sabato 19 novembre 2011

Un gelido inverno

Proprio quando sembra che le cose stiano andando per il meglio, ti accorgi che non potrebbero proprio andare peggio. E ti rendi conto che, dopo anni di prese per il culo, di "non sei tu, sono io" , di "ti vedo più come un' amica" e altre scuse patetiche per non doveri dire "non ti voglio più" perché fa brutto, non hai più voglia di farti prendere per il culo. E allora fai una cosa che non ti era mai venuta in mente di fare prima. il vaso trabocca, non ci stai più a farti prendere per il culo, e inizi a sfanculare chi non ti merita.

Questa lettera è stata scritta una settimana fa. il ragazzo è lo stesso di "Shyness".
E' incredibile come tutto possa cambiare nel giro di pochi mesi.

E come tutto quello che credevi di avere costruito con una persona possa finire nel cesso con estrema facilità.

Avrei dovuto capire subito cosa mi andava bene e cosa no. Cosa ero disposta a sopportare per amore e cosa no.

Enjoy:

"Questo era più che altro un appunto per me. Non era pensato per spedirtelo, perché credevo che certe cose avrei avuto occasione di dirtele in faccia, E in ogni caso a questo punto non credo neanche che lo leggerai o che possa fare nessuna differenza, lo spedisco solo per correttezza.
Ho deciso di troncare il nostro "rapporto" (o meglio, l'assenza di un rapporto) perché allo stato attuale delle cose non mi sta dando abbastanza.
Anzi mi porta solo a soffrire.
Avevo bisogno di più presenza da parte tua, Che non c' è stata.
Non parlo di presenza fisica, so che hai da fare.
Parlo del mio bisogno di sapere che ci sei, che mi pensi, che continui a provare qualcosa per me o ad avere voglia di parlarmi, anche solo per poco, anche solo a distanza. Senza il quale non ho motivazione a frequentarti oltre.
Se invece non è così, ho bisogno di saperlo subito, non voglio situazioni come quella di A. e Daneel, tra noi.

Ti ho già detto per sms che non voglio certo obbligarti a trascurare la tua vita per me, ma io invece lo sto facendo: se non ho segni da te, mi perdo via a chiedermi se ci sono problemi, Perdo appetito e voglia di fare, e questo alla lunga mi danneggia.
Visto che non dai nessun segno di capire o di voler cambiare le cose, dovrò allontanarmi per non incasinarmi la vita.

Penso mi sarebbe potuto bastare un sms o un messaggio di facebook di un paio di parole: un "miao", un bacetto, una cosa che avrebbe davvero preso al massimo un minuto del tuo tempo ogni giorno. 
Ora, anche per le povere criste che ti dovranno frequentare in futuro, vedi tu se ti sembra così tanto.
Però vedi,già il fatto che tu non ci arrivi da solo, e che sono io a dovertelo fare presente, vuol dire che c'è qualcosa che non va.
Forse noi abbiamo solo un'idea troppo diversa di rapporto per funzionare insieme.

È frustrante sapere che hai il tempo e le forze per scrivere che hai la febbre o che fai ginnastica sul tuo wall, e poi però non riesci proprio a rispondermi quando ti scrivo che mi manchi, perché devi "svuotare la mente" (bravo, continua così, mi sa che non ti manca molto). 
Mi sento ridicola a doverti pure difendere come una scema che dice "Nooo,ma vedi, lui ha tanto da fare, eppoi sai... ha anche iniziato lezione adesso.." a Moreno o l'amico/a di turno che mi guardano e fanno facepalm.
Visto che non voglio restare impantanata nella parte della fidanzatina frustrata che ti spia su facebook per poi rinfacciarti che non la caghi, forse la cosa migliore che posso fare è ingoiare il rospo e andare avanti con la mia vita, bloccandoti e lasciando cadere giù nel cesso tutti i bei momenti passati insieme.

La mia parte egoista e insicura è portata a pensare che mi stai evitando volutamente per qualche motivo, e soffro per questo. Soprattutto perché, per quanto ci ragioni,non riesco ad individuare il motivo in sé. Non so cosa possa portare una persona che ad agosto mi diceva "mi sto innamorando di te" e "va tutto bene" a chiedermi uno sterile "ciao! come va?"
Dopo tre giorni che non mi facevo sentire,proprio perché soffrivo nell'accorgermi che qualcosa era cambiato e volevo anche capire quanto ci avresti messo ad accorgerti che non davo più segni di vita.
So solo che non è la prima volta che mi capita che una persona faccia marcia indietro così in fretta.
Le volte precedenti sono stata troppo appiccicosa o troppo emotiva, Mi ero innamorata di persone aride e grette, che non hanno gradito dei sentimenti così espliciti. 
Visto che tu non mi sembravi affatto né arido né gretto, ho cercato di giustificarti come ho potuto, pensando che al momento semplicemente non sai come rispondermi, o stavi davvero troppo male (chissà,magari subito dopo aver digitato "febbre" e premuto "invio",sei svenuto, dando una testata fortissima sulla tastiera). Ma per quanto fantasiose, le scuse che ho tirato fuori finora non mi hanno mai convinta,
E non hanno protetto quello che provavo per te dall'erosione costante della tua assenza. Non possono cancellare il fatto che comunque io mi senta trascurata e sappia che non posso più frequentarti senza soffrire di solitudine.

Sì,mi sento sola. Anche quando sono con Moreno che mi fa le coccole. Anche quando ti penso e vorrei scriverti, ma non lo faccio perché so che tanto tu non hai tempo per volermi bene.
Forse sono solo una persona troppo impegnativa per te e richiedo troppe attenzioni rispetto a quelle che tu vuoi/puoi darmi,almeno al momento.
In questo caso, non c'è niente di male a chiamarsi fuori e a dirmi che proprio non ce la fai, così posso mettermi il cuore in pace e cercare altrove un rapporto che mi dia soddisfazione, piuttosto che continuare a far finta di niente e dare testate contro un muro di silenzio, fossilizzandomi su un rapporto che non c'è.
Io, purtroppo o per fortuna, sono come una pianta in vaso: Ho bisogno di annaffiature,anche piccole,ma regolari, per non appassire e morire.
Tu forse sei più uno da fiori secchi(che tanto, ormai..) o da querce, che sono belle robuste e non hanno bisogno di manutenzione.
Ho avuto molte relazioni a distanza, tutte a centinaia di km da me, e la distanza fisica non è mai stata un peso, perché siamo sempre riusciti a compensare con un minimo di presenza e di parole affettuose online, per telefono, per sms o anche tramite (bellissime)lettere.

