mercoledì 9 gennaio 2013

Stanze dei Ricordi



Che ci crediate o no, sto per fare di questo disastro una camera da letto... Carina, vero?
Peccato che sia completamente inagibile, fredda e umida.
E' una stanza piena di roba non nostra, quindi il massimo che possiamo fare è infilare tutto ciò che non ci serve in cima a un armadio e dimenticarcene.
Le cose erano già così da quando sono venuta a stare da Moreno, ma la cosa è un po' peggiorata, visto che ci abbiamo aggiunto le nostre cose che non ci servono più.


L' abbiamo soprannominata "La Stanza della Morte" perché ricorda un po' quelle vignette in cui c'è l'ultimo posto dello scuolabus o la stanza in cui nessuno va da anni e il protagonista arriva e ci va uno scheletro pieno di ragnatele.
E anche perché quando si entra, c'è il rischio di inciampare su qualcosa e ammazzarsi.
Sembra una stanza piena di rumenta inutile, eppure guardando meglio ci si trova album di foto di matrimonio, completini per neonati finemente ricamati, roba ancora in perfetto stato e di buona fattura.
Quella stanza mi ricorda un po' la "stanza dei tesori" che c' era a casa di mio cugino, dove c'erano tutti i cimeli, giocattoli e aggeggi possibili. Pure una culla in ferro battuto, realizzata con uno stranissimo meccanismo a sospensione pericolosissimo e che mai userei per metterci un neonato. Sono sicura che ora roba così è illegale in diversi stati!
Mi sa che l'artigiano che l'ha fatta non amava molto i bambini...


C' è da chiedersi perché la gente si lasci alle spalle cose che dovrebbe considerare così importanti per la propria vita, e che magari sono costate anche parecchio (le foto dei matrimoni che io sappia costano parecchi soldi, e chi si sposa di solito le espone orgogliosamente, no?).
Oppure non capisco l'abbandono di oggetti di uso quotidiano: se non te ne fai più niente, di quella roba, perché non la regali o non la butti via?
Queste domande mi solcano la mente ogni volta che ci metto piede, e pian piano io e Moreno abbbiamo deciso di sbarazzarci di tutto quello che non sia essenziale.
Dico pian piano, mooolto molto piano, perché io stessa ho difficoltà a sbarazzarmi di tutte le cose che ho.
Tengo sempre tutto perché mi fa peccato buttare via, perché mi affeziono agli oggetti, e perché "non si sa mai"....
Ma sto lentamente iniziando a capire che non ha senso occupare lo spazio vitale con cose che non usi e che sta solamente lì a prendere polvere. Razionalmente lo capisco bene. ma è emotivamente, che faccio ancora fatica a staccarmi dalle cose materiali...

Ci trasciniamo dietro molte cose del passato: I videogiochi finiti, vecchi, che ormai il nostro pc di nuovissima generazione non legge più, i cd musicali, i libri cartacei. Cose, tantissime cose, roba che usi una volta e poi non ti serve più, e allora devi comprare librerie in cui mettere libri che non rileggerai mai, se no si impolverano, ma tanto così si impolverano lo stesso, solo ci mettono un po' più di tempo. E a un certo punto devi andare a vivere in una casa più grande perché hai troppa roba, ma è sempre roba che non ti serve. Qual'è l' utilità di avere una stanza piena di libri? per poterli esporre, per mostrarli agli amici?
Una persona a me molto cara ha una vastissima collezione di libri, fumetti, videogiochi e album musicali.
Le mensole di casa sua si sono letteralmente piegate sotto il peso di tutti questi oggetti, e molte di queste hanno un aspetto abbastanza pericolante.
Ho sempre fatto fatica a capire l'attitudine dei geek a riempirsi la casa di roba, che è in aperto contrasto con l'altra attitudine che hanno, quella di viaggiare moltissimo.
Forse le cose che hanno fanno da contrappeso e impediscono loro di spiccare il volo per sempre e di non tornare mai più a casa?
Forse per questo hanno bisogno di tutta quella massa di roba? Ogni tanto mi viene da immaginarmi questo mio amico che si stacca dalle sue cose e se ne vola via per sempre, in Canada, dove dice sempre di voler andare a vivere.

Non riesco ancora a leggere qualsiasi cosa in formato digitale, mi piace l'odore della carta, sentire i diversi tipi di colla usati, sono un po' come la Prosivendola di Pennac, io.
Mi piace sentire il fruscio delle pagine tra le dita, sentirle leggere come foglie secche, e come le foglie in autunno ogni pagina che sfoglio segna lo scorrere del tempo.

Ma dopo aver finito il libro, sento il bisogno di regalarlo, farlo sparire. se potessi "zippare" i libri cartacei per tenerli tutti dentro lo spazio di una pennetta usb lo farei.
Ma non potendo, ho deciso che leggerò il libro cartaceo ove possibile, poi cercherò la versione digitale, e "libererò" il libro di carta da qualche parte, magari in qualche caffetteria con uno scaffale per il book-crossing.
Benedetto il book-crossing.
E benedetto lo scambio di idee!

C'è una piccola parte di libri che ho particolarmente apprezzato, però, che voglio tenere per me. Sogno un giorno di avere dei figli a cui leggerli ad alta voce, come mia madre ha fatto per moltissimo tempo, prima di metterci a letto.
Rimango sempre stupita quando gli altri da piccoli si addormentavano guardando la tv. Come facevano senza la lettura della buonanotte?

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