendoli in acqua, sarebbero tornati commestibili o avrebbero potuto germogliare.
I fagioli senza aria, invece, erano proprio morti, e non erano più buoni a niente, neanche da mangiare (anzi erano anche un po' marciti, ma penso fosse più che altro dovuto al fatto che in una scuola elementare fosse abbastanza difficile creare un sottovuoto degno di questo nome... però insomma, la metafora l'avete capita lo stesso!)

Io le relazioni le vedo un po' allo stesso modo: Non puoi nutrirle con una sola cosa, per tutto il loro ciclo vitale, e sperare che funzioni per sempre. 

Insomma, dipende da cosa vuoi fare coi tuoi fagioli.
Vuoi conservarli sottovuoto per mangiarli? Piantarli? Farli crescere?
Io sono poli, e siccome rifiuto consapevolmente l'eventualità di trovarmici, non oso immaginare il dolore che una scelta del genere possa provocare a un mono mentre rinuncia a tre elementi per giurare fedeltà a uno solo col quale ingozzare il suo “fagiolo” fino allo sfinimento. (Ehi, niente doppisensi!)

E' una scelta che, nel migliore dei casi, ti porta ad avere una pianta rachitica, moscia e giallina e, nel peggiore dei casi, un seme grinzoso e privo di vita.
No, grazie!

Io per ora ho l'aria, la terra e l'acqua:

Moreno è la mia terra, anzi la mia Roccia: La nostra relazione mi dà stabilità emotiva e psichica, oltre che materiale. 
E' la mia "casa base".
(Ok, magari è più una caverna degli orsi, ma comunque...)
In negativo, la terra può significare abitudine, inamovibilità o staticità.

Leu è l' Aria: condivide con me alcuni interessi. La nostra relazione soddisfa la mia curiosità intellettuale e il mio bisogno di divertirmi. Il nostro rapporto soddisfa il mio bisogno di leggerezza.
(Sì, insomma, salvo quando discutiamo e il rapporto diventa tutt' altro che leggero...)
In negativo, l'aria può destabilizzare e significare immaturità.

Luca è l'Acqua: La nostra relazione mi dà tanto dal punto di vista dell' ascolto e del sostegno emotivo, e mi permette di esplorare alcuni aspetti del contatto fisico e del corpo che tendo a trascurare un po' troppo.
Come l'aria, l'acqua può far sentire la mancanza di basi solide, anche se con meno rapidità.
E se lasciata fluire senza limiti può infiltrarsi e creare danni, o può far affogare.

Avrete notato che manca la Luce.
Devo ancora trovarla, infatti...

(ok, dopo questo post sono giunta ad una conclusione: guardare troppi shounen basati sugli elementi fa male!)

domenica 6 gennaio 2013

Che palle, le gerarchie!


Mi è più facile parlare di ruoli che di gerarchie.
L' idea di stilare una Hitlist poly, oltre a suonarmi superficiale e offensivo nei loro confronti, mi sembra non rendere giustizia al mio modo di vedere le relazioni.
Abbiamo parlato già di scale mobili relazionali e di come il partner abbia una posizione assolutizzante e totalizzante all' interno del rapporto monogamo classico.

Molti poli propongono una struttura alternativa per le proprie relazioni, che è quella della distinzione tra partner primario e secondario. Alcuni per motivi pratici, altri perché sono convinti di poter fare sesso con molte più persone di quante ne possono amare (che secondo me già non è più “poliamore”, ma vabbeh, ognuno ha la sua definizione di poliamore, e il mondo è bello perché è vario...)
A me suona bruttissima la distinzione tra primario e secondario, non solo perché mi dà l'idea che ci sia sempre qualche partner più sacrificabile di altri, ma anche perché mi dà l' idea che ci sia una persona più importante a cui sento che dovrei/vorrei dedicarmi maggiormente al posto di suddetti secondari, e che ha priorità su tutto il resto. Ma  forse dovrei parlarne in un post a parte.


il mio problema (o la mia fortuna) è non esser mai vissuta in un ambiente dove ci fossero gerarchie molto ben definite.
Mio padre non è mai stato il classico capofamiglia autoritario, era più che altro un inventore un po' svampito e dotato di un forte senso dell'umorismo, mentre mia madre, pur essendo molto solida e di carattere, ha sempre preferito sfinirci di prediche che menar le mani o punirci. Insomma, non posso dire che nessuno dei miei genitori “portasse” propriamente “i pantaloni”, come si dice (grazie a dio). 
Anzi, il più bacchettone, in famiglia, è sempre stato mio fratello. Fin da piccolo.
Era uno spasso vedere lui, bambino, rimproverare severamente loro, adulti, per acquisti errati o altre azioni che competono un genitore!
Insomma, non c'è mai stato nessuno al comando, e il timone lo tenevano un po' tutti, insieme o a turno.