Sì, quelle vere,di carta,che usavano una volta quando eravamo piccoli,e che io adoravo riempire di disegnini...

I mezzi che avremmo per dimostrarci affetto da lontano sono tanti e belli. Il fatto che tu non li prenda neanche in considerazione è una prova ulteriore di quanto poco ti importi di noi, di quanto poco valga la pena correrti dietro.
Se tu non te la senti o non sei in grado,non posso fartene una colpa, So che non è da tutti e magari non ci sei abituato, a quanto mi hai detto credo di essere la ragazza più lontana che hai frequentato finora. Ok, basta che me lo dici subito. Ma se non mi dici niente, neanche perché è finita, io non starò qui a guardare col cuore sanguinante mentre scema l'entusiasmo.

E non sono brava a "tampinare" le persone che perdono interesse per me, come mi ha suggerito di fare la tua ex. Per me è stupido e infantile dover inseguire una persona a cui pesa troppo il culo per cercarmi o dimostrarmi il suo affetto con piccoli gesti.
Hai perso interesse? Non vuoi più cagarmi? Bravo, applausi, vai pure. Cosa me ne faccio di inseguire una persona che non mi vuole?
Se non c'è reciprocità in un rapporto, che rapporto è?

Non ho mai avuto un ruolo molto attivo in una relazione: Non sono brava a giocare agli inseguimenti, e se una persona sparisce perché ha i cazzi suoi, io non sto a cercarla o a chiederle spiegazioni come una vecchia zia rompicoglioni. 
Mi limito trarre la conclusione che quella persona sia stanca di me e inizio ad evitarla a mia volta, con il risultato che quella crede che sia tutto ok, e quando finalmente ha tempo per degnarsi di rifarsi viva, mi ritrova scazzata, delusa e priva di entusiasmo senza capire perché.
Per me, se il cercarsi non è frequente e SEMPRE reciproco in un rapporto, forse non è nemmeno più il caso di chiamarlo rapporto.
Forse è solo giunto il momento di andare ognuno per la propria strada.
Chissà, magari un giorno avremo meno impegni, io lavorerò abbastanza da potermi permettere di venire a trovarti, e tu potrai permetterti di farti sentire più spesso, ma per adesso se siamo presi così male da non poterci fare neanche uno squillo, e se tu non puoi essere più presente, non credo valga la pena continuare a soffrire per te. 
Preferisco non rovinare i ricordi dei bei momenti passati insieme, e rimandare a quando entrambi avremo più libertà di movimento, se mai succederà, e se ancora avremo voglia l'uno dell'altro.
Ma io ne dubito.

A me sembra molto una cosa alla "le faremo sapere", ma se non altro la trovo meno dolorosa, e più onesta.
Se continuo così,passo le giornate a chiedermi perché non ti fai vivo, a fare m'ama non m'ama con "non ha tempo" e "non mi vuole più", invece di concentrarmi per studiare.
Lavoro male,dormo poco, e per cosa? Per un "ciao!come va?" ogni tre giorni...boh. Mah, fai un po' tu...
Per me così non vale la pena di continuare. Io non sono come te. Io non riesco a fare le mie cose se tutto il resto non è perfettamente a posto e se non sono tranquilla con me stessa e con chi amo.
E Se vivo con X e frequento Y, e li amo entrambi, non è che di Y me ne sbatto o è meno importante perché non ci vivo, Il fatto che ho già X non vuol dire che Y mi può trattare come una pezza da piedi perché tanto ho X che si prende cura di me. 
Ho bisogno di un feedback regolare e positivo da entrambi, per stare tranquilla. Ho bisogno di un bacio da X  prima che vada a lavorare, e uno quando torna. Poi per me può anche stare tutta la sera attaccato al pc, non mi sento trascurata, se ci sono queste minuscole dimostrazioni di affetto che prendono un secondo di tempo.
Se sto con Y, mi dà sicurezza un suo messaggio o uno squillo per iniziare bene la giornata, e augurargli di passare bene la sua, o fargli sapere che lo penso e che per lui ci sono.
Se mancano queste piccole cose, per me è come un "che schifo le coccole": Mi fa dubitare della persona in toto e mi fa pensare "che cazzo ci faccio qui con lei??".
Mi fa pensare che sto perdendo il mio tempo con qualcuno che non mi vuole davvero.

I tuoi silenzi prolungati sono come coltellate, per me. Anzi sono come ami da pesca che si conficcano nella mia carne e non mi lasciano più andare. 
Mi sento in trappola: se aspetto che tu ti faccia vivo, soffro, e l'amo resta comunque lì, e ogni giorno che passa se ne aggiunge un altro, e sento tirare di più. 
Se mi allontano e ti mando a spigolare, è comunque doloroso, perché provaci tu a strappare via un amo incastrato sottopelle: la mia carne viene via, e il dolore aumenta in ogni caso.
Se continuo a soffrire così, arriverò a detestarti. 
Quando non so cosa succede, quando non ho segni di vita da qualcuno che amo, sto male, anche fisicamente. I miei sentimenti si accartocciano, lostomaco si chiude, e nella mia testa va tutto in figa: passo la giornata a chiedermi cos'è cambiato mentre cerco di studiare, passo la nottata a chiedermi se va ancora tutto bene mentre cerco di addormentarmi.

Mi piacerebbe sapere la tua opinione al riguardo.
Se mai ti degnerai di leggere fino a qui.
Vorrei capire se sono io a chiedere troppo agli altri (e allora Daneel dev'essere superman, perché non mi ha mai dato cenno di calo dell'entusiasmo né si è mai lamentato di me) vorrei capire se mi faccio troppe pare.
Vorrei sapere se anche tu ti sei reso conto che in fondo hai meno voglia di cercarmi, se hai perso interesse, e se è così vorrei sapere il perché, così capirò cosa NON fare con le prossime persone di cui mi innamorerò, o cosa devo mettere in chiaro subito, se è dipeso da me.
I primi tempi in cui ci siamo frequentati li ricorderò sempre con molto affetto, anche se ora proprio non ti posso più vedere.
Stammi bene, e buono "svuotamento".

b"

(Ho apportato alcune modifiche all'originale, correzioni qua e là, aggiunto qualche concetto.
Per il resto il senso è rimasto invariato.)



