mercoledì 28 aprile 2010

Stavolta Mr. Monogamy non vince


Resto a guardare fisso il monitor, le dita rattrappite dall' ansia.
I miei occhi vedono le righe della chat scorrere in successione mentre scrivi, ma il cervello non registra le parole che cercano di raggiungermi come un fastidioso brusio di fondo nella coda dell'occhio.
Un calo di attenzione. Può capitare, soprattutto a me capita quando sono costretta ad ascoltare un discorso noioso. O sono stanca. O quando mi fa male quello che sento e cerco di respingerlo, affossarlo nel profondo.
Se fossi qui ora mi staresti spiegando a voce che il nostro rapporto deve cambiare, perché tu così non sei felice, perché se ami una persona non hai bisogno degli altri, bla bla bla...
Bisogno.Come se le persone dovessero stare insieme per bisogno. Che stronzata!! Ma cosa vuol dire??è chiaro che non ho bisogno degli altri, non ho bisogno neanche di te, ma che c'entra? io sto con te perché mi piaci, mica per BISOGNO...
Come al solito non ascolto, mi attacco alle parole e all'uso delle parole, schivando il loro significato, fingendo di ascoltare. O forse ascolto, ma fingo di non ascoltare. Non sono presente. Dimentico quello che provo. Fa troppo male.
"Ti prego non abbandonarmi" piagnucola la bambina rannicchiata nel mio stomaco.
Sì sì è tutto a posto, sapevo che sarebbe successo prima o poi. E' solo... che io puntavo sul "poi".
Non mi ero accorta che, per te, il momento di separarsi era già giunto da un pezzo.
Rimugino sul "In cosa ho sbagliato" : dovevo darti più attenzioni, ascoltarti di più, venirti a trovare.
Chissà, magari concentrandomi su di te avrei allungato i tempi, guadagnato ancora qualcuno dei tuoi weekend liberi, se ne avessi avuti ancora.
Ma sono stata egoista e ho avuto poco tempo ed energie da dedicarti.
Non sono ancora così brava da ascoltare chi amo e capire i suoi bisogni.
I tuoi bisogni, però, me li hai fatti capire fin troppo bene: tu puoi accettare di stare solo con una ragazza che rinunci agli altri uomini per te.
Rinunciare a Moreno per te mi renderebbe felice? No, anzi perderei due persone in una botta sola e finirei per odiarti e sentirmi in trappola.
Ancora una volta mi trovo spezzata a metà nel solito dilemma: Sono io a non essere abbastanza[inserire aggettivo qualsiasi qui] per te, o sei tu lo stronzo che mi respinge ingiustamente perché non capisce ? Perché vuole controllarmi e imbrigliarmi?
E' inutile che ci provi, non esiste soluzione soddisfacente al problema: io sono poly, tu sei mono. Fine delle trasmissioni.

La maggior parte della gente, là fuori, non sa nemmeno che persone come noi esistono.
Quei pochi che si sforzano di informarsi, ricevono informazioni distorte da battutine ironiche e pregiudizi, o le filtrano da sé in un bricolage interpretativo adattato ai loro schemi mentali.
Così l'opinione diffusa sulla polyamory è che sia solo una nuova strana moda passeggera, o un modo moderno per troieggiare in giro senza troppi rimorsi.
In ogni caso, quello che passa è solo l'aspetto "ludico" dell' essere poly, che non può comunque certo essere considerato un modo serio di amare ed impegnarsi in un rapporto, ci mancherebbe!
A nessuno di questi geni passa per l'anticamera del cervello che in una relazione con più partner l'invesimento di emozioni ed energie, e di conseguenza lo stress, vanno moltiplicati per il numero di relazioni esistenti, e che quindi non c'è proprio un bel cazzo di ludico.
Forse i poly non soffrono quando si lasciano? Massì, ma tanto di che mi lamento? tanto per ogni tizio che mi lascia c'è sempre qualcuno subito pronto a consolarmi, no?
E invece non so dove sbattere la testa.
"quindi mi scarichi. è finita."
"beh scarico.. non ci siamo mai neanche 'caricati'.. come si fa a lasciare una con cui non ti sei mai messo?"
Ecco i soliti giochini di parole per riportare la principessina delle fiabe sulla terra, promemoria del fatto che non siamo dolci fidanzatini, perché non ci siamo mai messi insieme ufficialmente come le classiche coppiette mono. Sveglia! tu non sei mai stato il mio principe azzurro sul cavallo bianco, e poi comunque i cavalli puzzano.
Noi per te non esistiamo. Che soluzione di comodo. Ci credi davvero, mentre lo dici? lo ripeti ad alta voce in camera davanti allo specchio, per convincertene?
Ah, ma forse tu lo specchio ce l'hai in bagno, scusa!
Io invece ho visto come mi guardi. A me non mi freghi, bello mio. So che i sentimenti che proviamo sono reali, e non me li sono inventati. Anche i tuoi.
Tu Riesci davvero a spegnere e accendere il tuo affetto quando vuoi, come un interruttore? Io no. Non riesco a chiudere il rubinetto di sensazioni ed emozioni che fluiscono dentro e fuori di me allagando la stanza quando ci sei.
Ma anche quando non ci sei. E' questo il mio problema.
E poi... se non stiamo insieme, perché mai dovremmo cambiare rapporto?
Cerco di scuotermi, di calmare la rabbia e di capire, a livello "tecnico" , cosa comporta l'essere "solo amici".
Quali cambiamenti ci saranno? Ho bisogno di un segno che tu vorrai ancora parlarmi e che mi vorrai sempre bene.
Tu divaghi: sei disfatto, hai la febbre, e anche un po' la faccia da pirla. Te ne vuoi andare a nanna dopo aver lanciato la bomba di profondità, e lasciarmi sola con le mie paure.
Se ne parlerà poi.
Riesco a strapparti un vago "niente più sesso e affini"
Ok, fase di assimilazione: sdrammatizzo con stupide battutine, mentre il mio cervello fa la conta di quali ricordi di te tenere e quali buttare giù dal cesso.
Non riesco a buttare via niente. Merda..
Chiudo gli occhi e mi rivedo bloccata in un letto di ospedale fresca di operazione, appena uscita dall'anestesia, la gola secca..
Una mano mi posa una garza bagnata sulle labbra e io la succhio avidamente, ancora mezza addormentata.
Ti scappa un risolino "ehi, piano!" ritrai la mano e mi prendi dolcemente in giro.
Riapro gli occhi.
Ho la gola secca ma tu non ci sei.
Sono sola nella mia stanzetta piena di roba, pezzi di me che mi porto dietro per non sfaldarmi e dimenticare chi sono.