Questo non vuol dire che non assegni ruoli molto specifici ai  miei partner. 
Solo che invece di posizionarli su un podio, cerco di metterli tutti allo stesso livello di importanza. 
Preferisco un posizionamento orizzontale più che verticale, ed in fatto di rapporti, più che per priorità, ragiono per ruoli e per competenze, perché lo trovo più funzionale e utile.

Visto che cerco sempre di organizzarmi dal punto di vista pratico, ogni volta che conosco qualcuno, cerco di capire che "utilità" questa persona avrà nella mia vita. Non nel senso di "come potrò sfruttarlo", ovviamente, ma nel senso di "cosa possiamo imparare l' uno dall' altro, come possiamo condividere la nostra esperienza e le nostre capacità".
Come dicevo nel post in cui paragonavo le relazioni poli a un party di un gioco di ruolo, ognuno ha abilità differenti, le quali, combinate insieme, ci permettono di affrontare le difficoltà che ci si parano davanti.

In ogni paragone che mi viene fatto sulle relazioni poli, c'è sempre qualche discrepanza:
Non posso paragonarci a un gruppo musicale, a una squadra o ai personaggi di un libro, perché c'è sempre un frontman, un capitano, un protagonista, insomma tutti gli altri personaggi, per quanto essenziali dal punto di vista tecnico, non spiccano altrettanto e non vengono catturati dai media allo stesso modo. La nostra società è tutta strutturata così, porta a voler essere il più popolare, il primo della classe, a voler eccellere sugli altri in un' unica cosa, piuttosto che a unire le forze per un obiettivo comune, a volersi uniformare, piuttosto che a valorizzare le proprie differenze.
E questo l'ho sempre trovato difficile da digerire.
In qualsiasi ambito.

Mi infastidiscono sia figura del leader o del personaggio carismatico, sia il fatto che ai personaggi secondari vengano dati ruoli, appunto, minori. Come se fossero esseri di serie B.

Per questo adoro le raccolte di racconti o i romanzi corali, o quelle serie in cui si alternano scene con i diversi protagonisti, e in cui si riesce a dare a tutti la stessa importanza. 
Se mai prenderà piede una narrativa poli, io spero che la molteplicità delle relazioni venga resa così: tenendo conto della storia e del punto di vista di ogni singolo protagonista.
Vorrei che ogni persona si sentisse protagonista della propria storia, centro del proprio microcosmo, e venisse riconosciuta tale anche dagli altri.

sabato 5 gennaio 2013

Il primo Triadiversario!

Oggi è passato un anno esatto dalla prima visita di Lu a casa nostra.
Purtroppo non abbiamo potuto passarlo insieme, ma siamo decisi a rifarci quanto prima.
Tecnicamente io e Lu ci siamo lasciati per circa 3 mesi e poi ci siamo ritrovati, quindi l'anniversario "pieno" è da considerarsi solo tra lui e Moreno. Ma credo che entrambi abbiamo continuato a volerci bene anche da lasciati, quindi per me non fa poi molta differenza.

Ricordo ancora la mia indecisione e il mio imbarazzo a unirmi a loro quando li ho visti baciarsi per la prima volta, in cucina qui a casa. Ho inizialmente glissato lasciandoli soli e andando a stendere nello stanzino, ma poi quando hanno iniziato a chiamarmi per unirmi a loro non ho potuto ignorarli.
E meno male che non l' ho fatto.


Ero ancora troppo ferita dal pessimo trattamento ricevuto dallo Svuotamente, e avevo il terrore di soffrire ancora per qualcuno che potesse tirare indietro il culo quando sarebbe arrivato il momento di impegnarsi in una relazione seria, specie senza la garanzia della proprietà unica data dai rapporti monogami, che per molti viene presa come garanzia di stabilità.
Per molto, troppo tempo ho avuto troppa paura per lasciare avvicinare Lu a me, e sono convinta che anche questo abbia contribuito a farci litigare, mesi dopo esserci messi insieme. Una parte di me non riesce ancora a perdonarsi di questa distanza artificiale messa tra noi, mentre l' altra è felice che siamo riusciti non solo a sopravvivere a tutto questo, ma anche a migliorare e a crescere dopo questo episodio.


Sentire Lu al telefono, anche se per pochi minuti, oggi , è stato davvero bello. Mi sento vicina a lui anche nella distanza.
Ed è bello sentirgli dire che anche lui si è accorto dei nostri progressi.