Questa lettera è rimasta tuttora senza una risposta, causa "mancanza di energie mentali".

Che dire, ragazzi...OCCIMO LAVORO!!! Continuiamo così...

lunedì 15 agosto 2011

Timidezza



...e comunque non è detto che ci piacciamo.” (cit.)

Il caldo a Ferragosto è insopportabile. Io per fortuna ho avuto di che distrarmi, anche se l' effetto è stato di avere ancora più caldo.
Un ragazzo meraviglioso è venuto a dormire a casa nostra, ieri sera.
Sento ancora il suo odore sul cuscino e sulle lenzuola, che purtroppo dovremo mettere a lavare perché in agosto si suda veramente troppo, in tre su un matrimoniale.
Ho provato una forte stretta al cuore quando ci siamo salutati con un bacio in stazione, con il proposito di rivederci presto, impegni vari permettendo.

Ancora non mi capacito di avere trovato una persona con cui vado così d'accordo e che mi piace così tanto, e soprattutto che pare proprio ricambiare i miei sentimenti con la stessa intensità.
Se penso che fino a una settimana fa non riuscivo neanche a fare mezzo discorso sensato in sua presenza, poter appoggiare la testa al suo petto e sentire il battito del suo cuore ha qualcosa di miracoloso.

Mi riporta a quando ho iniziato a frequentare Moreno. Sembra davvero troppo bello per essere vero. Solo che con Moreno avevo praticamente già vinto, perché mi aveva chiaramente detto, prima via mail e poi di persona, che io sono il tipo di ragazza con cui vorrebbe stare.

Lui invece aveva detto sì che ero bella, ma la cosa mi è stata riferita da altri.
Io invece, come sempre quando incontro le persone che mi prendono di più, non avevo avuto chissà quale prima impressione grandiosa, di lui. Mi sembrava una di quelle persone che non capisci se sono stanche o incazzate. Non male fisicamente, ma non è che per me sia mai stato importantissimo.

Sempre da altri, mi era stato spiegato che tipo di persona era, e mi era stata messa una pulce nell' orecchio: sembrava una persona degna di nota, non solo per le sue idee o per ciò che faceva. Pare fosse uno di quei poly “naturali” che sembra solo gli altri incontrino, e mai tu.
Insomma, un essere interessante sotto molti punti di vista. Una bestia rara. Era davvero così?
Ero curiosa.
Volevo conoscerlo.

Non frequentando molti posti o persone in comune, ed essendo io una terribile imbranata in posti pieni di gente che conosco poco, ho deciso di provare a comunicare in un ambiente neutrale e asettico come la rete.
Una scelta vigliacca, lo so, ma necessaria. La gente crede che le persone ricorrano a internet per supplire una più o meno marcata distanza fisica, mentre invece spesso può servire a rompere il ghiaccio anche col vicino di casa...

E' stato strano, ma anche bello, avere un “approccio virtuale” con una persona che avevo già incontrato nella realtà, ma che per una serie di motivi mi sembrava poco accessibile nella vita di tutti i giorni.
Mi ha permesso di mettere da parte un po' delle mie paure, di parlare di me con la possibilità di rileggere e correggere prima di spedire qualche minchiata, ma con molti meno tempi di attesa di una lettera, e senza i silenzi un po' imbarazzanti delle telefonate.

Ho provato molta rabbia verso me stessa nel constatare che, nonostante questa agevolazione, quando lo guardavo non ero comunque in grado di sostenerne lo sguardo, e non sapendo come comportarmi in sua presenza cercavo di rilassarmi coccolando animali domestici a caso, invece di parlargli.

Gli interessavo davvero? In fondo trovarmi attraente non vuol dire niente, non sapeva nulla di me, e scrivermi “mi piacerebbe parlare di queste cose con te” non equivale sempre a “mi piaci”.
La verità è che dopo le brutte esperienze legate a Capodanno, non volevo più correre il rischio di illudermi che qualcuno potesse corrispondere i miei sentimenti.

Anche quando ormai era palese che anche io gli piacevo, ero comunque bloccata dal semplice fatto che lui fosse lì.
Un muro invisibile mi sbarrava la strada e mi impediva di avvicinarmi a lui.
Per quanto possa suonare assurdo a chi mi conosce in altri frangenti, io sono una Timida con la T maiuscola.

Mentre ero in campeggio in Croazia ho letto un libro sull' argomento. Non uno dei soliti manuali che insegnano metodi per vincere la timidezza, ma un libro che semplicemente indaga le cause evoluzionistiche e biologiche, oltre che ambientali e psicologiche, che stanno dietro a questa caratteristica.
E sapere che la timidezza non è qualcosa da “curare” o “superare”, ma qualcosa che va semplicemente accettato, mi ha tolto un mattone dal petto.

Mi sono sempre sentita difettosa per non essere in grado di affrontare determinate situazioni, come dover parlare in pubblico, dover sostenere un esame orale o delle conversazioni con persone che conoscevo poco, dover parlare con franchezza di quello che provavo, dover interagire con persone che trovavo attraenti o per cui provavo ammirazione.

Le persone, prese una alla volta, mi piacciono e mi incuriosiscono molto, mi piace l' idea di poter imparare cose nuove da loro. Starei ore ad ascoltarle, osservarle, addirittura studiarle. Ma la gente, la gente invece no, non mi piace affatto. La gente mi esaurisce.
E per me, anche solo un gruppo maggiore di 3-4 persone alla volta, è già “gente” ....
Spesso dentro di me si consuma una spietata lotta all' ultimo sangue tra curiosità e timidezza, che mi lascia segni molto profondi.

Ho sempre sofferto molto per non essere all'altezza delle aspettative altrui, ma ancor più strano e terribile era volermi nascondere per gli elogi, per i buoni voti, per le attenzioni ricevute, per i complimenti. Ero lo stereotipo della bambina che affonda la faccia nella gonna della mamma appena uno sconosciuto le rivolge la parola.

