domenica 20 marzo 2011

Saperlo usare

TOOL


Che il proprio attrezzo sia grande o piccolo, la grossa sfida resta comunque non farne un uso improprio.
Troppo spesso sento gente millantare chissà quali prestazioni da urlo, senza magari conoscere nemmeno le nozioni elementari di anatomia. Gente che neanche si accorge della differenza tra orgasmo vero o simulato.
Troppe volte capita di sentire i racconti del "dotato" di turno, che forte della convinzione che basti avere un grosso attrezzo non si cura di imparare ad usarlo.

La maggior parte delle persone crede che gli unici problemi che un uomo e una donna possano affrontare, durante il rapporto, sia che lui duri troppo poco, o abbia il pene troppo piccolo.
O che lei sia troppo restia a raggiungere l' orgasmo per problemi di pudore e/o repressione.
Invece spesso e volentieri noi affrontiamo il problema opposto:

Quando ancora non stavo molto bene, il sesso per me era qualcosa di complicato e doloroso.
Essendo io una ragazza fisicamente ed emotivamente troppo sensibile, non ho mai avuto molti problemi a provare piacere, una volta a mio agio e con la persona giusta.
Ma la mia scarsa resistenza fisica e il dolore durante il rapporto finivano per intromettersi più di una volta, costringendoci a lasciare tutto a metà.
Non si tratta certo della situazione ideale, quando hai la fortuna di avere due ragazzi con "prestazioni" da far invidia a chiunque:
Mentre uno è normodotato ma dura molto più della media, l' altro è di dimensioni spropositate e ha comunque una durata allungata dall' ansia da prestazione.

Per mesi mi sono sentita inadeguata alle persone che mi era capitata la fortuna di avere attorno, ed ero sempre frustrata e piena di rabbia per non essere in grado di ricambiare adeguatamente e soddisfare i miei due uomini.
Detesto sentirmi inutile.
Se si fosse trattato di qualunque altro ragazzo, probabilmente sarebbe corso via da una ragazza emotivamente e fisicamente così complicata da “gestire”, e mi sarei ritrovata sola in poco tempo.
Ma come più volte ho avuto il piacere di constatare, i miei ragazzi sono speciali tra le persone speciali!
Nonostante le difficoltà di questo anno, non ci siamo fatti mancare le coccole, l' affetto, il dialogo e la comunicazione, soprattutto quella comunicazione non verbale fatta di sguardi, di gesti e di silenzi profondi, così importante tra gli amanti per rafforzare il rapporto.

Con il tempo, il dolore durante il rapporto è diminuito, e siamo stati in grado di alzare nettamente la qualità della nostra vita sessuale.
Ho scoperto io stessa di avere dei pregiudizi sulle dimensioni del pene, che non credevo fossero pregiudizi: credevo semplicemente di non essere fisicamente “compatibile” con uno dei miei partner, visto che io sono piccolina per costituzione, e quindi proporzionata al mio fisico in ogni mia parte. 
Invece dopo le ultime settimane mi sono accorta che è solo una questione di impegno, di rilassarsi e di sentirsi a proprio agio e al sicuro, e di riempire la nostra intimità di coccole, preliminari, parole dolci e seducenti che aprano la via per tutto il resto.


Leggendo questo articolo, poi, ho trovato la conferma a quanto già avevamo scoperto per conto nostro, più tante informazioni utili sulla praticabilità del sesso, anche con un superdotato che crede di avere una “maledizione” terribile.
Credevo che sarei sempre stata condannada a una vita sessuale dolorosa e inappagante, a causa dei miei problemi, e invece già a distanza di un anno dal ricovero ci sono stati enormi progressi, e la situazione sembra non possa far altro che migliorare!

Anche le femminucce, però, devono stare attente a maneggiare con cautela i loro uomini:

Spesso da un uomo all' altro può esserci una enorme differenza di sensibilità, e quello che può essere eccitante per uno, può essere doloroso o fastidioso per altri.
Anche qui, sembra che la sensibilità di certi organi sia direttamente legata alle dimensioni, forse per una maggiore o minore densità di vasi sanguigni o terminazioni nervose a seconda che questo sia grande o piccolo.

Le stesse abitudini sessuali o “fisse” del partner possono portarlo a sentire come piacevoli cose che altri giudicherebbero strane, e provare indifferenza o addirittura ansia per altri gesti che credevate “funzionassero” solo perché ai partner precedendi piacevano.
Quindi certi miti, sotto le lenzuola, si possono sfatare solo facendo una cosa che la maggior parte di noi è troppo imbarazzata per fare, a letto: fare domande. E dare risposte.
Niente può essere dato per scontato, in amore e nel sesso. 
E niente dovrebbe essere lasciato sottinteso, se vogliamo essere capiti chiaramente.

Il bello di essere poly è che è una sfida continua ad imparare di più sui propri partner, saper gestire più cose alla volta e annotare mentalmente i gusti e il “funzionamento”, sia fisiologico che emozionale, di tutti.
E' un modo di vivere che abitua a considerare normale la diversità, e anomala la normalità, e che porta la mente a dover sempre migliorare ed evolversi per trovare soluzioni sempre diverse ma che mettano d'accordo tutti.

E' un amore sempre in movimento, e non per questo meno autentico.

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