Moreno è il solito orso. quando gli chiedo di parlare della nostra prima volta, spiccica due parole in croce: "mmboh. Abbiamo limonato duro. Poi abbiamo trombato un sacco. Poi abbiamo parlato tanto sdraiati sul letto. Ma che vuoi che ti dica? E' stato bello e basta!"
Ma poi il suo sorrisone e i suoi occhioni limpidi tradiscono la sua felicità per questo traguardo.
Il nostro primo anno in un rapporto veramente multiplo.
Non con gente che ci vuole solo trombare, non con gente "curiosa" che "vuole fare le sue esperienze giovanili".
Non con gente che vuol provare per fare sesso di gruppo, e poi sbrocca di gelosia e mi molla quando mi innamoro di un altro.

Alla veneranda età di 28 anni, ho finalmente avuto anche io il mio primo anno di politudine vera e propria, non più solo sulla carta!

Lo scoglio dell' anno di relazione mi preme anche per quanto riguarda la mia relazione con Leu. 

Pare che un anno di tempo sia stata la durata massima di tutte le sue ex, dopo le quali uno dei due finiva per stancarsi dell' altro. C'è anche da dire che le sue ex erano tutte monogamissime, ma non si può mai dire...

Tra pochi mesi potremo festeggiare anche l' anniversario di Beu, spero senza intoppi o "interruzioni"!

Buon triadiversario, amori miei!
b



venerdì 4 gennaio 2013

Primizie di Gennaio

Il mio Fauno preferito!



Se in questi giorni non sono molto attiva, sappiate che ho un buon motivo: Sto imparando a usare la tavoletta grafica!
Ecco uno schizzo di Lencho con il suo nuovo taglio di capelli.
Devo ancora comprare lo scanner ed imparare a inchiostrare disegni già fatti, ma ci siamo quasi!
Presto il progetto del webcomic prenderà vita, e verrà documentato qui.
Prima di imparare ad usare photoshop decentemente, però, ci vorrà tantissimo tempo. intanto mi diletto con la versione gratuita di sketchbook pro, Sketchbook Express.
La tavoletta, assieme ai miei 4 gatti e il mio smartphone(che uso per facebookare/bloggare, quindi questo blog è come un fidanzato, per me!) si potrebbe considerare al pari di un mio partner, per la mole di affetto, tempo e impegno che ci investo.
Quindi in realtà sono già a quota 6 partner: 3 "umani", 1felino e 2elettronici! Se mi prendo pure un cane mi sa che non avrò più tempo per farmi anche una ragazza!
(entrambe le cose sono comunque lontanissime dal succedere, in questo momento...)
Uh, scusate, la mia Bessy (sì le ho dato un nome, embeh??)mi sta chiamando...
Devo andare a disegnare!

giovedì 3 gennaio 2013

Capodanno col botto (triplo)

Capodanno è stato una montagna russa emozionale, con molti alti e qualche basso.
Io e Moreno dovevamo vederci con Lu, mentre Leu era in Messico dai suoi. N
on era proprio la situazione ideale per me, perché sapevo che avrei sentito la mancanza del mio fauno messicano.
Ma lui non avrebbe sofferto di gelosia, non potendo sentirmi con gli altri due, perciò forse è stato meglio così.

Ma mi spiace non aver passato il nostro primo Capodanno insieme. Lo so che sono solo stupide festività, e che non hanno un valore reale per una relazione, ma a me piace comunque passarle con i partner il più possibile.
Forse proprio perché, non avendo un valore di per sé, cerco di dargliene usandole come pretesto per passare del tempo con chi amo.


L' idea era cercare di stare un po' insieme io, Lu e Moreno. Non solo per festeggiare l' anno nuovo, ma anche per regalare a Moreno una bella festa di compleanno.
Gli obiettivi sono stati tutti raggiunti, anche se in maniera un po' diversa da come ce lo immaginavamo: invece di stare insieme durante la notte, ci siamo visti noi tre il pomeriggio, e siamo riusciti a fare il brindisi di mezzanotte tra amici e metamori nonostante ci fosse qualche tensione.

Siamo arrivati al mattino, ma Lu aveva un attacco di tristezza e gli ci è voluto un po' per alzarsi, mentre Moreno, che aveva guidato e non aveva dormito, era troppo stanco per andargli incontro e si è addormentato sul divano, mentre io mi stringevo a lui preoccupata della situazione.
Ero stanca e debole e gnugna, e scenari apocalittici mi si formavano nella mente: 


"....ecco, adesso non viene più e ci dà buca, ecco, adesso Moreno si scazza e se ne torna a casa. E io che faccio, vado con lui o resto qui? Ecco, adesso la serata andrà una merda perché la situazione è tutta instabile e tesa tra tutti..."