Ed eccomi lì, a 27 anni sdraiata su un tappeto in una sera d'agosto, ad affondare la faccia nella felpa di un ragazzo che mi piace come se fosse la gonna di mia madre. Aggrappata come un cucciolo di koala ad un ragazzo più giovane di me di qualche anno, ma davanti al quale mi sento così piccola..mi sentivo al sicuro e terrorizzata al tempo stesso.

Mi ci è voluta un'infinità per sbloccarmi. Cercavo la sua pelle sotto i vestiti, cercavo le coccole, volevo fargli capire in qualche modo che mi piaceva, volevo dare e ricevere conferme, ma non riuscivo ad alzare lo sguardo per incrociare il suo.
Perché se lo avessi fatto, avrei dovuto parlargli.
Mi mancava il coraggio e non respiravo quasi, per paura di esistere.

Vedere che Moreno, invece, era abbastanza “ben avviato” sul divano con un' altra ragazza, non solo non mi aiutava, ma anzi, mi riempiva di invidia: perché per loro era così facile? Perché per le persone come me è così difficile anche solo dire “mi piaci” , ed è invece così facile capirlo osservandomi? Perché dovevo sentirmi così impotente, e subire passivamente le mie emozioni, senza poterle esprimere?
Non è giusto..” pensava la bambina con la faccia dietro la gonna della mamma.

Ricordo che ho preso un po' di coraggio, ho riempito i polmoni di lui, e ho alzato la testa, cercando il suo viso, incrociando il suo respiro, e finalmente, dopo un tempo interminabile, ho sfiorato la sua guancia con un sussulto.

Ci siamo baciati a lungo prima che io riuscissi a muovermi di nuovo. Prima solo a stampo, come due ragazzini, poi baci sempre più intensi e profondi.
Le nostre mani ci scorrevano addosso, esplorandoci, sfiorandoci, cercandoci, graffiandoci per ricordarci di essere vivi, qui e ora.
Quando alla fine siamo arrivati a spogliarci, l' aurora filtrava dalle finestre.

Non so come descrivere quello che ho provato in quei momenti.
Le parole sono così imperfette quando si tratta di raccontare i sentimenti che ci legano agli altri...
Ero felice, ero incredula, ero euforica, ero serena. Mi sentivo spaventata e coraggiosa, fragile e forte insieme.

Il pavimento mi levigava le ossa, ma non mi importava. Quel momento bellissimo in cui ho fatto l'amore con un ragazzo fantastico su di un tappeto, una notte di agosto, non me lo scorderò mai. Perché io non riesco a dire che abbiamo fatto sesso, quando ci penso, quando ne parlo, quando ogni tanto mi torna in mente e mi stringo in me stessa per l' emozione. Per me quella notte abbiamo fatto l'amore. Per quanto possa fare paura dirlo di una persona che conosco ancora così poco...

L'alba era già sorta prima che qualcuno suggerisse di spostarci tutti e 4 su una superficie più morbida.

La lavatrice ha finito il suo ciclo. Anche se quello che c'è stato viene lavato via, i nostri ricordi non sbiadiscono al sole e il loro odore ci rimane dentro.
Spero che molti altri ricordi ancora potranno formarsi sopra a quelli, visto che non ho nessuna intenzione di perdere l'occasione di costruire un rapporto con una persona che mi fa stare così bene.

Buon Ferragosto a tutti!
Spero che lo abbiate passato bene come me...

domenica 31 luglio 2011

Pronti per le VACCANZE!!


Ultimamente ho sempre cercato di bloggare, ma mi sono trovata bloccata.
Ho milioni di bozze risalenti al pleistocene che andrebbero corrette e pubblicate, o per lo meno tradotte. Vorrei davvero che tutti voi ragazzi sapeste come ho passato il Carnevale con Thomas, o come mi vanno gli studi, o delle mie nuove “fiamme”, Ma per un motivo o per l'altro finisco sempre per rimandare.

Così ho finito per accumulare un sacco di arretrati, e non so se e quando sarò in gradi di pubblicare tutto. E' la storia della mia vita: non ho mai consegnato delle tavole in tempo al liceo, se non quando rimanevo alzata tutta la notte per finirle il giorno prima della consegna. Non sono in grado di rispettare nemmeno le scadenze che io stessa mi impongo, e non arrivo mai in orario agli appuntamenti. Purtroppo è una realtà...

Anche le decisioni importanti di questo periodo saranno rimandate a settembre. Ora voglio godermi le vacanze con Moreno, come mi sono goduta il mio piccolo viaggio da Thomas in Baviera la settimana scorsa.
Voglio stare con le persone che amo, senza pianificare troppo.
Dopo la sessione di esami di settembre, potrò concedermi un po' di respiro e svagarmi, ma dovrò anche decidere che piega dare alla mia vita poly: cosa tenere e cosa “buttare” di questi ultimi mesi, come comportarmi con alcune persone che mi piacciono, e come difendermi dai nostri detrattori. (cominciano ad essere davvero un sacco.. quindi vuol dire che stiamo facendo un ottimo lavoro!).

Ridendo e scherzando, attualmente frequento 6 persone con regolarità, ed è un numero davvero importante. Non sono sicura di riuscire a dedicarmi a tutti con l'energia richiesta, e non voglio che la mia vita sentimentale mi rallenti in tutto il resto o che loro siano infelici per le mie mancanze.
L'amore dovrebbe aggiungere energie alla nostra vita, non toglierne!
C'è anche un'altra persona che mi piace, ma per ora è tutto molto, molto nebuloso. Non so se sono corrisposta e se sono abbastanza forte da accettare un rifiuto, e se anche lo fossi non so se sarò in grado di dare abbastanza a questa persona in un rapporto di amicizia/trombamicizia/amore. Né so quali potrebbero essere le sue aspettative.
Nel frattempo ci stiamo conoscendo, e mi sento bene.
Sono sicura che il futuro ci darà tutte le risposte che ci servono.
Considerando quanto sono speciale nelle relazioni sociali, per me è già un miracolo essere in grado di parlare con qualcuno che mi piace, quindi tutto quello che viene in più è bene accetto!