Ci salutiamo e si va a nanna.
Mi rigiro inutilmente nel letto: il sonno non arriva.
I brutti pensieri vanno alla deriva nella mia testa, aggrappandosi a zattere di dubbi e ossessioni.
Devo scegliere. Scegliere.
Scegliere se sono io, quella "sbagliata", o tu.
Prendo il cellulare. Potrei insultarti, mandarti a cagare come ho fatto con altri monogami teste di minchia.
Invece vorrei supplicarti, disperarmi, fare qualcosa di estremo. Urlare.
Penso al passato. A quanto la mia emotività abbia finito per allontanarmi dagli altri e isolarmi.
No, lascio perdere. Meglio non fare cazzate. Poso il cellulare e mi giro.
La bambina è sempre lì, occupa tutto lo spazio del mio letto. Si aggiusta una bretella del suo pigiamino a salopette, tira su col naso, mette il broncio.
"Io Non ho bisogno di te. Non ho bisogno di nessuno. Si sta meglio, da soli."
Ma ha le lacrime agli occhi e affonda la testa nel cuscino per non pensare.
Da soli si sta da schifo.
La solidarietà e l'affetto di Moreno mi raggiungono a stento. "Vuoi che ti chiami?"
Guardo i riflessi sul soffitto , asciugo le lacrime. ascolto la città e me stessa.
Farmi chiamare... piangere al telefono con lui per un altro? Non mi ci vedo più.
Va bene essere "open" , ma scaricargli addosso la mia merda non cementifica certo il nostro rapporto. Già in passato ho fatto quest'errore, e mi è pure stato rinfacciato.
Ringrazio ma no, buonanotte amore, mi isolo, giro il cuscino dalla parte ascuiutta e ci riprovo.
Sudo, mi svesto, rabbrividisco, mi ricopro.
Chatto un po'. Mi sfogo con un amico monogamo, il quale però non capisce un cazzo, mi sa solo dire che il mio modo di vivere mi renderà infelice, e che tutti prima o poi mi lasceranno. Evviva!
"Anche questo Moreno, ora è lì al tuo fianco, ma per quanto?"
Ma Vaffanculo. defraggati il cervello, gufo malefico...
Per quanto? per quanto?
Quando qualcuno ti predice che starai male, non sai mai se credere che lo tema o che ci speri, sotto sotto, così da sentirsi meglio di te.
Riprovo a dormire, ma non funziona. Il mondo è sottosopra e io non ho il giubbotto di salvataggio. Sto mollando la presa..
Alla fine ti scrivo. Non ti insulto e non ti supplico, ma ti mando un po' del mio strazio.
Sono troppo innamorata per convincermi che tu possa volermi male, così punto sull'altra opzione: Sentirmi inadeguata e zerbinare chiedendoti scusa.
Scusa, sì, ma di che? Di esistere? di non essere come tu mi vuoi ? Di non autocastrarmi per poter avere l'onore di essere di tua proprietà?
Sono sempre più incazzata. Schiena inarcata e bocca serrata, testa contro il cuscino.
Il mio corpo si ribella. Io non devo chiedere scusa per ciò che sono!
La notte trascorre tra incubi pieni di persone che mi abbandonano e assistenti sociali che mi tolgono i figli che non ho ancora per "condotta immorale"..
La mattina dopo l'indice di stress e sconforto sono alle stelle, l'autostima e l'entusiasmo ai minimi storici.
Poi arriva il tuo sms: "Ragazza stupida sai che sei fantastica", è solo che siamo diversi, spieghi tu.
Già già.. sarà ma intanto il risultato è sempre che ti perdo (che me lo prendo in culo a dirla tutta, ma questo non te l'ho scritto perché è malinterpretabile :P)
"Beh se vederci e non fare sesso significa perdersi..."

Uno spiraglio.. Amicizia? quella vera, non che poi non mi cerchi più?
Nessuno di noi due è sbagliato, quindi? siamo solo DIVERSI?
Ci volevi tu per farmelo capire. Ecco la terza opzione che non avevo considerato.
E che tu mi hai messo davanti.

Allora, amicici!
... appena capisco come funziona ....
:)

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