Poi ovviamente Lu è arrivato e ci siamo fatti tante coccole, abbiamo mangiato le piadine fatte in casa e abbiamo parlato un sacco di tutti i nostri vari problemi, ci siamo aggiornati sulle rispettive vite, su litigi e breakups vari, e ci siamo messi a letto tutti e tre con l' idea di fare una pennichella post-pranzo, ma ovviamente l' eccitazione e la voglia di stare in intimità ha prevalso sul sonno.
Per qualche bizzarro allineamento planetario, Lu era a posto, e anche io avevo voglia. Ormai sto prendendo di nuovo la pillola regolarmente, ma la mia libido non era scesa, anzi!  

Ed è così che ho avuto la mia prima esperienza di orgasmo simultaneo a tre. 
Insomma noi i botti li abbiamo fatti un po' in anticipo...

Oltre al sesso ci sono stati anche alcuni massaggi e molto lavoro sulla respirazione, per tentare di rilassarmi e di darmi sollievo alle gambe e all' addome.
Ho ancora moltissima strada da fare. Sono tesa, ho difficoltà a rilassare la pancia e le gambe quando mi emoziono molto. Ma sono fiduciosa che cambiare leggermente il modo di vivere la mia intimità, respirando meglio, rilassandomi di più e contraendo meno i muscoli, possa diminuire i crampi post-sesso.

Ripenso spesso alla reazione di Leu quando ci abbiamo provato per la prima volta, io e lui. Vedermi rilassata lo ha deluso, abituato com' era a vedermi tutta urlante e spastica quando provo piacere, e gli ha fatto temere che il sesso fra noi sarebbe cambiato in peggio.
Ma non intendo sostituire attività più rilassanti o "tantriche" al nostro sesso "normale". Voglio solo aggiungere cose nuove, senza togliere niente.
E' un po' come quando apre un nuovo ristorante in città e ti piace. Non è che dobbiamo smettere di andare in quello in cui andiamo sempre, ma possiamo alternarli! Ed è quello che voglio fare. Non ho nessuna intenzione di rinunciare al sesso animalesco solo per una stupida endometriosi! 


Abbiamo dormito anche un po' insieme (eravamo tutti e tre in pesante debito di sonno) e poi han iniziato a raggiungerci gli altri e ci siamo mobilitati per preparare da mangiare.
La serata è trascorsa tranquilla e l' umore mio e di Lu era nettamente migliorato.
Ho tentato di fare gli auguri di Buon Anno a Leu, ma la linea cadeva continuamente ed era impegnato a farsi tagliare i capelli dalla sorella (!) e poi tanto in Messico l' anno nuovo arriva dopo, quindi va beh!


A un certo punto io e Moreno siamo crollati e ci siamo messi a letto, e Lu era richiesto di là per una sessione di coccole, quindi ci ha salutati con la promessa di tornare a dormire insieme se non si addormentava. Cosa che ovviamente è successa! Mi è un po' mancato quella notte (in realtà ero troppo rincoglionita per rendermi effettivamente conto di quanti fossimo nel letto), più che altro perché è molto raro vederlo insieme a Moreno e sapevo che dormire tutti e tre insieme lo avrebbe reso felice.
Però è giusto lasciare spazio anche agli altri suoi partner, e poi visto che avevamo fatto il pieno durante il pomeriggio, mi va anche bene stare con "le chiappe al freddo".

Ebbene sì, mi avete scoperta: io voglio dormire in tre (e stare sempre rigorosamente in mezzo) perché voglio un partner per scaldarmi le chiappe e uno per scaldarmi la pancia! Altro che poliamore! riscaldamento umano! Muhahahah!

E' sempre brutto doversi salutare dopo delle giornate così belle, ma ci siamo lasciati con l' intenzione di rivederci a fine mese. Sono felice di come io e Lu ci stiamo riavvicinando e di quanto ci sento tutti e tre uniti quando siamo insieme.
Spero che un giorno si riesca a stare insieme anche per più di un paio di giorni al mese!


mercoledì 2 gennaio 2013

Malata immaginaria

Sono andata in visita dal ginecologo, ma non c'era il medico che mi visita di solito. 
C'era un tizio mai visto prima che mi ha visitata e rassicurata del fatto che non ho niente che giustifichi dolori e svenimenti. 