Voglio rassicurare i nostri lettori: se non ci sentite, vuol dire che la nostra vita ci soddisfa ed è piena di cose interessanti che ci distraggono da internet, quindi siamo felici!
In questi mesi abbiamo attraversato momenti bellissimi e altri momenti più problematici, ed ora possiamo finalmente tirare un sospiro di sollievo.
Abbiamo avuto a che fare con alcune persone sgradevoli, persone che, insoddisfatte della propria vita, volevano farci sentire inadeguate quanto lo sono loro.

Ma ovviamente i loro tentativi sono stati inutili, e sappiamo che ciò che ci rende forti, oltre al fatto di essere uniti, è proprio il nostro non scendere mai a compromessi su ciò che siamo.
Cerchiamo sempre di essere noi stessi, non importa se verremo giudicati per questo.

Mi sono scoperta a provare compassione invece che odio per queste persone, che ci giudicano e chiaramente temono il giudizio altrui.
Mentono in continuazione, cercano di sembrare ogni volta ciò che più aggrada il loro interlocutore, ma alla fine nessuno le conosce veramente, nessuno si fida di loro, nessuno le ama o può avvicinarle.
Per proteggersi dalla società, perdono sé stessi. Possono sembrare simpatiche, carine, addirittura gentili e istruite. In realtà, però, non sono più individui, ma solo gusci vuoti.

Ho sempre l'impressione che certa gente si metta in gabbia da sola, e non posso fare nulla per aiutarla ad aprire gli occhi. Posso solo stare a sentire il loro grido muto che viene da dentro.
Ma ho deciso che smetterò di preoccuparmene, perché voglio continuare a vivere la mia vita e prendermi cura delle persone che mi amano così come sono.

Buone vaccanze a tutti, divertitevi, io di sicuro lo farò!
ci risentiamo a settembre!! :*

b

sabato 9 luglio 2011

Comunicazione di Servizio

Per una sbadataggine(leggi: pigrizia) mia personale i commenti degli utenti non venivano pubblicati perchè per qualche motivo dimenticato avevamo deciso di approvare personalmente ogni commento. Cosa che poi è andata a finire nel dimenticatoio. Ora, con rinnovato impegno nella cura del blog abbiamo deciso di lasciare la sezione commenti impostata sulla modalità "a gruppo selvaggio" detta anche "chi vuole spari minchiate". Quindi commentate pure sereni che ora i vostri commenti saranno pubblicati in automatico e semmai cancellati in seguito in caso di odio profondo, offese e amenità del genere.

domenica 19 giugno 2011

Il lato oscuro



Da quando conosco B sono rinato. Conoscerla, vivere con lei, imparare a capirla, fare all’amore (NON ho sbagliato a scrivere) con lei, tutte cose fantastiche. Ho ritrovato perfino il piacere di alzarmi alle 7 del mattino e andare a lavorare come un mulo, tutto solo grazie a lei che è sempre li ad aiutarmi e darmi la forza di andare avanti. Fino ad ora il fatto di essere poly però per me era stato pura teoria. Pur sapendo e avendo conosciuto altri partner di B, la nostra vita era sostanzialmente quella di tante altre coppiette mono che si fidanzano e vanno a convivere (e vissero per sempre felici e contenti, ecc...può baciare la sposa... ecc...amen...bleah!).


Recentemente mi sono “avvicinato” a due altre ragazze, senza entrare nel dettaglio di chi sono, cosa fanno e cose varie, posso dire che sono ancora due relazioni piu’ potenziali che altro, con una ci devo ancora uscire veramente e l’altra mi riesce un po’ difficile decifrare cosa possa provare, quindi non mi sbilancio. Insomma, verrebbe quasi da chiedermi “e sti cazzi? cosa scrivi a fare che ancora non hai combinato nulla di nulla?" Ottima domanda ma il punto non è questo per niente. Ho scoperto una cosa che pensavo o meglio, speravo, fosse lontana parsec dal mio modo di essere. Tutto comincia con un piccolo conflitto. Cose di poco conto, piccole persone che il mio radar nemmeno registra piu’ che si lamentano del mio stile di vita. E pensano pure di aver diritto di dire la loro, come se a qualcuno potesse interessare della loro esistenza: se nessuno ti si fila nè ti si scopa, un motivo ci sarà? Che dici?


Ed ecco...che piano piano vedo una piccola immagine nella mia mente, una situazione già vissuta, semplice: arrivo a casa di un amico, mano nella mano con B, saluto tutti e tra questi c’è anche il piccolo uomo impiccione. L’unica differenza è che mi vedo in un certo senso con gli occhi del futuro. La mia mente immagina che a varcare con me la soglia non ci sia solo B, ma anche L o A...o tutte e tre, perchè no...e immagino, con godimento, la frustrazione dei miei detrattori nel vedermi attorniato di belle ragazze, ricoperto d’invidia.
L’istinto maschile e brutale del mio piccolo cervello da animale territoriale mi dice di rendere tale visione vera il piu’ presto possibile, schiaffeggiare moralmente chi mi molesta con la sua fastidiosa esistenza e godere, anima e corpo, di ciò che la polyamory ha da offrirmi. E’ il lato oscuro.


Me ne rendo conto a sprazzi. Ovvio...prima o poi succederà probabilmente una situazione del genere, e quel giorno trarrò probabilmente grande piacere nel sentirmi guardare come un animale strano, come una fiera esotica che magari ti fa paura, o curiosità, ma dalla quale non riesci a staccare gli occhi perchè non sai bene cosa stai esattamente guardando, nè quando ne potrai rivedere una.  Però bisogna usare prudenza: le fidanzate, amiche, scopamiche, mogli o amanti che si hanno sono delle persone, non oggetti preziosi che mostriamo in giro come abiti firmati per farci vedere altolocati. Il lato oscuro è il desiderio di trasformare uno stile di vita potenzialmente bellissimo in un tetro teatro dei burattini, nel quale amore e amicizia vengono usati come fili per muovere le bambole di scena. Quando me ne rendo conto mi faccio paura da solo, e spero di saper fare la cosa giusta quando sarà il momento.



Pace
D.

giovedì 24 marzo 2011

Un altro tipo di sex symbol


Leggo una pagina molto confusa in cui una donna attraente sogna di venire piacevolmente torturata e abusata da diverse figure pittoresche, ognuna delle quali parla una lingua diversa.
Thomas mi traduce le parti in tedesco, mentre alcune parti in francese rimangono come grossi punti interrogativi nella mia mente.
Non riesco a capire del tutto cosa si stia dicendo, ma le immagini che scorrono fra le pagine sono fin troppo esplicite. 
Stiamo leggendo una raccolta di “Valentina” di Crepax.




Nata come fidanzata di un insulso supereroe italiano, Valentina ha presto soppiantato il proprio compagno ed è diventata la protagonista effettiva del fumetto che porta il suo nome.
E' bella, sexy, intelligente e fotografa: un lavoro creativo, stimolante e che richiede stile e gusto estetico. 
Come non innamorarsi di un personaggio così raffinato, e che colpisce non solo la vista, ma anche i nostri desideri più profondi?
Nonostante il suo appeal, il suo sguardo profondo e le morbide linee di inchiostro che definiscono le sue ciglia, le ciocche del suo caschetto nero e le sue curve perfette, Valentina non sembra avere più di una seconda.
Come è possibile tutto ciò?




Perché a distanza di qualche decennio è così difficile trovare un personaggio altrettanto provocante e sexy, una donna che non abbia bisogno di taglie spropositate per attirare l' attenzione del pubblico?
Quando siamo diventati così malati di abbondanza?
Valentina non è l' unico né l' ultimo esempio di donna "piatta" affascinante, ma sono esempi sempre più rari nella nostra società.


La stessa Shane della serie “The L word” , così attraente nel suo mix di aspetti tormentati e androgini, è comunque una “maschiaccia” poco interessante per un target maschile e più indirizzata verso un pubblico di lesbiche, cioè donne, che comunque sono considerate naturalmente più sensibili, e abituate a non fermarsi alla superficie di una persona nel giudicarla appetibile o meno.

Anche nel porno le figure più famose hanno misure fantascientifiche, e forse quello che attira è proprio il modello poco realistico.

Molti uomini hanno la tendenza a evadere dalla loro realtà. 
Spesso e volentieri percepita come noiosa o insoddisfacente in campo sessuale, questi individui si creano un mondo di fantasia dove il corpo femminile tanto ambito ed estraneo sfida le leggi fisiche, può essere maltrattato ed è sempre pronto all' uso, come un giocattolo di gomma.
Molti uomini sono più attenti all'aspetto materiale del sesso perché abituati a considerarlo un esercizio delle proprie funzioni fisiologiche, scollegato dalle emozioni.


L' unica pseudo-pornoattrice con un seno piccolo che abbia mai apprezzato finora è Liz Vicious, ma anche questa piccola succube goth-girl è da considerarsi un caso particolare e non certo un sex symbol largamente diffuso come una qualsiasi Pamela Andreson.
Insomma, resta comunque una sorta di “nicchia”.


L' importante è il carattere
Non fanno che ripetercelo tutti, con un tono semiconsolatorio, a metà tra l'autocompiacente e il caritatevole, ma sono pochi quelli che lo credono veramente.
Tutti giudichiamo gli altri e il loro corpo, fin dal primo istante in cui li incontriamo.
Io lo faccio di solito per più tempo, osservo molto i movimenti e il portamento di una persona subito dopo aver passato in rassegna la struttura fisica, le mani,la nuca e il volto, in quest' ordine, e di ogni parte annoto mentalmente cosa mi piace e cosa non mi piace di ognuno, a che distanza voglio tenere quella persona e cosa voglio approfondire di lei.
Una scansione completa, insomma.
Ma già dopo i primi 5 minuti so se voglio approfondire la conoscenza con una persona o meno.


Anche io ho una serie di pregiudizi riguardante l'aspetto fisico delle persone che vorrei attorno.
Pregiudizi che vengono regolarmente rotti dai numerosi "casi particolari" di persone superfiche che incontro ogni giorno, e che non hanno affatto il peso o la misura di reggiseno che credevo mi sarebbero piaciuti incontrare.
Eppure finiamo comunque per diventare ottimi amici, amanti o compagni per la vita.


Insomma, possiamo scrivere fiumi di inchiostro sulle dimensioni ideali che il corpo nostro o degli altri dovrebbe avere per piacerci, ma a conti fatti il corpo, con tutti i suoi limiti fisici, è davvero secondario alla personalità.
Un mero gusto estetico per certi attributi non potrà mai sostituire la profonda connessione che è possibile instaurare tra due esseri umani, una volta trovato il coraggio di far cadere tutti i miti e le barriere che ci costruiamo intorno.


Quando troverò la mia Principessa, sono sicura che, per quanto potrò trovarla sexy e fantastica, il suo corpo sarà solo una minima parte delle cose che amerò di lei.
E che abbia un seno abbondante o piccolo, le cose più importanti per me saranno il suo carattere, il suono della sua voce, e la luce proveniente dal suo sorriso.

mercoledì 23 marzo 2011

Armi di distrazione di massa


La nostra cultura è permeata di seni enormi, dallo stereotipo della povera tettona ingenua presente in ogni manga che si rispetti, a protagoniste di videogiochi dotate di tette antiproiettile/antigravità, come Lara Croft o le eroine dei fumetti Marvel.

Soprattutto la cultura geek-otaku, quindi un bacino di utenza quasi esclusivamente maschile, si è formata attorno a questi stereotipi e li ha alimentati per potersene a sua volta cibare.

Un cane che si morde la coda, insomma.



Le mie tette sono un problema per me. La gente non mi vede, vede solo loro. Io SONO le mie tette.”

Ehi, dove stai guardando? Guarda che la mia faccia è un po' più su!”


Per quanto possano sembrare frasi prese da qualche stupida commedia americana, episodi simili mi sono stati riferiti più di una volta nel corso della mia vita, da amici e conoscenti.
Una volta ho perfino assistito a un episodio del secondo tipo. Il ragazzo in quel caso se l' è cavata con un “le labbra, sto guardando le tue labbra” scatenando una risata di gruppo.