Sono stanca di essere rassicurata.
Sono stanca di sentirmi dire che è tutto nella mia testa.
Sono stanca di sentirmi dire cose ridicole, come che devo fare più cacca. La gente non sviene perché deve fare la cacca.
E il 2 gennaio, dopo una settimana di bagordi, di pranzi di natale, in cui mi sono ingozzata di cibi pesantissimi, di raclette e di cioccolate calde, mi vengono a dire che ho l'intestino un po' pieno.
NO! MADDAI??


Io voglio avere qualcosa. Ho un disperato bisogno di avere qualcosa. Non fraintendetemi, non è per fare la vittima (quello so farlo anche senza la scusa della malattia). 

Ho bisogno che trovino un polipo, un tumore, una massa, una cosa fisica, identificabile e isolabile dal resto di me, un oggetto maligno che sia asportabile, eliminabile, targhettabile col napalm e con le bombe h.
Ho bisogno di un gesto definitivo che mi possa far passare il dolore, e dopo il quale potrò stare di nuovo bene, essere di nuovo me stessa e tornare a lamentarmi di altre cose più stupide come il tempo, i litigi con Leu, i brufoli sulla faccia.

Non pretendo di non avere problemi, ma voglio tornare ad avere dei problemi normali.

Quando sei bambino e ti ammali, o ti sbucci un ginocchio, piangi e sembra chissà cosa, ma i tuoi sono lì per te e sanno esattamente cosa fare per farlo passare.
Come si sentirebbe quel bambino, se la mamma gli guardasse il ginocchio insanguinato senza sapere cosa fare? se andassero sal dottore e gli dicessero che la sbucciatura è nella sua testa, e che sente bruciare perché si spaventa troppo quando cade?
Io mi sento così tutti i giorni.

Non importa quanto i miei partner mi amino, nessuno sa come aiutarmi. Nessuno.
E i medici che dovrebbero saperlo non mi credono.


Ho bisogno che ci sia quel qualcosa di preciso da far passare. Un male da poter scacciare.
Una soluzione per non doverci pensare mai più.
Sono stanca di essere senza speranza. Di continuare ad andare a tentoni, di pensare " forse se mangio più verdure andrà via. Forse se faccio tutto il viaggio seduta, invece di lasciare il mio posto sul bus a quella vecchietta, non sverrò per strada quando scendo. Forse se dormo da questo lato mi farà meno male l' ovaio. Forse oggi è meglio non fare sesso, che poi mi fa male. Forse se mi siedo un attimo mi passerà. E se poi faccio tutto, e come al solito non cambia un cazzo? Se non passa proverò quest' altra cosa, e poi questa, e questa ancora. Ci DEVE essere qualcosa che funzioni!" 


La verità è che non c'è niente che io possa fare per guarire. Ci sono solo tanti piccoli accorgimenti che posso prendere per soffrire un po' meno. Una soluzione vera non esiste.
I medici questo lo sanno, e cercano di minimizzare per non farmi deprimere troppo, ma ottengono l' effetto contrario. Non mi sento presa sul serio, creduta, rispettata.
Sono in preda allo sconforto e ogni volta che cerco di spiegare come mi sento è sempre più difficile, perché ho paura di incontrare un muro e le parole non escono più.

Non so neanche più cosa provo. O a chi interessa saperlo.
Continuo a dire "sto bene" anche quando sono a letto coi crampi, perché mi sto abituando a stare male, e quella sta diventando la mia norma, il mio "stare bene".
Finché non mi ricoverano di nuovo, penso, vuol dire che sto bene. Invece semplicemente sto male, ma non abbastanza da avere paura. Non abbastanza da giustificare un ricovero.
La mia malattia è come uno stalker: Nessuno interverrà prima che colpisca, si sveglieranno tutti quando sarà troppo tardi.


Ci sono tante malattie peggiori della mia e questo mi fa sentire pure in colpa, non sento di avere neanche il diritto di sentirmi malata, mi sento trattare con sufficenza dagli adulti stanchi di dovermi rassicurare, come una bambina che fa i capriccetti .

Sono arrabbiata e confusa.
Mentre il medico mi diceva le solite cose su alimentazione sana, fare sport e pensare positivo, e mi faceva il gesto di picchiettarsi la testa col dito divertito, mentre mi apostrofava dicendomi di tornare a lavorare e a studiare, mi saliva la bile e volevo tanto, tanto prenderlo a cazzotti.

Magari come "attività fisica" inizio un corso di kick-boxing. 

O di autodifesa dagli imbecilli.
Più cacca, devo fare... Ma vaffanculo.
Tutta sulla sua scrivania, gliela faccio.


Il riassunto del Capodanno (andato benone, anche se dal mio umore di oggi non si direbbe) è rinviato a quando mi passa l'incazzatura.


Buon 2013 a tutti.
b