I problemi legati al seno grosso non sono solo luoghi comuni o leggende metropolitane.
Ovviamente le ragazze più dotate non sono nate stupide, e ci sono molte ragazze intelligenti con un bel seno grosso tra le mie amiche.
Allora perché lo stereotipo è così diffuso? Forse perché una ragazza con un seno prosperoso più facilmente si abitua ad essere considerata dagli uomini più per le proprie forme che per la propria personalità, finendo per non riuscire o non volere farsi notare per altre qualità. 

Il problema di essere le proprie tette, o il proprio corpo, o qualunque altra cosa risalti di noi, è dato dalla percezione stereotipata che gli altri hanno di noi, basandosi solo su ciò che possono vedere senza prendere in considerazione il nostro vero io, le nostre idee, il nostro carattere, la nostra essenza più profonda.
Una persona non è mai stupida o intelligente quanto appare, ma per conoscerla davvero bisogna scavare più a fondo.
Ci viene molto più facile adagiarci nel cliché che la società ha creato per noi, che non cercare di spiccare come singoli individui in una folla.
Anche se ognuno di noi si considera unico dentro di sé.

In fondo tutte sappiamo che essere carina o sexy è molto più facile che risultare interessante.
Interessante vuol dire complesso, e non tutti hanno voglia di impegnarsi a capire una persona troppo complicata, o a spiegare agli altri la propria complessità.
Per questo gli stereotipi sono comunemente accettati dalla nostra società.
Molti di noi li usano come gusci dietro cui nascondere il proprio cuore molle e indifeso.

Un altro fatto che pochi uomini prendono in considerazione è che le ragazze con un seno eccessivamente ingombrante si trovano ad affrontare tutta una serie di problemi legati alla postura, i quali, se non vengono risolti in età puberale, possono portare a vere e proprie malformazioni della spina dorsale.
Avete presente la tipica ragazza col seno grosso che sta sempre china come se portasse un peso? Ecco, una mia amica delle medie era così.
Problemi di questo genere non possono che influire pesantemente sull' autostima e sulla percezione che queste ragazze hanno del proprio corpo.

L'aspetto visuale del sesso
Spesso la fissazione degli uomini per il seno grosso viene giustificata con la tipica teoria che “gli uomini sono più visuali delle donne” , in relazione al fatto che la loro vista è predominante e nella loro sessualità gli stimoli visivi giocano un ruolo molto importante.
La stessa giustificazione viene applicata al fatto che l'industria del porno sia prevalentemente indrizzata a un pubblico maschile, perché pare che le donne trovino maggiore eccitazione nelle proprie fantasie che nel sedersi e guardare un film. Motivo per cui esistono tanti esempi di letteratura erotica o di romanzi stile “harmony” (se di letteratura si può parlare, bleargh!)

Personalmente trovo che sia vero. Quando mi trovo a guardare un video porno con Moreno, mi soffermo a giudicarne la qualità e le inquadrature più di quanto dovrei eccitarmi nel vedere due tizi tutti unti e depilati che fottono come se non ci fosse un domani.
Mentre per connettermi con i miei sensi ho bisogno di chiudermi in camera e pensare a situazioni o persone reali, o inventate da me, ma non mi sento a mio agio se prendo a prestito i personaggi di qualcun altro per le mie fantasie.

E' come sbirciare dal buco di una serratura, e non mi va di entrare dove non sono invitata.
Ma conosco anche ragazze che non riescono a guardare la fine di un film porno con il loro ragazzo, perché si eccitano così tanto che hanno bisogno di mettere subito in pratica quello che hanno visto sullo schermo.
Credo ci sia solo una maggiore tendenza a interiorizzare le proprie fantasie da parte delle donne, perché fin da piccole viene insegnato loro a “fare le brave ragazze” e a non esternare i propri bisogni fisiologici. 
Che è lo stesso motivo per cui una ragazza che rutta o dice parolacce risulta molto più scioccante e sgradevole di un uomo.
Certe cose vanno tenute nascoste, perfino a sé stesse, e ciò ne risulta in una repulsione per tutto ciò che è sessualmente esplicito.

Legami con l'allattamento
Una volta spiegato il principio secondo cui gli uomini hanno bisogno di stimoli visivi, può risultare più tollerabile per la fidanzata piatta di turno, che il proprio partner fissi qualche ragazza meglio carrozzata di lei, per la strada.
E' relativamente facile, per una donna, capire che nell' uomo lo stimolo sessuale e l' amore siano concetti ben separati da una grossa linea di demarcazione.
Più difficile invece è accettare che gli istinti sessuali sono fortemente legati all' inconscio, alla figura materna e al complesso edipico.
Perché queste questioni sono più fortemente radicate e profonde di un mero “prurito” sessuale o del semplice gusto estetico.

Ogni uomo ha avuto un rapporto privilegiato con la propria madre, e quindi anche con il seno della propria madre.
Recentemente ho letto in un articolo che si sta cercando di capire se c'è un collegamento tra la fissa per il seno grosso e problemi avuti durante l' allattamento, come uno svezzamento precoce o tardivo, che abbia creato un atttaccamento eccessivo del neonato verso questa parte del corpo materno così ambita e al tempo stesso così proibita.

Quello che le donne eterosessuali tendono a rimuovere, però, è che anche le donne hanno avuto con la propria madre questo rapporto così speciale.
Un rapporto di amore in piena regola.
Le insicurezze di molte donne legate alle dimensioni del proprio seno sono legate al bisogno di confrontarsi con quella figura materna che per molti anni è stato un esempio da seguire, raggiungere, e infine superare, proprio come la figura paterna per un uomo ossessionato dalle dimensioni del proprio pene.
Non si tratta mai di complessi provocati da questioni pratiche o razionali. Infatti non sta scritto da nessuna parte che una donna con una prima o una seconda non possa allattare i propri figli quanto una superdotata, e come si è già detto le dimensioni degli organi sessuali non influenzano le prestazioni né la fertilità.
Quindi il problema è semplicemente legato all' identità e alla propria autostima, non a questioni pratiche. L' unico modo in cui le dimensioni di certe parti del nostro corpo influenzano la nostra vita è nel modo in cui questo ci fa percepire noi stesse e il modo in cui gli altri ci percepiscono.

Nonostante sia solo un aspetto superficiale di noi, per molte donne la scollatura conta più di un bilgietto da visita, perché parla non solo del nostro corpo, ma anche del nostro carattere e del nostro coraggio di mostrarci al mondo.

(segue nell' ultima parte!)

martedì 22 marzo 2011

Botti piccole e vino buono



E' vero, lo ammetto, ho un problema con le tette grosse.
No, non è quello che pensate voi, non sono ossessionata dalle tettone come la maggior parte degli uomini, né invidiosa come la maggior parte delle donne.
Io trovo le tette al di sopra della terza un po' esagerate, e mi fanno impressione allo stesso modo in cui una persona obesa o anoressica mi fa provare un misto di repulsione e compassione. Diciamo che soffro un po' per loro.

L'importanza delle proporzioni
Io stessa non conosco le cause di questo mio rifiuto.
Forse è solo una posa perché tendo a snobbare tutto ciò che è anche solo leggermente popolare, e le tette grosse lo sono.
O Forse è appunto qualcosa che associo al peso corporeo, in fondo se ci pensate il seno non è altro che un deposito di materia adiposa attorno alle ghiandole mammarie.
Forse è dovuto al mio inconscio tutto incasinato, e a problemi irrisolti con la figura materna.
Vengo da un liceo artistico, in cui siamo sempre stati abituati a ore ed ore di copia dal vero con tanto di modella, e l'immagine di un corpo nudo, di per sé, non è mai stato un problema.
La nostra modella era davvero molto attraente, e se al tempo avessi capito che mi piaceva forse sarei stata troppo imbarazzata per disegnarla correttamente, ma non mi sarei impressionata né scandalizzata.
Un bel corpo è sempre piacevole da guardare. 
Ma quando si comincia a cambiare le proporzioni e a discostarsi dal mio ideale di corpo perfetto, altre sensazioni si fanno strada in me.

Lo strip club
In una delle nostre esplorazioni notturne, io e Moreno abbiamo passato una serata alternativa in uno strip club, pieno di modelle e ballerine molto sexy.
Oltre al disagio di essere l' unica ragazza che non lavorasse lì dentro, ho provato anche una sensazione sgradevole nel leggere un sentimento di noia misto a indifferenza nella maggior parte di quelle ragazze, mentre si esibivano attorno al palo.
Compassione per quei corpi sfruttati a parte, da un punto di vista puramente estetico mi accorgevo di guardare prevalentemente le ragazze con un seno di dimensioni pari o inferiori al mio, ed erano veramente poche le spogliarelliste "tettone" che potessero anche vantare un corpo snello e perfetto.

L'amica del liceo

“vedi? Il mio problema non è che ho le tette grosse, sono i capezzoli che sono enormi e non mi piacciono. Sono orribili!!”

Questo succedeva un' estate che ero ancora al liceo, davanti a una mia compagna di classe che si stava mettendo il costume da bagno di fronte a me.
In quell' occasione non era stato impressionante né disgustoso trovarmi di fronte a una quinta o forse sesta abbondante con tanto di capezzolo “orribilmente enorme”, come lei lo definiva.
Un po' perché all' epoca non ero nemmeno consapevole di essere bisessuale, o non volevo ammetterlo, e cercavo di restare composta e di non arrossire di fronte a un'amica che mi offriva uno spaccato del suo corpo tanto ambito tra i nostri compagni di classe maschi, e mi confessava qualcosa di così delicato come la repulsione che provava per il proprio seno.

Ma non ci ho trovato niente di strano anche e soprattutto perché quella ragazza era alta oltre un metro e ottanta, ed era in grado di prendermi in braccio e sollevarmi in qualunque momento.
Su di lei delle forme prosperose erano più che gradevoli alla vista.
Quindi anche la mia percezione di cosa sia esteticamente gradevole è alterata dai sentimenti che provo per quella persona, in questo caso la forte ammirazione e amicizia, e dal resto del corpo.
Continuo a pensare che, su di una ragazza della mia stazza, un paio di tettone risulterebbe semplicemente ridicolo, ma non lo penserei mai di quella mia amica dalla faccia d'angelo e dal corpo di valchiria.
(Ah e per chi si facesse strane idee sulla mia amica, ehm... se l' è "aggiudicata" mio fratello, quindi non rompetemi le palle: non ho storie lesbo legate al liceo da raccontarvi!)

Sensibilità e terminazioni nervose
L' aspetto però meno affrontato, delle dimensioni del seno, è un aspetto prettamente pratico legato alla sfera sessuale, ma non solo.
Non è una gran scoperta che un organo più grande sia generalmente meno sensibile di uno più piccolo. Come si è già detto per le dimensioni del pene, le terminazioni nervose tendono ad essere più concentrate in un unico punto in caso di organi piccoli, mentre un membro molto grande risulterà conseguentemente meno sensibile e necessiterà di un maggior lavoro di stimolazione.
Lo stesso concetto si applica alle dita o ad altre parti del corpo, ed è soprattutto vero per gli organi sessuali e le zone erogene.

Quindi anche per il seno.
L' areola e il capezzolo sono estremamente sensibili in una donna proprio perché ricchi di terminazioni nervose, le quali permettono alla donna di provare molto piacere sia durante i preliminari, che durante (addirittura) l'allattamento!
Ma questo tabù è a sé stante e andrebbe affrontato a parte.
Basti sapere che sì, allattare è un' esperienza piacevole, e non nel senso più “casto” del termine.

Quindi a letto, a meno di non avere un partner particolarmente esperto, o a meno di non far parte di una rara eccezione di donne prosperose ma ipersensibili, sembrerebbe più comodo e conveniente avere un seno piccolo. Diciamo che su questo ho una certa esperienzapersonale, anche se non ho mai letto studi che dimostrino un collegamento tra le dimensioni del seno e la sensibilità, quindi il mio "campione" non è abbastanza vasto da costituire uno studio vero e proprio. E' solo una cosa che ho notato tra le persone che conosco:
Ttutti i ragazzi e ragazze a cui ho chiesto mi confermano che in linea generale sono le ragazze con il seno più piccolo ad essere più sensibili.
E le poche esperienze che ho avuto con delle ragazze sembrano confermarlo...